Fatturazione a 28 giorni: gli operatori di telecomunicazioni dovranno rimborsare gli utenti

È arrivata oggi l'attesa decisione del Consiglio di Stato in merito all'appello presentato da Vodafone, Wind Tre e Fastweb: è stato disposto il risarcimento degli utenti rigettando le richieste avanzate dagli operatori.

Si attendeva da settimane la decisione del Consiglio di Stato sui ricorsi presentati da Vodafone, Wind Tre e Fastweb in merito alla restituzione delle somme agli abbonati dopo il passaggio alla fatturazione a 28 giorni (nel periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data di ripristino della fatturazione su base mensile).

Dopo la sospensiva dei rimborsi disposta dal TAR, inizialmente fissata al 31 dicembre 2018 e poi prorogata fino a maggio 2019 (vedere Niente rimborsi per la fatturazione a 28 giorni: gli operatori ottengono una sospensiva), il Consiglio di Stato ha stabilito che gli operatori dovranno restituire gli importi indebitamente trattenuti con una compensazione in fattura.

Secondo le stime, le società dovrebbero complessivamente stornare dalle bollette importi per circa un miliardo di euro.

In questi mesi diversi operatori si sono attivati per proporre alla clientela alternative ai rimborsi in bolletta (nell’articolo Fatturazione a 28 giorni: TIM propone una soluzione alternativa per i rimborsi ad esempio le proposte di TIM).
Stando all’analisi elaborata e pubblicata da SosTariffe.it, in molti casi le proposte dei provider sarebbero più convenienti rispetto ai rimborsi. Secondo le simulazioni, in media i servizi alternativi proposti dalle compagnie telefoniche varrebbero 52 euro mentre il valore medio dell’indennizzo monetario è di 18 euro.
Il paniere dei servizi alternativi proposti è molto ampio: dalle chiamate illimitate, ai pacchetti di gigabyte anche da condividere, dai trattamenti in centri benessere fino ai voucher e agli abbonamenti a riviste.

Guardando più nel dettaglio tuttavia, si nota come non sempre optare per le offerte delle compagnie telefoniche comporti un effettivo vantaggio. I ristori proposti dai provider, infatti, oscillano da un valore minimo di 28 euro a un massimo di 61 euro“, osserva sempre SosTariffe.it.

Resta ancora pendente la decisione sull’appello presentato da TIM anche se a questo punto è difficile pronosticare un esito diverso da quello depositato in data odierna. Stiamo verificando qual è la prassi prevista per coloro che nel frattempo avessero cambiato operatore.

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