Obsolescenza programmata: Apple nella bufera

Dalla Francia accuse pesanti nei confronti di Apple che sulle batterie e sulle prestazioni degli iPhone più vecchi potrebbe aver "giocato sporco" traendone un vantaggio indebito.

L’obsolescenza programmata è la sempre più diffusa strategia, tra i produttori di dispositivi elettronici, di definire a priori il ciclo vitale di un oggetto. Il fine ultimo è, evidentemente, quello di limitarne la durata così da spingere i consumatori a un nuovo acquisto.

Nell’occhio del ciclone questa volta c’è Apple che ha recentemente ammesso di ridurre artificiosamente le prestazioni dei suoi iPhone più vecchi (iPhone 7, 6, 6s e SE): Apple ha confermato di limitare le prestazioni degli iPhone più vecchi.


I portavoce della Mela hanno spiegato che iOS limita le performance degli iPhone per “un buon motivo”, ovvero per scongiurare improvvisi spegnimenti del dispositivo nel caso in cui l’utente usasse una batteria ormai divenuta particolarmente usurata.

Il problema è che Apple non ha informato i suoi clienti suggerendo ad esempio la sostituzione della batteria, operazione che permette di ridare nuova vita ai vecchi iPhone ripristinandone le prestazioni attese. Per questo motivo sono partite alcune class action: Prestazioni degli iPhone ridotte artificiosamente: tre class action contro Apple.

Non è bastata quindi l’offerta di Apple per la sostituzione delle batteria a prezzo agevolato (Sostituzione della batteria a 29 euro per tutti i possessori di vecchi iPhone): in Francia l’associazione Halte à l’obsolescence programmée che appunto combatte l’utilizzo dell’obsolescenza programmata da parte delle aziende, ha denunciato Apple.

A seguito dell’esposto, la Procura della Repubblica di Parigi ha avviato un’inchiesta a carico di Apple ipotizzando anche il reato di truffa ai danni dei consumatori.
Il comportamento di Apple, che ha ridotto arbitrariamente le prestazioni dei dispositivi, potrebbe configurarsi nell’attivazione di un impianto che guarda all’obsolescenza programmata come strumento per esortare gli utenti all’acquisto di nuovi iPhone.

In Francia l’utilizzo dell’obsolescenza costituisce reato (dal 1° luglio 2016) e l’ammenda prevista parte da un minimo di 300.000 euro fino al 5% del volume di affari dell’azienda ritenuta colpevole.

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