Collegarsi a Internet ovunque in viaggio in Italia e all'estero

Suggerimenti, soluzioni e strumenti per collegarsi a Internet in viaggio. Come ridurre le spese, trovare connessioni WiFi, usare la rete dati mobile e scambiare dati in tutta sicurezza.
Collegarsi a Internet ovunque in viaggio in Italia e all'estero

Quando ci si trova in viaggio per lavoro oppure per svago è frequente la necessità di collegarsi ad Internet ovunque. Per collegarsi a Internet in mobilità gli strumenti utilizzabili sono essenzialmente due: connettività Wi-Fi e connessione 3G/LTE.

Reti Wi-Fi sono disponibili molto di frequente presso stazioni, aeroporti, hotel, residence, villaggi, campeggi e case vacanza. In alcuni casi, com’è noto, per accedere a reti Wi-Fi pubbliche è necessario ottenere il “via libera” previa registrazione su un captive portal (spesso, dopo aver inserito il proprio nome e cognome ed un numero di cellulare, viene inviato – via SMS – con un codice di conferma); in altri casi, è sufficiente chiedere la password per l’accesso alla rete Wi-Fi al gestore della struttura in cui ci si trova.

Collegarsi in viaggio via Wi-Fi
La disponibilità di una rete Wi-Fi utilizzabile gratuitamente e senza limiti è sicuramente il modo migliore per continuare a svolgere la propria attività lavorativa anche in mobilità.
Prima di collegarsi alla rete Wi-Fi pubblica, ad esempio quella dell’albergo, sarebbe però bene effettuare una serie di verifiche a scopo precauzionale.

Dal momento che l’accesso all’hotspot Wi-Fi è condiviso con persone sconosciute, è essenziale seguire i suggerimenti che avevamo illustrato a suo tempo nell’articolo Collegarsi ad una rete Wi-Fi pubblica o non protetta: come proteggere i propri dati.
In Windows 10 è sufficiente accedere alle proprietà della rete WiFi e disattivare l’opzione Rendi individuabile questo PC: Differenza tra rete pubblica e rete privata in Windows 10.

In questo modo ci si accerterà che nessuna condivisione attiva, ad esempio, sul proprio sistema Windows, possa essere raggiungibile ed accessibile da parte degli altri utenti connessi alla medesima rete Wi-Fi. Neppure il contenuto delle cartelle pubbliche di Windows risulterà accessibile dai dispositivi di altri utenti egualmente collegati alla stessa rete WiFi.
Per approfondire, suggeriamo la lettura dell’articolo Usare WiFi aperte è sicuro? Come proteggersi.

È poi opportuno verificare l’utilizzo di connessioni cifrate, soprattutto se si utilizzasse la rete Wi-Fi per scambiare informazioni personali e dati sensibili.
Se si scarica la posta elettronica senza usare alcun protocollo di cifratura, il contenuto dei messaggi potrebbe essere letto da un utente malintenzionato che fosse collegato alla medesima rete Wi-Fi. Egli dovrebbe semplicemente porre in essere un’attività di sniffing dei pacchetti dati in transito usando Wireshark o software similari: Controllare quali attività sono in corso nella rete locale con Wireshark.
L’aggressore, poi, potrebbe non soltanto leggere il contenuto dei messaggi di posta scambiati in chiaro ma anche rubare nome utente e password utilizzati per il login al server email (POP3 o IMAP; SMTP per l’invio della posta elettronica).
Quando si usa un client email (Outlook, Thunderbird e così via) installato sul proprio PC, a sua volta connesso alla WiFi, è importante controllare ci si colleghi al server di posta usando il protocollo TLS: Email: SSL, TLS e STARTTLS. Differenze e perché usarli.

Diversamente, sarebbe preferibile accedere al proprio account di posta elettronica collegandosi dalla webmail (verificando l’utilizzo del protocollo HTTPS e di un certificato digitale).
Quando si naviga su siti web che non utilizzano il protocollo HTTPS, i dati scambiati potrebbero essere intercettati e letti da chi si fosse posto in ascolto sulla stessa rete Wi-Fi (sempre usando Wireshark o programmi simili).

