Broker dati fallisce? Ecco che fine fanno le tue informazioni

Il caso di Near scuote gli Stati Uniti: che fine fanno le informazioni dei broker dati che dichiarano il fallimento?

Al giorno d’oggi chiunque abbia a cuore la propria privacy conosce, anche solo vagamente, i broker dati.

Queste aziende raccolgono, in modo invadente ma legale, i dati di utenti online per poi sfruttarli a fini commerciali. Stiamo parlando di veri e propri colossi che, come qualunque altra compagnia, sono potenzialmente soggette al fallimento.

Soli tre anni fa, una delle più grandi aziende di questo fiorente settore, ovvero Near, ha chiuso i battenti. Tenendo conto che la compagnia deteneva i dati di 1,6 miliardi di persone sparse in ben 44 paesi, che fine hanno fatto queste preziose informazioni?

Di fatto, qualunque altra azienda può acquistare il “pacchetto completo”. Questa possibilità ha sollevato diversi dubbi presso il Congresso degli Stati Uniti. A sollevare il dubbio è stato il senatore Ron Wyden nel corso della scorsa settimana, chiedendo alla Federal Trade Commission (FTC) una maggiore tutela dei consumatori in questo senso, proprio citando il caso di Near.

La richiesta di Wyden è conseguente a un inquietante rapporto del Wall Street Journal dello scorso anno, in cui veniva riportato come Near avesse venduto alcuni dati a un gruppo anti-abortista (noto come Veritas Society) che utilizzava gli stessi per direzionare annunci pubblicitari verso un target specifico.

Non solo: a quanto pare, Near ha ceduto dati sulla posizione dei consumatori al Dipartimento della Difesa e alle agenzie di intelligence.

Caso Near e non solo: come evitare la fuga di informazioni quando un broker dati fallisce?

Near, durante il suo periodo di attività, aveva proposto una clausola apposita che, nel caso, permetteva all’azienda di rivendere il proprio database di informazioni.

Questo tipo di cavillo burocratico è comune in qualunque tipo di impresa ma, quando questa tratta dati in quantità così massiccia, la situazione risulta a dir poco delicata. Nonostante la situazione sia stata affrontata oltreoceano, la questione legata a data broker e potenziali fallimenti è ben tangibile anche in Europa. Basti pensare che, la già citata Near, aveva sede in India e ha raccolto informazioni da utenti di tutto il mondo.

A tal proposito, la prevenzione resta una delle poche reali armi a disposizione dei consumatori. Per fortuna, di recente, sono emersi nel mercato alcuni servizi specifici per tutelare i propri dati ed evitare situazioni spiacevoli.

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