Macchina virtuale a partire da un PC fisico: ecco come si fa

Come trasformare un'installazione di Windows su PC fisico in una macchina virtuale.

Di software per creare immagini di singole partizioni, dischi fissi o dell’intero sistema ne esistono a bizzeffe. Addirittura anche Windows integra un’utilità, chiamata wbAdmin, per creare l’immagine del sistema ed effettuarne il ripristino su PC dotati di una configurazione hardware completamente diversa: Windows 10 e sistemi server: backup automatizzato con wbAdmin e ripristino su hardware differente.
Il cosiddetto Bare Metal Restore è una funzionalità offerta dai migliori software di disk imaging che permette la ripartenza anche nel caso di guasti o problemi che non permettono l’avvio del sistema operativo.
Suggeriamo anche la lettura dell’approfondimento Backup, le migliori strategie per proteggere i dati.

I software di disk imaging aiutano a creare il backup della configurazione del sistema e ne permettono il successivo ripristino sulla stessa macchina o, ove previsto dagli sviluppatori, anche altrove.

Ma è possibile creare una macchina virtuale a partire da un PC, quindi da un’installazione di Windows funzionante su hardware reale?

Da macchina fisica a macchina virtuale con Disk2vhd

Uno dei motivi per cui l’utilizzo di macchine virtuali è letteralmente esploso nel corso degli ultimi dieci anni è che esse semplificano la gestione di sistemi operativi e applicazioni completamente differenti.
La portabilità delle macchine virtuali e gli strumenti per la creazione e il ripristino di “istantanee” (Virtualbox: come utilizzare le istantanee per creare un ambiente di test) sono altre caratteristiche particolarmente apprezzate.
Nell’articolo Come usare Virtualbox e perché abbiamo spiegato perché sia utile usare una soluzione per la virtualizzazione. L’articolo è incentrato su Virtualbox ma le considerazioni generali valgono per qualunque altra soluzione simile.

Per le loro peculiarità specifiche, le macchine virtuali sono di gran lunga superiori all’utilizzo di hardware fisico quando si tratta di effettuare test in maniera rapida ed efficace.

Una macchina virtuale può essere creata ex novo ma in alcuni frangenti potrebbe rivelarsi molto utile generarla a partire da un’installazione di Windows già in essere.
Allo scopo è possibile ricorrere all’utilità Microsoft gratuita Disk2vhd che avevamo presentato nel 2012 (Trasformare il computer che si usa tutti i giorni in una macchina virtuale) e citato per la prima volta nel 2009.

Disk2vhd si presenta come un software di dimensioni ridottissime (occupa meno di 7 MB su disco) che crea un’immagine dell’intero sistema e la salva sotto forma di file VHD o VHDX, compatibile con tutte le principali soluzioni per la virtualizzazione. In questo modo il sistema installato continuerà a funzionare regolarmente ma si avrà la possibilità di usare il file VHD o VDHX per caricarne una copia speculare ricorrendo a un software per la virtualizzazione.

Sì perché VHD e VHDX sono due formati Microsoft direttamente supportati da Hyper-V (vedere Macchina virtuale Windows 10 con Hyper-V: come utilizzarla) ma le immagini delle macchine virtuali possono essere importate anche in altri software come Virtualbox o VMware.
VHDX è il formato più evoluto che, ad esempio, permette di gestire unità virtuali capienti fino a 64 TB mentre il precedente VHD si fermava a 2 TB e assicura prestazioni migliorate.

Va detto che Microsoft considera una macchina virtuale di “prima generazione” quando risulta basata su un’installazione di Windows 7 o versioni successive a 32 o 64 bit con schema della tabella delle partizioni MBR (vedere Differenze tra MBR e GPT. Ecco come vengono gestite partizioni ed avviato il sistema).
Vengono invece considerate macchine virtuali di “seconda generazione” quelle che ospitano Windows 8 o versioni successive a 64 bit con schema della tabella delle partizioni MBR o GPT.

Dopo aver avviato Disk2vhd si potranno selezionare le unità da includere nel file VHD/VHDX. È importante selezionare non soltanto l’unità contenente il sistema operativo ma anche i volumi di sistema (contrassegnati dalle indicazioni \?\Volume): diversamente il boot della macchina virtuale non avverrà.

Per impostazione predefinita, lasciando spuntata la casella Use Vhdx, Disk2vhd creerà un file VDHX.

L’utilità Disk2vhd può essere richiamata anche da riga di comando. Usando la sintassi disk2vhd * \\MACCHINA\cartella\disk.vhd, per esempio, si richiede a Disk2vhd di inserire nell’immagine tutti i volumi presenti sul sistema e salvare il file VHD nel percorso di rete specificato.

Una volta creato il file VHD o VHDX con tutto il contenuto del sistema fisico, è possibile passarlo al software per la virtualizzazione prescelto. La procedura da seguire varia a seconda che si utilizzi Hyper-V, Virtualbox, VMware o altre soluzioni.
In ogni caso, però, si dovranno indicare le caratteristiche dell’hardware virtuale, il sistema operativo che sarà eseguito nella macchina virtuale, assicurarsi che l’utilizzo delle estensioni VT-x/AMD-V sia abilitato e specificare come unità di storage il file VHD/VHDX creato in precedenza con Disk2vhd.

Suggeriamo di creare un backup del file o se fosse di grandi dimensioni creare immediatamente un’istantanea con il software per la virtualizzazione. In questo modo si salverà la configurazione iniziale del disco virtuale che potrà essere ripristinata con un clic in caso di problemi o modifiche avventate.

Le immagini di hard disk virtuali create con Disk2vhd possono essere utilizzate anche per migrare macchine fisiche sul cloud senza dover effettuare una riconfigurazione da zero. Diversi provider di servizi cloud offrono infatti la possibilità di importare le immagini di unità virtuali e utilizzarle per il caricamento delle virtual machine.

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