Xiaomi risponde alle accuse sul monitoraggio delle sessioni di navigazione

La cinese Xiaomi precisa per quali finalità vengono raccolti i dati sulla navigazione web e rilascia un aggiornamento per disattivare l'attività allorquando venisse usata la modalità di navigazione in incognito.

In un reportage apparso di recente nelle “colonne” di Forbes la nota rivista statunitense di economia ha puntato il dito contro Xiaomi accusando l’azienda cinese di trasferire dati sugli utenti dei suoi dispositivi mobili anche quando hanno attivato la modalità di navigazione in incognito.

Innanzi tutto, va chiarito che le contestazioni mosse da Forbes si riferiscono solo alle applicazioni Mi Browser e Mint di Xiaomi: chi non utilizza tali browser non è in alcun modo interessato dal problema (anche se vale la pena comunque riflettere sui termini di licenza d’uso e sulle condizioni di utilizzo di servizi ed applicazioni di altri fornitori).

Il tracciamento delle informazioni sulla cronologia di navigazione è un tema ben noto: i dati sulle sessioni web sono utilizzate per vari scopi da tutti i principali produttori con diversi livelli di trasparenza. L’argomento della “sicurezza” o del “miglioramento” dei servizi e delle applicazioni viene spesso portato sul tavolo per giustificare una raccolta di dati ma molto spesso la “finalità principe” rimane l’esposizione di messaggi pubblicitari mirati.

La modalità di navigazione in incognito, integrata in tutti i principali browser web (vedere Navigazione in incognito, quando utilizzarla?), consente di avviare una sessione di navigazione “pulita” sbarazzandosi di qualunque elemento usato per il tracciamento del proprio dispositivo.

Forbes ha contestato a Xiaomi che, per quanto riguarda i suoi browser, il monitoraggio delle sessioni di navigazione dovrebbe risultare disattivato almeno per quanto concerne la navigazione in incognito.

In un comunicato ufficiale Xiaomi ha in primis precisato di usare tutte le misure standard per garantire l’anonimato dei dati raccolti (le informazioni non sono riconducibili ai singoli dispositivi e utenti) precisando anche che essi sono memorizzati su server fisicamente posti fuori dai confini cinesi (il governo di Pechino non può in ogni caso accedervi).
Xiaomi, tuttavia, non nega di aver raccolto i dati anche nella modalità in incognito dei suoi browser e spiega che tale attività è volta a ottimizzare il funzionamento di Mi Browser e Mint velocizzando il caricamento di servizi e pagine Internet.

Mi Browser e Mint Browser sono stati inoltre aggiornati per consentire agli utenti di disattivare completamente la raccolta dei dati durante l’uso della navigazione in incognito. Mi Browser/Mi Browser Pro versione 12.1.4 e Mint Browser versione 3.4.3 supportano la nuova opzione (impostazioni del browser, Modalità in incognito, Enhanced Incognito mode).

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