Western Digital e Kalista IO vogliono migliorare le prestazioni degli hard disk SMR

Le latenze che gli hard disk SMR talvolta introducono rendono queste unità, seppur più economiche, inadatte per diversi campi applicativi. Western Digital potrebbe avere in tasca la soluzione.

La tecnologia SMR (shingled magnetic recording) ha permesso ai principali produttori di dischi fissi di offrire sul mercato prodotti in grado di assicurare più ampie possibilità di memorizzazione dei dati a fronte di un prezzo più basso.
I dati salvati sull’hard disk SMR vengono infatti parzialmente sovrapposti ricorrendo a una struttura “a tegola” come visto nell’articolo Hard disk: cosa cambia con la tecnologia SMR.

Proprio a causa della struttura adottata, però, quando nuovi dati devono sostituire i vecchi già conservati su un’unità SMR, un intero insieme di tracce deve essere letto, cancellato e riscritto. Ciò richiede molto tempo e a volte può introdurre latenze più lunghe del normale quando molte scritture sono in coda sull’unità. Queste latenze implicano che le prestazioni di un hard disk SMR siano piuttosto imprevedibili e che certamente si tratta di prodotti inadatti per l’uso su server NAS.

Adesso, grazie alla collaborazione avviata con Kalista IO, Western Digital ritiene di aver trovato la soluzione agli svantaggi della tecnologia SMR.

Gli ingegneri di Kalista IO hanno infatti sviluppato il software Olympus che rende più veloci le unità disco SMR in fase di scrittura. Disponibile come soluzione hardware, pacchetto software e immagine virtualizzata, Olympus basa il suo funzionamento su due servizi principali: Phalanx e Abacus.

Il software è stato progettato con una specifica architettura che previene la concentrazione delle operazioni di scrittura più pesanti, minimizza le attività I/O concorrenti e consente di scalare performance e capacità.

Secondo le due aziende, Phalanx fornisce prestazioni costanti e prevedibili riducendo significativamente le latenze dovute alla gestione delle code. Si comincerà con l’hard disk SMR Western Digital Ultrastar HC600 che comunque è stato già ampiamente messo alla prova nel corso di una serie di test di laboratorio.

I tecnici hanno voluto paragonare le prestazioni dell’unità con e senza l’utilizzo di Phalanx sottoponendola a importanti carichi di lavoro con Apache Hadoop e Ceph, piattaforma di archiviazione software opensource.

Phalanx avrebbe migliorato le prestazioni dell’unità di circa il 58% in termini di IOPS garantendo performance 10 volte più prevedibili rispetto all’approccio tradizionale (usando Ceph come banco di prova in scrittura). Con Hadoop, in lettura, si sarebbe pervenuti a un throughput medio che è risultato migliore del 19% rispetto al mancato utilizzo della piattaforma realizzata da Kalista IO.

Al momento non si hanno ulteriori informazioni tecniche ma Western Digital potrebbe così mettere fine alle critiche che in alcuni frangenti hanno dovuto incassare le unità SMR: Western Digital corregge l’errore: ecco i WD Red Plus di tipo CMR adatti ai server NAS.

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