Per maggior sicurezza, quando si utilizza una Wi-Fi pubblica od aperta si dovrebbe valutare l’impiego di una connessione VPN.
Già la connessione con siti web HTTPS permette di scambiare dati in modo sicuro senza che essi possano essere intercettati; purtuttavia, l’uso di una VPN offre le migliori garanzie quando si usa una WiFi pubblica gestita da terzi (vedere anche Lavorare viaggiando, come avere il proprio ufficio sempre con sé al paragrafo Collegarsi alla rete di casa o dell’ufficio da remoto).
Se si disponesse di un server VPN a casa o in ufficio (i router più completi e versatili supportano OpenVPN; vedere OpenVPN: come attivare il server VPN sul router) si potrà stabilire un collegamento cifrato da remoto oppure si potrà ricorrere a un servizio VPN di terze parti, da scegliere con attenzione: vedere Le migliori VPN a confronto. E anche le peggiori e Navigare anonimi senza che neppure il provider possa monitorare i siti visitati.

Suggeriamo anche di disattivare la funzionalità WPAD per evitare qualunque rischio: Connettersi a una rete WiFi pubblica in sicurezza: disattivare WPAD in Windows.

Connessione a reti Wi-Fi aperte

Il codice penale italiano prevede la pena della reclusione fino a tre anni per chi si introduce abusivamente in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza o comunque nei confronti di chi guadagni un accesso contro la volontà espressa o tacita del gestore o del proprietario dello stesso sistema.
Come precisato in alcune sentenze della Cassazione (n. 46509 del 27/10/2004; n. 6459 del 04/12/2006), tuttavia, non si commette reato se si accede ad Internet utilizzando una rete Wi-Fi non protetta, a patto che essa non venga utilizzata per commettere reati.

Nel caso in cui ciò dovesse avvenire, infatti, il primo ad essere chiamato in causa è sempre il proprietario della Wi-Fi che dovrà dimostrare l’utilizzo, a sua insaputa, del collegamento wireless da parte di terzi. Dal momento che tale eventualità potrebbe non essere di facile dimostrazione, ne consegue che – per evitare problemi – si dovrebbero sempre proteggere adeguatamente le proprie reti Wi-Fi. Nell’articolo Craccare reti WiFi: accedere alle reti WiFi protette avevamo spiegato quali possono essere “i punti deboli” in fase di protezione di una rete wireless e come proteggersi in maniera corretta.
Chi non protegge la propria rete Wi-Fi, in caso di vertenze, potrebbe essere comunque accusato di condotta negligente nella gestione della connessione wireless.

Anche l’utilizzo di strumenti come WPA Tester che non effettuano attacchi brute force ma che sfruttano alcune “leggerezze” nella generazione delle chiavi di accesso predefinite su alcune tipologie di router, dovrebbe essere limitato esclusivamente alla verifica delle proprie Wi-Fi. Sebbene infatti WPA Tester sia un’applicazione Android assolutamente legittima, il suo utilizzo per sottrarre le altrui password Wi-Fi resta sanzionabile penalmente.

Trovare reti WiFi utilizzabili in viaggio

Per essere informati circa la disponibilità nelle vicinanze di reti WiFi per collegarsi a Internet, anche protette da password, è possibile utilizzare l’ottima app Wiman.

Applicazione realizzata da un team di sviluppatori tutto italiano, Wiman mostra su una mappa interattiva la disposizione delle reti WiFi rilevate da altri utenti nelle zone limitrofe e vi permette un collegamento diretto.
Il funzionamento di Wiman è descritto, nel dettaglio, nel nostro articolo Rete WiFi protetta, come accedervi quando si è in viaggio.

Gli abbonati di Fastweb, Vodafone e Tiscali possono collegarsi – in viaggio, lontani da casa o all’ufficio – alle reti Fastweb WOW WIFI, Vodafone Wi-Fi Community e Tiscali Social WiFi.

