App Immuni: pubblicato il codice sorgente delle versioni Android e iOS

Rilasciato il codice sorgente dell'app Immuni nelle versioni per Android e iOS. L'applicazione per il tracciamento della diffusione del Coronavirus sarà rilasciata tra qualche giorno sugli store di Google ed Apple.

È stato pubblicato oggi su GitHub il sorgente dell’app Immuni, sviluppata dalla milanese Bending Spoons per conto del Governo italiano. Si tratta dell’ormai nota applicazione, che sarà presto pubblicata negli store di Google ed Apple, e potrà essere installata su richiesta dei singoli utenti per acconsentire al monitoraggio delle infezioni da COVID-19.

Nell’articolo Come funziona Immuni e qual è il comportamento delle app anti Coronavirus ne abbiamo spiegato il funzionamento nel dettaglio confermando che l’italiana Immuni si baserà sulle API di Google ed Apple usando uno schema decentralizzato: Google ed Apple avviano la distribuzione delle API anti-Coronavirus.

Visitando questa pagina su GitHub chiunque ha da oggi la possibilità di esaminare in anteprima il codice sorgente dell’app Immuni che è e rimarrà un progetto opensource e un software libero. La pubblicazione sugli store ufficiali dovrebbe avvenire tra fine maggio e i primi giorni di giugno: nel frattempo è possibile seguirne le evoluzioni, con gli sviluppi finali proprio controllando la lista degli aggiornamenti applicati al codice su GitHub.
Il codice sino ad oggi pubblicato è relativo solamente alla parte client mostrando il funzionamento delle app Android e iOS. I meccanismi utilizzati lato server non sono stati ancora condivisi.

All’avvio di Immuni, l’applicazione chiederà di specificare la propria provincia di residenza: evidentemente si tratta di una misura in più per suddividere con efficacia il volume di notifiche inviate su base geografica. Una o più notifiche ai singoli cittadini vengono infatti trasmesse sui loro dispositivi mobili soltanto nel caso in cui fossero venuti a contatto con persone infette. Nel caso in cui il volume delle notifiche dovesse aumentare in specifiche zone del Paese, potrebbe partire automaticamente un’allerta alle autorità governative e a quelle sanitarie.

Sfruttando la tecnologia Bluetooth LE, l’impatto sull’autonomia della batteria dovrebbe essere minimo. Inoltre, sebbene non vengano conservati dati utilizzabili per identificare personalmente un individuo con nome e cognome (o per risalire al numero telefonico della sua utenza mobile), il legislatore ha stabilito che tutte le informazioni dovranno essere automaticamente rimosse entro il 31 dicembre 2020.

Un dettaglio non sfuggirà però ai più attenti: nel file AUTHORS di Immuni è riportato: “Copyright (c) 2020 Presidenza del Consiglio dei Ministri“.
Il pacchetto viene invece pubblicato su GitHub con licenza GNU AGPL-3.0. Si tratta di una licenza che inquadra effettivamente il software tra quelli “liberi” richiedendo semmai che il codice sorgente, se modificato, debba essere sempre reso disponibile a chiunque utilizzi l’opera sulla rete. Da un lato si parla insomma di copyleft, dall’altro c’è un richiamo al copyright. Qualcosa non torna.

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