Anniversario del MIT: si parla di interfacce e web futuro

In occasione del 25esimo anniversario dalla nascita del Massachusetts Institute of Technology (MIT), alcune importanti personalità e numerosi ricercatori si sono riuniti per discutere di alcune tecnologie destinate a comparire, in massa, in un...
Anniversario del MIT: si parla di interfacce e web futuro

In occasione del 25esimo anniversario dalla nascita del Massachusetts Institute of Technology (MIT), alcune importanti personalità e numerosi ricercatori si sono riuniti per discutere di alcune tecnologie destinate a comparire, in massa, in una vasta schiera di dispositivi elettronici.

Uno dei progetti sul quale si è speso il maggior numero di parole è ceramente LuminAR, un sistema che consentirà agli utenti di interagire con qualunque dispositivo utilizzando i gesti. Si tratta di un campo, questo, che sta riscuotendo un sempre maggior interesse tra i produttori hardware perché destinato a rivoluzionare completamente le modalità di interazione uomo-macchina. LuminAR, che vede tra le aziende che contribuiscono al progetto nomi come Intel e Microvision, impiega una combinazione di proiettori, sensori e computer uniti in un “contenitore” dalle dimensioni compatte. L’utente potrà così utilizzare la gestualità per far apparire una “tastiera virtuale” sulla scrivania dell’ufficio o di casa od avviare immediatamente una sessione di videoconferenza (ved. queste pagine).

Il meccanismo sul quale si basa LuminAR è spinto da un computer che poggia su un processore Intel Atom: esso mette a disposizione le risorse sufficienti per il controllo della robotica, la visualizzazione e l’elaborazione dei dati.

Ad un supertelefono capace di integrare caratteristiche similari avevano pensato, di recente, anche i membri dei laboratori Mozilla: Seabird (ved. questa notizia) è un telefono “futuribile” che propone, tra le altre caratteristiche, una videocamera da 8 Megapixel e due “picoproiettori” laterali.

Il MIT Media Lab è stata l’incubatrice, in passato, di molte tecnologie che sono state poi introdotte in moltissimi dispositivi ed impiegate oggigiorno da milioni di persone in tutto il globo. Ricordiamo, tra le tante, l’interfaccia “e-ink” utilizzata nei lettori di e-book come l’Amazon Kindle, nel videogioco Guitar Hero, nei “robottini” programmabili Lego Mindstorms.

In occasione del “simposio” organizzato dal MIT, la stampa ha raccolto anche una nuova intervista al CEO di Google, Eric Schmidt. L’amministratore delegato del colosso di Mountain View ha fornito alcuni suoi punti di vista sull’evoluzione futura del web e della Rete in generale.
Schmidt ha voluto sottolineare la parte del leone che rivestirà il “mobile”: ci sono 4 miliardi di telefoni al mondo e gli utenti hanno già, nelle proprie mani, tra 800 milioni ed 1 miliardo di smartphone. Secondo la legge di Moore, gli utenti che si collegheranno alla Rete, considerata la disponibilità – sul proprio device – di un browser, aumenteranno in modo esponenziale. “Cosa accadrà quando milioni di persone che non hanno mai fruito della Rete, ma solamente della TV, si troveranno nelle mani un potente telefono in grado di collegarsi in Internet?” Si chiede Scmidth. “E’ una novità, questa, con la quale dovremo misurarci“.

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