Il funzionamento del servizio WOW WIFI di Fastweb è chiarito nell’articolo Come funziona WOW Fi e la tecnologia di Alcatel-Lucent.
Tutte e tre le offerte, gratuite per gli abbonati degli operatori citati, permettono di collegarsi a Internet usano una piccola porzione della banda condivisa da altri utenti residenti nella città e nelle località in cui ci si trova.
Quando la connessione non è utilizzata dal proprietario dell’utenza, la banda disponibile sarà più che sufficiente per qualunque tipo di attività. Viceversa verrà automaticamente limitata per non penalizzare le velocità di trasferimento dati dall’interno della rete locale del proprietario del modem router.

Nel caso di Vodafone questa pagina visualizza le aree ove è installato un hotspot WiFi accessibile gratuitamente dai clienti del provider.
Oltre ai Vodafone-WiFi (il servizio è erogabile servendosi di una Vodafone Station 2 o di una Vodafone Revolution), i clienti Vodafone possono accedere gratuitamente alle reti WiFi del network Fon (reti FON_FREE_INTERNET) oltre che alle reti delle società partner.
Per autenticarsi correttamente alle reti estere si dovrà inserire le proprie credenziali di accesso nella pagina di cortesia che si apre automaticamente avendo cura di anteporre il prefisso VF_IT/ davanti allo username Vodafone.

Connettersi a Internet in mobilità con 3G o LTE

Quando non sono disponibili reti wireless gratuite, l’alternativa più ovvia è quella di utilizzare una connessione dati 3G o LTE. Prima di partire, tuttavia, è bene verificare sui siti web dei vari operatori telefonici italiani l’offerta migliore per collegarsi ad Internet in mobilità, sia in termini di costo che di traffico dati compreso nel pacchetto.

Per collegarsi alla Rete mentre si è in viaggio è quindi necessario attivare la connessione dati dell’operatore telefonico di riferimento. Tipicamente, è necessario attivare un’opzione che permette di connettersi in mobilità versando un importo forfettario, un canone di abbonamento settimanale o mensile.

I piani tariffari proposti dai vari operatori mobili sono oggi basati sul traffico dati in entrata ed uscita (non si parla più di profili tariffari basati sul tempo di connessione).
Al momento non si tratta di quantitativi illimitati in termini di mega o gigabyte: è quindi bene fare attenzione alle modalità con cui si scambiano i dati.
È pur vero che gran parte degli operatori telefonici, nel caso in cui si dovesse consumare tutto il traffico dati compreso nell’offerta, non applicano ulteriori costi ma la velocità di trasferimento dati viene spesso abbassata ad un valore inadeguato (ad esempio, 32 kbps). Alcune offerte dati mobile recentemente presentate come “illimitate” abbassano a 128 kbps o anche meno la banda disponibile dopo il consumo di n gigabyte di dati.

Nell’articolo Consumare meno dati Internet con Android abbiamo presentato alcuni suggerimenti per evitare l’eccessiva erosione della soglia di traffico scongiurando lo scambio di dati superflui.

Il nostro consiglio, poi, è quello di accedere sempre alla propria area clienti (attivando un account personale sul sito dell’operatore telefonico mobile) e di controllare nell’area “Offerte per te” se fossero disponibili offerte gratuite per la connessione Internet in mobilità.
Molti operatori stanno promuovendo la possibilità di connettersi ad alta velocità in 4G/LTE. Sui siti web delle varie società si trovano offerte che permettono di collegarsi gratuitamente in mobilità per un mese dall’attivazione (successivamente verrà applicato il normale canone mensile).
Se ci si dovesse assentare per qualche giorno o settimana, l’attivazione di una delle promozioni citate potrebbe rivelarsi un’ottima idea, un’operazione a costo zero (l’offerta, per evitare il rinnovo automatico, dovrà eventualmente essere disattivata – su richiesta dell’utente – entro la scadenza).

Nonostante le più recenti offerte di connettività dati vengano pubblicizzate come “4G” non è indispensabile possedere un dispositivo compatibile LTE per utilizzarle. Nel caso in cui il device non supportasse LTE oppure nell’area geografica in cui ci si trova non fosse possibile connettersi in tale modalità, si ripiegherà automaticamente sull’utilizzo di una connessione 3G.

