Affidabilità degli SSD: Backblaze pubblica i primi dati

Il provider cloud Backblaze condivide alcuni dati sull'affidabilità delle unità SSD. Il report prende in considerazione il numero di guasti riscontrati con le unità a stato solido e li paragona con i dati fatti segnare dagli hard disk.
Affidabilità degli SSD: Backblaze pubblica i primi dati

Il dibattito sull’affidabilità degli SSD è iniziato ormai un decennio fa quando alcuni modelli manifestavano evidenti problemi di prestazioni. Oggi gli SSD possono offrire grandi vantaggi rispetto ai tradizionali hard disk nonostante il costo per gigabyte si mantenga piuttosto elevato. Secondo Seagate le unità SSD non uccideranno gli hard disk e le due tipologie di prodotti marceranno accanto per anni in una situazione di sostanziale equilibrio.

Gli SSD utilizzano memorie flash NAND e non hanno parti mobili. Tuttavia, sono più sensibili degli hard disk alle interruzioni di corrente e i blocchi di memoria possono gestire un numero limitato di operazioni di scrittura prima di iniziare a evidenziare problemi. Tutti i produttori includono celle di memoria extra nei loro SSD in modo che quando altre falliscono i settori danneggiati possano essere riallocati senza impattare sulla capacità.

Le unità a stato solido hanno comunque raggiunto un livello di affidabilità senza precedenti anche se i loro nemici, anche rispetto all’integrità dei dati memorizzati, rimangono sempre il tempo che passa e le temperature di lavoro. Inoltre gli SSD possono morire senza avvisaglie da parte del sistema SMART.

Backblaze, noto fornitore di servizi di storage cloud, pubblica ogni trimestre un resoconto sugli hard disk che presentano il valore AFR (annualized failure rate) più incoraggiante.
Il valore AFR è calcolato con un semplice formula: AFR = numero unità con problemi / (numero giorni lavorati / 365)) * 100.

Dal momento che dal 2019 l’azienda ha iniziato a usare anche SSD nei suoi data center, a marzo 2022 Backblaze ha pubblicato il primo succinto e migliorabile report sull’affidabilità degli SSD.
I dati non erano ancora pienamente attendibili perché alcune unità avevano alle spalle poche ore di lavoro se paragonate con altri modelli di SSD o con gli hard disk ampiamente usati da Backblaze. Alcuni modelli di SSD erano utilizzati in poche unità rendendo il dato AFR scarsamente rilevante.

Oggi Backblaze conferma una “convinzione” radicata: confrontando i tassi di errore degli SSD con quelli degli hard disk si evince che i primi sono in generale molto più affidabili.
I grafici seguenti descrivono il valore AFR di hard disk e SSD nel periodo 2021-2022.

Come si vede, i guasti nel caso dei dischi fissi più vecchi sembrano “decollare” con il passare del tempo. Nel frattempo, invece, l’AFR degli SSD sembra stabilizzarsi intorno ai quattro o cinque anni di utilizzo.

Come si apprende esaminando i dati condivisi da Backblaze, l’azienda ha in forze circa 2.550 SSD che sono principalmente utilizzati come unità di boot. Più avanti, come confermato dalla stessa società, saranno comunque impiegati anche per altre finalità.

Le unità di memorizzazione, hard disk o SSD che siano, vengono utilizzate 7 giorni su 7 per 24 ore al giorno: sebbene l’uso degli stessi prodotti in ambito consumer o prosumer sia completamente differente, le informazioni periodicamente condivise da Backblaze hanno comunque una certa valenza.

E nel caso degli SSD i dati sono sicuramente positivi: un modello di Seagate della serie Barracuda da 250 GB di capienza ha fatto segnare un AFR pari allo 0,7%. Per altri modelli di casa Seagate non si va comunque oltre l’1%.

La conclusione è quella che già conoscevamo: l’affidabilità degli SSD è molto elevata e un utente tipico non ha nulla di cui preoccuparsi, posto che l’utilizzo di efficaci politiche di backup resta sempre di primaria importanza. In ogni caso in un altro articolo vediamo perché la formula per stimare la durata degli SSD va presa con le dovute cautele.

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