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Builder.ai, la startup che promette di creare da zero app grazie all’AI, potrebbe essere una presa in giro: inizialmente acclamata come una rivoluzione nel settore dell’intelligenza artificiale, secondo Bloomberg sarebbe solo una colossale messa in scena. La presunta tecnologia avanzata era, in realtà, il frutto del lavoro manuale di ben 700 programmatori indiani e non certo il sistema che molti avevano creduto fosse completamente automatizzato.
Era tutto un fake
La piattaforma, pubblicizzata con il nome “Natasha”, prometteva di semplificare lo sviluppo di applicazioni grazie a un’interfaccia modulare e a processi completamente automatizzati. Tuttavia, indagini approfondite hanno rivelato che i progetti venivano realizzati manualmente, minando la fiducia degli investitori e dei clienti. La startup, che aveva raccolto 445 milioni di dollari da giganti come Microsoft e SoftBank, ha recentemente dichiarato bancarotta e molte cose “strane” stanno venendo a galla.
Le irregolarità non si fermano alla falsa rappresentazione tecnologica. Builder.ai è stata accusata di manipolare i propri dati finanziari attraverso il cosiddetto round-tripping, una pratica fraudolenta che prevede un giro di fatture false con aziende partner, come VerSe Innovation. Queste operazioni, avvenute tra il 2021 e il 2024, servivano a gonfiare artificialmente i ricavi, contribuendo a consolidare un’immagine ingannevole di successo finanziario.
AI: tra bolla, truffe e futuro incerto
Questo fenomeno di AI washing, ovvero l’esagerazione delle capacità dell’intelligenza artificiale per attrarre investimenti, non è un caso isolato. Anche la sua tecnologia “Just Walk Out” di Amazon, ad esempio, è stata criticata perché faceva largo uso di verificatori umani in India mentre Nate Inc., azienda che prometteva di rivoluzionare lo shopping grazie all’AI, in realtà affidava la selezione dei prodotti ad un call center nelle Filippine.
Il fallimento startup di Builder.ai solleva interrogativi cruciali sull’etica e sulla trasparenza nel settore dell’intelligenza artificiale. La pressione per soddisfare le aspettative degli investitori sembra spingere molte aziende a gonfiare le proprie capacità tecnologiche, creando un clima di sfiducia. Paradossalmente, i difetti riscontrati nei prodotti di Builder.ai, come codici malfunzionanti e funzionalità problematiche, sono simili a quelli delle soluzioni realmente basate su AI, alimentando ulteriore ironia e disillusione.