Mappa copertura rete cellulare

Stabilire, prima di mettersi in viaggio, con quale tecnologia l’operatore telefonico prescelto copre una determinata area geografica non è semplicissimo.
L’operatore italiano che offre maggiori informazioni in tal senso è senza dubbio Vodafone: collegandosi con questa pagina è possibile verificare le mappe di copertura di Vodafone (cliccare sul pulsante Verifica la copertura in basso). Le aree evidenziate in rosso, nel caso della connettività 4G, sono le zone in cui è oggi possibile collegarsi in mobilità alla più elevata velocità possibile.
Le zone in neretto, che appaiono selezionando “3G”, consentono invece di verificare la copertura UMTS/HSDPA.
Come spiega Vodafone, le informazioni raccolte consultando le mappe online dovrebbero essere prese con le molle: “sono ottenute di simulazione al calcolatore ad elevata attendibilità; la mappa si riferisce ad una copertura outdoor, ovvero all’esterno di edifici, ed ha carattere indicativo. Rispetto a quanto rappresentato, potrebbero riscontrarsi limitati casi di difformità locale nell’effettiva ricezione del segnale“, si legge sul sito web.

Molto buone anche le mappe di copertura Wind che, con una colorazione più scura e meno scura, indicano le aree geografiche raggiunte – rispettivamente – con la connettività 3G e 4G.

Anche 3 Italia offre una mappa di copertura anche se a carattere più generale.

Nel caso di TIM una mappa, peraltro non molto precisa, fornisce dati generici sul comune d’interesse per la copertura 3G, 4G, 4G Plus e 4.5G.

Esistono alcuni servizi (ad esempio OpenSignal) che consentono di accedere alle mappe di copertura generate dagli utenti che installano l’omonima applicazione sui dispositivi mobili Android ed Apple iOS. I dati sulla copertura dei vari operatori non sembrano però, almeno allo stato attuale, molto aggiornati e non riflettono la reale situazione.

Connettersi a Internet in Europa con il roaming zero

Fino a qualche tempo fa, utilizzare i piani dati degli operatori italiani all’estero era quasi impossibile: spesso venivano applicate tariffe salate per la connessione Internet in roaming. Inoltre, anche attivando un’offerta speciale per effettuare connessioni dati in mobilità all’estero, di solito la soglia che viene proposta era molto bassa (non più di qualche decina di megabyte al giorno, nei casi migliori).

Con l’approvazione del cosiddetto roaming zero la situazione è finalmente cambiata, almeno per i cittadini e i professionisti che si spostano – per lavoro o per svago – con il proprio smartphone dotato di SIM italiana sul suolo europeo.

Dal 15 giugno 2017 è possibile chiamare, inviare SMS e connettersi alla rete Internet in Europa alle stesse condizioni e prezzi del Paese di provenienza: l’operatore di telefonia mobile, salvo alcune eccezioni, è infatti tenuto ad applicare le stesse condizioni economiche praticate in Italia alla sua clientela.

Nell’articolo Roaming in Europa: da questa notte non esisterà più abbiamo citato tutti gli operatori e gli MVNO italiani che si sono adeguati alla normativa europea sul roaming zero.

Gli operatori hanno comunque facoltà di autotutelarsi applicando eventualmente, ove ritenuto necessario, le cosiddette “clausole di salvaguardia”: se, in un periodo di 4 mesi, un utente dovesse ad esempio usare la sua SIM italiana più all’estero che nel nostro Paese, sarà invitato a chiarire la sua posizione. Nel caso in cui le spiegazioni non fossero soddisfacenti, l’operatore della nazione di provenienza avrà titolo per applicare addebiti accessori. È insomma vietato acquistare una SIM in un altro Paese europeo, magari a prezzi e condizioni particolarmente agevolati, per poi usarla senza limitazioni in Italia.

Le soglie dati restano, in Europa, le stesse del Paese di provenienza. A meno che all’operatore di telefonia mobile italiano non si corrispondessero meno di 7,7 euro più IVA a gigabyte. In tal caso l’operatore può ridurre la soglia dati (è questo un punto importante da verificare con il provider, spulciando eventualmente le condizioni contrattuali).

