Aeneas di Google DeepMind ricostruisce le iscrizioni latine con l’AI

Scopri Aeneas di Google DeepMind: intelligenza artificiale open-source per restaurare e contestualizzare iscrizioni latine antiche. Innovazione per storici.
Aeneas di Google DeepMind ricostruisce le iscrizioni latine con l’AI

La tecnologia sta ridefinendo i confini della storia antica, aprendo scenari impensabili fino a pochi anni fa.

Un esempio di questa rivoluzione è rappresentato dall’ultima innovazione di Google DeepMind: il lancio di Aeneas, un sofisticato sistema basato sull’Intelligenza Artificiale progettato per affrontare una delle sfide più complesse della ricerca storica e dell’archeologia. Il nuovo modello si propone come uno strumento fondamentale per il restauro digitale delle iscrizioni latine danneggiate, ridefinendo il modo in cui studiosi e appassionati si avvicinano allo studio dei reperti antichi.

Stiamo parlando di un vero e proprio punto di svolta nel campo delle scienze umanistiche. Prendendo il nome dall’eroe epico della mitologia romana, il sistema si distingue per la sua capacità di analizzare in pochi secondi frammenti di testi che, fino ad oggi, avrebbero richiesto settimane di lavoro manuale da parte degli esperti. L’aspetto più rivoluzionario di Aeneas risiede nella sua natura modello open source e multimodale: è infatti in grado di elaborare simultaneamente dati testuali e visivi, garantendo un livello di accuratezza e profondità di analisi mai raggiunto prima.

Aeneas è un potente strumento nelle mani degli storici

Uno degli ostacoli principali nello studio delle iscrizioni latine è la presenza di lacune testuali, spesso di lunghezza sconosciuta, che complicano il processo di restauro digitale. Qui, Aeneas si dimostra particolarmente innovativo: grazie alle sue avanzate capacità di machine learning, il sistema riesce a ricostruire parti mancanti di testo come se stesse risolvendo un cruciverba privo di indizi sulla dimensione degli spazi vuoti.

La forza di Google DeepMind si manifesta nella capacità di Aeneas di creare una sorta di “impronta storica” per ogni iscrizione analizzata. Il sistema individua collegamenti profondi tra testi differenti, contribuendo a una contestualizzazione più precisa e dettagliata dei reperti.

È importante sottolineare che, nonostante la sua potenza, questo strumento non mira a sostituire il lavoro umano, ma a integrarlo. Gli sviluppatori di Google DeepMind ribadiscono che il sistema fornisce suggerimenti interpretabili, lasciando agli esperti il compito di validare e approfondire le ricostruzioni proposte.

In parallelo al lancio di tale strumento DeepMind ha annunciato anche un importante aggiornamento di Ithaca, il sistema già esistente dedicato alle iscrizioni greche antiche. Grazie all’integrazione delle nuove funzionalità di contestualizzazione e restauro digitale, entrambi gli strumenti sono ora accessibili gratuitamente attraverso il portale “Predicting the Past”.

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