SSD PCI Express, cosa sono e come funzionano

È di oggi la notizia del lancio, da parte di HyperX - divisione di Kingston Technology -, delle nuove unità SSD PCI Express (PCIe)HyperX Predator da 240 e 480 GB.

È di oggi la notizia del lancio, da parte di HyperX – divisione di Kingston Technology -, delle nuove unità SSD PCI Express (PCIe)HyperX Predator da 240 e 480 GB.
Si tratta di SSD che, grazie all’utilizzo dell’interfaccia PCIe – sì, proprio quella fino a poco tempo fa utilizzata essenzialmente per la connessione alla motherboard di schede video – permettono di abbattere le limitazioni dei 6 Gb/s SATA III.

SSD PCI Express, cosa sono e come funzionano
I nuovi HyperX Predator, ad esempio, vengono accreditati di velocità di trasferimento dati pari a 1.400 MB/s in lettura e 1.000 MB/s in scrittura.
HyperX ha utilizzato il nuovo socket M.2 pur consentendo la connessione degli SSD ad un normale slot PCI Express mediante l’utilizzo dell’adattatore HHHL (Half-Height Half-Length).

Per dare un’idea di prezzo, gli HyperX Predator SSD PCIe M.2 240 GB saranno in commercio a circa 230 dollari; con l’adattatore HHHL costeranno dieci dollari in più. La versione da 480 GB, invece, costerà 458 dollari (slot M.2) e 470 dollari (con adattatore HHHL).

Che cosa sono gli SSD PCI Express (PCIe)

Le unità SSD HyperX dotate di interfaccia PCI Express non sono propriamente una novità. Già altri produttori hanno, nei mesi scorsi, presentato le loro prime soluzioni (esempio: Samsung presenta SM951, un SSD PCIe superveloce; altri esempi su Amazon).
Quello dello storage è un segmento di mercato spumeggiante, in continua evoluzione. Se inizialmente gli SSD PCIe erano pensati quasi esclusivamente per il mondo dei server, adesso questi prodotti iniziano già a fare l’occhiolino all’utenza professionale e domestica.

Le specifiche SATA III o 3.0 (6 Gbps in termini di trasferimento dati, almeno in linea teorica) sono state definite in un’epoca in cui gli hard disk magnetomeccanici, quelli di tipo tradizionale, la facevano ancora da padroni. Gli SSD erano ancora piuttosto onerosi, non molto diffusi e non così affidabili come i modelli oggi in commercio (vedere l’articolo La durata degli SSD è un parametro di cui preoccuparsi?.

Il socket M.2 è stato progettato per esaltare le prestazioni delle unità a stato solido ed è interessante non soltanto perché offre la possibilità, alle schede di espansione, di collegarsi al bus PCI Express ma anche a molti altri bus.
Sviluppato per rimpiazzare le interfacce mSATA e mini PCI Express (due vecchi standard utilizzati per la connessione di SSD e schede Wi-Fi in molti notebook), M.2 permette l’utilizzo di schemi di connessione differenti che possono consentire il collegamento ad altri bus come USB 2.0, USB 3.0 SATA 3.0, DisplayPort e così via.

Gli SSD PCIe come quelli di HyperX presentano un’unica tacca perché sono studiati per la connessione ad un’unica tipologia di slot M.2. In questa pagina (M.2 cards keying and provided interfaces) è possibile trovare una tabella che riassume i vari schemi di slot M.2: quelli di utilizzo comune, comunque, sono quelli contrassegnati con gli identificativi A, B, E ed M.
La posizione della tacca sugli HyperX Predator PCIe, conferma che si tratta di SSD facenti uso dello slot M.2 “M” (PCIe 2.0 x4).

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