Le nazioni europee interessate dall’iniziativa roaming zero sono esclusivamente le seguenti: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
Inoltre, Paesi come Islanda, Liechtenstein e Norvegia sono state aggiunte grazie ad accordi speciali. Possono trarre vantaggio dall’abolizione del roaming anche gli italiani che si trovano nel Regno Unito ma, in forza della Brexit, il futuro è incerto.

Solo quando ci si spostasse tra Paesi europei interessati dal roaming zero, si dovrà accedere alle impostazioni dello smartphone e attivare il roaming internazionale.


Per procedere sui dispositivi Android, per esempio, basta portarsi nelle impostazioni del sistema operativo, toccare la voce Roaming internazionale, selezionare Roaming dati e scegliere Sempre anziché Mai.


È ovviamente possibile definire un limite quotidiano per l’utilizzo della connessione dati in roaming nel caso in cui l’operatore italiano avesse impostato una soglia più bassa rispetto a quella praticata in Italia.

Quando si fosse in procinto di abbandonare il Paese europeo in cui vige il roaming zero, il consiglio è quello di disattivare per tempo il roaming internazionale dalle impostazioni dello smartphone riportando Roaming internazionale su Mai.
Il rischio potrebbe essere quello di transitare, mentre si è in viaggio, per i territori di nazioni che non hanno aderito al roaming zero, come la Svizzera. In tal caso, allora, si potrebbe incorrere in addebiti salati. Meglio “prevenire” per tempo.

Tethering, condividere l’accesso ad Internet 3G/LTE via Wi-Fi

Quando ci si collega ad Internet utilizzando la connessione dati 3G/LTE è possibile trasformare lo smartphone in un router Wi-Fi. In questo modo, si potrà scambiare dati in rete da qualunque altro dispositivo in grado di connettersi allo smartphone via Wi-Fi.

Nell’articolo Tethering WiFi su Android non funziona: ecco come risolvere, abbiamo spiegato come attivare la funzionalità tethering su Android che, appunto, consente di condividere la connessione 3G/LTE fra più dispositivi capaci di collegarsi allo smartphone via Wi-Fi.

Analoga possibilità è attivabile anche su Apple iOS accedendo al menù Impostazioni generali, Rete, Hotspot personale. Sulla piattaforma Apple, non tutti i provider permettono di abilitare il tethering e richiedono il pagamento di un importo addizionale.

Pocket hotspot, power bank e autonomia della batteria

Fra gli oggetti più utili quando si è in viaggio ci sono sicuramente i pocket hotspot: sono dispositivi che integrano un alloggiamento per l’inserimento diretto della SIM card e che fungono da router Wi-Fi (eccone alcuni esempi).

I pocket hotspot provvedono ad attivare la connessione dati con l’operatore telefonico di riferimento quindi consentono agli altri dispositivi di connettersi via Wi-Fi (vedere anche Connessione Internet non funziona: come collegarsi ugualmente al paragrafo Utilizzo di dispositivi Aircard).

Spesso, i pocket hotspot fungono anche da power bank: contengono cioè una batteria contraddistinta da una grande autonomia utilizzabile per alimentare, in condizioni di necessità, altri dispositivi mobili. Quando l’autonomia della batteria del portatile, dello smartphone o del tablet che si stanno utilizzando inizia a scarseggiare, si possono connettere i vari device via USB al power bank in modo da non interrompere mai il proprio lavoro.

Attenzione alle prese elettriche

Quando la batteria dei dispositivi elettronici si scarica, la connessione alla presa a muro è inevitabile. Se si è in viaggio oltre i confini nazionali, è bene verificare – prima di partire – l’adattatore che potrebbe essere necessario.
Per togliersi ogni dubbio, suggeriamo di consultare il sito web World Plugs che, una volta impostato il Paese di destinazione, permette di capire di quale adattatore ci si dovrebbe eventualmente munire.

Prima di utilizzare qualunque dispositivo con l’adattatore è comunque bene verificare se esso sia compatibile con gli standard della rete elettrica dell’altra nazione. Di solito tutti i caricabatterie degli apparecchi che si portano comunemente in viaggio supportano tutti i voltaggi e le frequenze. È bene comunque effettuare sempre un controllo.

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