Il codec H.264 senza costi di licenza sino al 2016

Nei giorni scorsi Mozilla aveva voluto puntualizzare la propria posizione in merito al mancato supporto per il formato H.
Il codec H.264 senza costi di licenza sino al 2016

Nei giorni scorsi Mozilla aveva voluto puntualizzare la propria posizione in merito al mancato supporto per il formato H.264 (ved. questa notizia). Mentre Chrome e Safari, i browser – rispettivamente – di Google e di Apple, sono già compatibili con il codec video, verso il quale si stanno orientando anche i servizi per la condivisione di contenuti audiovisivi quali YouTube e Vimeo, Mozilla preferisce investire sul progetto opensource Ogg/Theora.

In queste ore è arrivato un importante annuncio da parte di MPEG LA: l’organizzazione privata (non affiliata in alcun modo con l’ente di standardizzazione MPEG) che detiene i diritti sul codec H.264 ha dichiarato che ha in progetto la distribuzione di licenze a titolo gratuito sino al 2016. L’utilizzo dei brevetti che riguardano i principi essenziali alla base del funzionamento di H.264 è stato ottenuto da un ampio numero di aziende, tra le quali Microsoft, Apple, LG, Sony, Samsung e molte altre società molto attive nel campo multimediale.

I termini sulla base dei quali MPEG LA commercializza le licenze per l’impiego del codec H.264 sono abbastanza complesse e piuttosto sfaccettate. I costi di licenza dipendono dallo specifico contesto entro cui il codec viene utilizzato. Ad esempio, i costi per la distribuzione del codec differiscono a seconda se esso sia integrato in un sistema operativo oppure inserito in un particolare software.

Non è chiaro quali saranno i termini di licenza che entreranno in vigore dopo il 2016. Per il momento, l’assenza di costi di licensing per lo streaming basato sul formato H.264 fa tirare a molti un sospiro di sollievo. Come ricordato da Mozilla, tuttavia, sarebbe bene guardare rapidamente ad un codec completamente “royalty-free”: ne va della salute del web.

Le nuove caratteristiche di HTML5, che introduce il supporto nativo per i video inseriti nelle pagine web (non sarà più necessario dotarsi di un plugin “proprietario” per gestire questi contenuti), secondo molti osservatori, portano nuovamente all’attenzione il problema legato alla necessità di promuovere un codec “royalty-free”.
A proposito di Theora, Google non si è dichiarata fiduciosa a proposito dell’adeguatezza del codec “open” per lo streaming video mentre Apple è preoccupata per la generale mancanza del supporto per la decodifica in hardware. Mozilla, come già sottolineato non è invece disposta ad abbracciare un codec proprietario che non possa essere liberamente redistribuito agli utenti finali.

Sebbene Ogg/Theora soffra ancora di alcune limitazioni tecniche, il progetto sembra crescere rapidamente, disponendo del potenziale per divenire una valida alternativa a H.264.

Non è però da escludere una “discesa in campo” di Google che di recente ha acquisito “On2”, azienda conosciuta per le sue realizzazioni software nel settore multimedia. Il colosso di Mountain View, che però non si è ancora espresso in merito, potrebbe sviluppare ulteriormente il codec VP8 di On2 lanciandolo poi come prodotto “royalty-free”. Le migliori performance e la miglior compressione rispetto a H.264 potrebbero porre ai vertici VP8.

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