AMD sta già lavorando su tre nuove generazioni di processori Zen

Michael T Clark, Chief Architect di AMD, racconta la storia di un'architettura di grande successo e i cambiamenti che si sono susseguiti negli ultimi cinque anni.
AMD sta già lavorando su tre nuove generazioni di processori Zen

Si celebrano in questi giorni i primi 5 anni della fortunata architettura AMD Zen nata per volontà di Lisa Su e del noto progettista Jim Keller.

Michael T Clark è entrato in AMD nel 1993, fresco di laurea, come Corporate Fellow. La sua carriera in azienda è stata una continua escalation: da ingegnere di base nella progettazione dei microprocessori Clark è diventato Lead Architect per diversi progetti chiave AMD fino a diventare Chief Architect per l’architettura Zen.

Nel corso di una lunga intervista rilasciata ad AnandTech Clark ha raccontato la storia recente di AMD e la nascita del progetto Zen fornendoo anche alcune informazioni sul futuro dei processori realizzati dalla società di Sunnyvale.

Clark ha detto innanzi tutto che AMD ha saputo reagire in un momento in cui stava vivendo una grave crisi finanziaria. Il fallimento di Bulldozer fu cocente, anche se le basi furono considerate valide, e l’azienda doveva assolutamente raggiungere l’ambizioso obiettivo di aumentare il valore IPC (istruzioni per clock) del 40%.
Il Chief Architect non ha smentito che AMD congelò una parte di fondi per sollecitare lo sviluppo dei suoi microprocessori ma il problema fu tenere salda la squadra dei tecnici perché vista la mal parata in molti avevano deciso di andarsene.

Con l’architettura Bulldozer, rivela Clark, lui e i suoi colleghi hanno imparato che progettare e realizzare core x86 significa trovare il giusto equilibrio tra frequenza, IPC, potenza e area.
La scelta del nome Zen rifletteva proprio questo pensiero: la necessità di lanciare sul mercato un’architettura bilanciata.

Se si punta su frequenze di clock molto elevate, aggiunge Clark, ma si tende a schiacciare l’IPC si finirà per ottenere un design scadente e un aumento dell’area occupata dal processore. Se si punta molto sull’IPC e si giocano le carte dell’area e della potenza il risultato non sarà quello sperato.
Il segreto è quello di ottenere l’IP cercato usando una soluzione capace di ottimizzare l’uso del transistor. Aggiungere “un mucchio di core” (in un altro articolo abbiamo visto cosa sono i core di un processore) per far crescere l’IPC con l’area occupata che aumenta considerevolmente non stiamo facendo progressi, ha dichiarato ancora l’ingegnere.

Insieme con Zen si parlò in passato di un altro interessante progetto ARM ovvero Skybridge che si prefiggeva come obiettivo quello di utilizzare uno stesso socket sia per un SoC x86 che per un SoC ARM (fu battezzato K12). AMD preferì però puntare tutto su Ryzen nonostante un nutrito team di tecnici stesse lavorando con impegno su K12.
Su questo aspetto Clark non ha fornito particolari chiarimenti limitandosi a dire di essersi concentrato in prima persona su Zen. Soltanto da qualche tempo si è tornati a parlare del vivo interesse di AMD per ARM per creare un SoC alternativo all’Apple M1 e agli ultimi suoi “fratelli” (M1 Pro e M1 Max).

A proposito del futuro, in un video del 2018 Clark si lasciò scappare che stava all’epoca lavorando su Zen 5 quando si sa che i processori Ryzen 6000, i primi basati su Zen 4 arriveranno entro fine 2022.
Da quelle dichiarazioni sono passati anni e Clark non smentisce il fatto che stia al momento lavorando su almeno tre generazioni successive. Tenendo però ben presente che ciò che si sta realizzando potrebbe essere completamente rivisto perché dovrà essere adeguato ai cambiamenti del mercato.

In un recente video di AMD diffuso in occasione delle celebrazioni per i 5 anni di Zen è stato fatto presente come l’utilizzo di core più scalabili fosse l’approccio da preferire per il futuro rispetto ai design ibridi oggi tanto in voga.
Le difficoltà nel costruire un core largamente scalabile, dai milliwatt alle decine di watt, risiede nella progettazione logica, nelle problematiche legate alla gestione della potenza e nella fase di produzione.
Clark ha detto che il grande successo di Zen è stata proprio l’abilità di “scalare” adattandosi ai vari segmenti di mercato andando a colmare i buchi che col tempo si erano venuti a creare. AMD vuole continuare sulla stessa strada anticipando le esigenze di mercato.

Gli occhi, viene rivelato, sono comunque costantemente puntati sulla concorrenza per verificare come si sta muovendo. Clark spiega che da non lato AMD non sta alla finestra ad aspettare i principali rivali: vengono fissati degli obiettivi e si cerca di raggiungerli indipendentemente da ciò che sta facendo la concorrenza. Purtuttavia viene fatto presente che oggi AMD ha tutti gli strumenti per rispondere rapidamente a mutate condizioni di mercato.

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