Significato emoticon ed emoji: quali sono le principali differenze

Riassumiamo il significato dei termini emoticon ed emoji: da cosa derivano e quali sono le differenze tra i due.

Quando si compone un messaggio, sia utilizzando soluzioni come WhatsApp, Telegram e similari, sia una più tradizionale email, ci serviamo abitualmente delle faccine. Si tratta di simboli e riproduzioni grafiche che vengono utilizzati per esprimere un’emozione.

Parlando di “faccine” i termini emoticon ed emoji vengono utilizzati come se fossero sovrapponibili. In realtà il significato di emoticon è ben diverso da quello di emoji e vale la pena conoscere le differenze tra i due.
Ciò che genera confusione è che sia le emoticon che le emoji servono per rendere più vivaci le conversazioni testuali e trasmettere emozioni.

Differenza tra emoticon ed emoji

Il significato di emoticon deriva dall’unione di due parole inglesi, emotion e icon. Sono componenti extra-verbali nella sfera della comunicazione scritta.
Se sia le emoticon che le emoji sono utilizzate per esprimere emozioni, quali sono le differenze tra le due?

In breve, le emoticon sono composte da combinazioni di simboli disponibili sulla tastiera (ad esempio lettere e segni di interpunzione) mentre le emoji sono rappresentazioni grafiche.
La più famosa emoticon è probabilmente il “sorriso” o “faccia felice” che si esprime con la sequenza di caratteri :-) (oppure :) in forma compatta).
Proprio questa emoticon fu proposta nel lontano 1979 in una delle prime BBS (Bulletin board system); alcuni ricercatori fanno invece risalire l’invenzione al 1982 quando l’informatico statunitense Scott Fahlman la utilizzò in una BBS accademica.

La lista delle emoticon (fare riferimento al contenuto della colonna Icon) è lunghissima e sono rilevanti le differenze tra l’approccio utilizzato dalle culture occidentali rispetto ad esempio a quelle orientali.

La rappresentazione grafica di ciascuna emoticon (pittogramma) è di fatto una emoji. Il termine deriva dalla combinazione di tre termini giapponesi: e (immagine), mo (scrittura) e ji (carattere).
Il primo insieme di emoji, intese appunto come set di pittogrammi utilizzabili in messaggi e SMS, fu creato dai giapponesi di SoftBank, il colosso che a suo tempo ha acquisito la proprietà di ARM. Fu il CEO di SoftBank a indurre Apple ad abbracciare l’utilizzo delle emoji fin dalla prima versione dell’iPhone del 2007. Tutte le principali tastiere virtuali permettono la gestione e l’uso delle emoji.

Per aggiungere emoji in Google Documenti basta utilizzare il simbolo @.

In Windows le emoji possono essere ottenute come caratteri speciali da tastiera: per ottenerli basta usare apposite combinazioni di tasti oppure servirsi, almeno nel caso dei wordprocessor, della funzione che permette di aggiungere i simboli.
In Windows 10 e Windows 11 si può premere la combinazione di tasti Windows + . (ovvero il tasto Windows più il punto) per far apparire la tastiera emoji di Windows.

Molte applicazioni per la messaggistica istantanea, ad esempio WhatsApp, traducono automaticamente le emoticon in emoji oppure fanno apparire la lista delle emoji utilizzate più di frequente non appena si preme : (è il caso di Telegram).

Ci sono infine le memoji, rappresentazioni grafiche che si ispirano alle emoji ma ritraggono l’utente in forma stilizzata o di cartoon. Le memoji sono state inventate da Apple per poi essere portate per opera di sviluppatori indipendenti su altri sistemi operativi come Android.

E infine la questione del maschile e del femminile per i termini emoticon ed emoji: il nodo è stato sciolto a suo tempo dall’Accademia della Crusca.

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