Il fondatore di Huawei risponde: l'azienda non ha mai spiato nessuno

Ren Zhengfei, fondatore della cinese Huawei, ha rilasciato un'intervista alla BBC commentando le dichiarazioni piovute in questi giorni dagli Stati Uniti e valutando l'arresto della figlia come una mossa esclusivamente politica.

Il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, ha rilasciato un’interessante intervista alla BBC in cui spiega che l’arresto di sua figlia Meng Wanzhou (Huawei sempre sotto il tiro dell’amministrazione USA) nasce da motivazioni prettamente politiche e che non ha nulla a che vedere con il comportamento tenuto dalla sua azienda e dai suoi rappresentanti.

Ren ha dichiarato “gli Stati Uniti non riusciranno a schiacciarci” smentendo seccamente tutte le accuse mosse nei confronti della manager cinese. Confermando il momento di “gran forma” che Huawei sta attraverso per ciò che riguarda le vendite di smartphone (Smartphone più venduti: nel 2018 primo posto conteso tra Samsung ed Apple ma crescono tanto Huawei e Xiaomi), Ren ha osservato che è la qualità dei prodotti a premiare la società e che gli utenti certo non smetteranno di scegliere questo marchio.

Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda hanno deciso di escludere Huawei dalla “corsa verso il 5G” impedendo all’azienda estremo-orientale di fornire i suoi apparati per le telecomunicazioni: 5G: Huawei e ZTE bandite in Australia per volontà del governo.
Grazie alle sue soluzioni tecnologicamente avanzate, Huawei è invece da noi – ad esempio – una delle realtà più attive assistendo i principali operatori nel dispiegamento delle infrastrutture necessarie per la fornitura della connettività 5G.

L’America è solo una parte del mondo“, ha tagliato corto Ren spiegando che in attesa di una decisione da parte del governo del Regno Unito, l’azienda continuerà a investire come fatto sino ad oggi anche Oltremanica.

Tornando sulla vicenda legata all’arresto della figlia, Ren giudica inaccettabile l’atteggiamento statunitense che sarebbe stato guidato esclusivamente da finalità politiche e assicura che l’azienda la spunterà in sede di giudizio.

In questi giorni sono poi piovute su Huawei ignobili accuse di spionaggio ai danni di altre società: “la nostra azienda non ha mai intrapreso e mai intraprenderà attività di spionaggio. Se dovessimo avere bisogno di tali operazioni, allora preferirei chiudere l’azienda“, ha commentato ancora Ren.

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