AtlasOS: cos'è la versione di Windows 10 22H2 ridotta all'osso

AtlasOS interviene pesantemente su Windows 10 22H2 per renderlo leggero e veloce. L'idea è quella di venire incontro alle esigenze degli appassionati di gaming. Il rovescio della medaglia è che vengono disattivate funzionalità essenziali di Windows, con conseguenze pesanti anche in termini di sicurezza.

Tutti ne parlano in queste ore: AtlasOS è uno degli argomenti di tendenza del momento. Il progetto viene presentato come una versione trasparente e più scattante di Windows 10 che elimina tutto il superfluo dal sistema operativo Microsoft. Sebbene non sia stata ancora pubblicata una versione per Windows 11, gli autori di AtlasOS hanno annunciato di aver appena aggiornato il progetto a Windows 10 22H2.

Cos’è AtlasOS

Sul sito ufficiale di AtlasOS, si legge che: “Windows è lento, goffo e inaffidabile. AtlasOS riporta in vita il sistema essendo progettato per massimizzare le prestazioni riducendo al minimo la latenza. Sperimenterai un Windows più fluido e reattivo e frame rate più elevati rispetto all’utilizzo di Windows standard“. Sì, perché come viene chiaramente indicato, AtlasOS è una soluzione progettata per venire incontro alle esigenze dei videogiocatori che desiderano aumentare il valore dei frame per secondo e migliorare significativamente le performance durante le attività di gaming online.

AtlasOS va a modificare la configurazione di Windows 10 disattivando un’ampia schiera di servizi e regolando alcuni parametri del sistema operativo per ottimizzarne le prestazioni complessive.

Per procedere in tal senso, viene utilizzato un Playbook personalizzato ovvero un file in formato .abpx che contiene la “ricetta” per le modifiche da applicare alla configurazione di Windows. Il Playbook viene passato ad AME Wizard, un software open source che automatizza il modding di Windows e che può essere utilizzato da parte di chiunque.

Cosa non è AtlasOS

Diversamente da quello che si potrebbe pensare, AtlasOS non è un sistema operativo ma un insieme di personalizzazioni che vengono applicate a Windows 10 (e in futuro anche a Windows 11…) per renderlo più scattante e venire incontro alle esigenze degli appassionati di gaming.

Non è una soluzione, quindi, che dovrebbe essere utilizzata a livello generalizzato. In questa pagina di supporto, gli ideatori di AtlasOS chiariscono che il loro sistema disattiva Microsoft Defender, la funzionalità Ripristino configurazione di sistema, lo strumento Reimposta il PC e addirittura anche Windows Update. Scusate se è poco. Ci è difficile pensare a un PC sul quale gli aggiornamenti di Windows siano disattivati definitivamente: quel sistema può essere esposto a rischi di attacchi informatici e fungere da facile preda per un aggressore che tentasse di muoversi lateralmente sulla rete LAN.

AtlasOS, però, non si ferma qui: come viene accennato al paragrafo More performance nella pagina GitHub del progetto, gli script integrati nel sistema provvedono a disattivare servizi che costituiscono la spina dorsale di Windows: passi per Edge o OneDrive, che da molti vengono ritenuti un peso inutile (da coloro che non li usano), ma rendere inutilizzabile la stampante, impedire l’utilizzo di BitLocker o neutralizzare le varie correzioni aggiunte nel corso del tempo per attenuare le vulnerabilità Spectre, Meltdown e derivate (varie tipologie di attacchi side-channel a livello di processore) sembra onestamente troppo, anche per un PC destinato esclusivamente ad attività gaming.

Rimuovere tante funzionalità di sistema e molteplici strumenti di protezione aggiunti in Windows che, in alcuni casi, sono una vera e propria conquista, per fare un sacrificio sull’ara del gaming e delle performance a tutti i costi, non è forse una grande idea. Neppure per chi ha l’accortezza di mantenere completamente isolato il sistema basato sulle personalizzazioni applicate con AtlasOS.

Come velocizzare davvero Windows 10 e Windows 11

Uno dei problemi di AtlasOS è che per “i comuni mortali” non è propriamente semplice verificare quali e quante modifiche vengono automaticamente applicate. Da parte nostra riteniamo che sia molto più sensato limitarsi ad applicare un ridotto numero di interventi sulla configurazione di Windows 10 e Windows 11 che contribuiscono a velocizzare il sistema senza affossarne completamente la sicurezza e senza privarlo di funzionalità essenziali.

Basta infatti consultare il repository GitHub di AtlasOS per rendersi conto del vastissimo numero di script che vengono automaticamente applicati su Windows 10: sono frutto delle segnalazioni di tanti volontari e del lavoro di anni, per carità, però le modifiche applicate sono assolutamente invasive e “pesanti”.

Nell’articolo su come velocizzare Windows 10 in poche mosse abbiamo presentato uno script che permette di scegliere, uno per uno, gli interventi da apportare all’installazione del sistema operativo in uso: ciascuno di essi è documentato in modo chiaro e le operazioni da apportare possono essere verificate, personalizzate o eliminate completamente.

In un altro articolo abbiamo visto come ottimizzare Windows 11 e velocizzare il sistema con un file batch ancora più semplice e immediato che si limita a modificare i comportamenti del sistema operativo che sono generalmente più fastidiosi o che contribuiscono a rallentare inutilmente la macchina.

Insomma, abbiamo dedicato decine di approfondimenti all’hardening dei sistemi fornendo indicazioni su come proteggere server e workstation dagli attacchi informatici: AtlasOS è la negazione di queste esigenze. E se è vero che è dedicato a un pubblico di “smanettoni”, di appassionati di gaming, non certo di professionisti o di utenti aziendali, dall’altro può rappresentare un punto vulnerabile all’interno di una qualunque rete, che oggigiorno non può e non deve esserci.

Non è affatto vietato personalizzare il funzionamento di Windows: il fatto che Microsoft, ad esempio, continui a installare applicazioni potenzialmente indesiderate sui sistemi degli utenti (anche chi ad esempio utilizza l’edizione Pro di Windows 10 e 11) è un modus operandi a nostro avviso completamente sconveniente. Abbiamo visto come evitare questo comportamento sia con interventi diretti che con blocco delle app inutili mediante policy GPO. Sradicare però componenti software necessari per il funzionamento del sistema operativo, per l’accesso ad alcune caratteristiche di utilizzo comune e per la sicurezza della macchina ha però davvero poco senso.

In conclusione, non sta davvero a chi scrive esprimere un “giudizio definitivo” su AtlasOS: l’intento di questo articolo è quello di rendere edotto chi scegliesse di servirsene che si tratta di una configurazione di Windows particolare da usare per esigenze specifiche, senza esporre porte, senza usare il sistema per altre finalità (ad esempio browsing sul Web, messaggistica, cloud storage,…), con la massima consapevolezza. Tenendo presente che non si tratta di un progetto destinato a tutte le tipologie di utenza.

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