Buon compleanno, Windows 10: com’era davvero la prima versione rilasciata nel 2015?

Il 29 luglio 2015 Microsoft lanciava Windows 10, un sistema operativo pensato per superare le divisioni di Windows 8 e unificare l’esperienza su diversi dispositivi. A distanza di dieci anni, Windows 10 resta il sistema più usato al mondo, nonostante l'imminente fine del supporto e l'avvento di Windows 11.

Esattamente 10 anni fa, il 29 luglio 2015, Microsoft presentava al mondo Windows 10, una versione del sistema operativo fondamentale nella storia dell’azienda. Dopo le feroci critiche rivolte a Windows 8, l’obiettivo era chiaro: riconquistare utenti e sviluppatori, riunendo l’esperienza desktop e mobile sotto un’unica coerente piattaforma.

Sebbene Windows 11 sia stato presentato in versione finale a ottobre 2021, ancora oggi Windows 10 detiene il primato di sistema operativo più usato in assoluto, con il 49% circa delle quote di mercato (fonte: GlobalStats StatCounter, giugno 2025). E ciò a dispetto del fatto che Windows 10 raggiungerà la fine del suo ciclo di vita il 14 ottobre 2025.

Un ritorno alle origini… con un tocco moderno

Dieci anni dopo, è interessante voltarsi e analizzare com’era la prima versione di Windows 10, quali innovazioni portava, quali criticità evidenziava e come ha cambiato il modo con cui usiamo i PC.

Uno degli aspetti più evidenti della prima versione di Windows 10 (release 1507, build 10240) era la reintroduzione del menu Start. Dopo la confusione generata da Windows 8 e dal suo Start screen a tutto schermo, Microsoft decise di unire il meglio del passato con le “live tile” moderne. Il risultato fu un menu ibrido, che si adattava all’uso touch ma era familiare per gli utenti desktop.

Windows 10 voleva essere un sistema universale, con un’esperienza simile su PC, tablet, smartphone (con Windows 10 Mobile), Xbox e dispositivi embedded. Questa visione segnò anche l’inizio di un sistema operativo in evoluzione continua, aggiornato più volte l’anno anziché con cicli di release tradizionali. Fu proprio allora che Microsoft si allontanò dal concetto di Service Pack e passò ai feature update (aggiornamenti delle funzionalità), dapprima semestrali e poi annuali.

Le principali novità della prima versione di Windows 10

  • Cortana: L’assistente vocale Microsoft veniva integrato per la prima volta direttamente nel sistema operativo, con la promessa di offrire una ricerca intelligente e interazioni vocali. Non fu esattamente un successo, tanto che alla fine è stato derubricato a semplice assistente per gli utenti business e poi del tutto rimosso. Il suo posto è oggi occupato da Copilot, basato sull’AI Microsoft.
  • Microsoft Edge: Il successore di Internet Explorer faceva il suo debutto. La prima versione del browser usava ancora il motore EdgeHTML, successivamente sostituito con Chromium.
  • Desktop virtuali: Per la prima volta Windows integrava nativamente i desktop multipli, funzionalità amata da sviluppatori e professionisti.
  • Task View: Debutta una nuova interfaccia per gestire app e desktop virtuali, molto più intuitiva rispetto alla gestione classica di finestre.
  • Action Center: Un centro notifiche finalmente coerente, in stile mobile.
  • Windows Hello: Supporto al riconoscimento biometrico (volto, impronta, iride) per accedere al sistema in sicurezza.
  • Continuum: Permetteva ai dispositivi 2-in-1 di cambiare dinamicamente tra modalità desktop e tablet.

Una base solida ma non perfetta

Nonostante le grandi ambizioni e l’evidente miglioramento rispetto a Windows 8.1, Windows 10 build 10240 presentava diversi problemi e limitazioni, soprattutto nei primi mesi dopo la presentazione ufficiale.

I driver non erano ancora ottimizzati, e molti utenti segnalavano crash o problemi con hardware e periferiche. L’assistente vocale Cortana era inizialmente disponibile solo in pochi Paesi e supportava un numero limitato di lingue. Lo stesso browser Edge risultava molto acerbo, mancava di estensioni, aveva una gestione scarsa dei preferiti e soffriva di lentezza su alcuni siti.

Il modello di aggiornamento automatico tramite Windows Update, sebbene innovativo, sollevò numerose critiche da parte degli utenti professionali, per la mancanza di controllo e le interruzioni improvvise. Sebbene la situazione sia andata migliorando con il tempo, con l’aggiunta di nuove opzioni e di policy “ad hoc”, anche oggi chi preferisce conservare il massimo controllo sull’applicazione degli aggiornamenti deve modificare in profondità la configurazione del sistema.

In un altro articolo abbiamo spiegato come disattivare davvero gli aggiornamenti automatici in Windows 10 e in Windows 11.

Infine, Windows 10 fu criticato per la raccolta intensiva di dati telemetrici, che non potevano essere disattivati. Oggi stesso la raccolta di queste informazioni può essere limitata; tuttavia, per disabilitarla completamente è anche qui necessario applicare alcune modifiche più profonde.

Una visione a lungo termine

Il lancio di Windows 10 segnava l’inizio di una nuova strategia. Satya Nadella, allora da poco CEO di Microsoft, vedeva Windows non più come un prodotto da vendere in scatola, ma come una piattaforma dinamica, sicura e connessa ai servizi cloud. Da qui la crescente integrazione con OneDrive, Office 365 (oggi Microsoft 365), Azure e altri servizi online.

Adesso si sostiene spesso che nessun responsabile Microsoft abbia mai dichiarato che Windows 10 sarebbe stata l’ultima versione del sistema operativo. Eppure nell’articolo Windows 10 ultima versione di Windows: doveva davvero andare così, spieghiamo che l’affermazione è posta nero su bianco in un testo edito da Microsoft stessa: “Windows Internals, Book 1“.

Conclusioni

Windows 10 fu un punto di svolta nella storia del sistema operativo Microsoft: imperfetto ma necessario, rappresentava un nuovo equilibrio tra tradizione e innovazione, segnando il passaggio definitivo a un paradigma moderno e connesso.

A dieci anni dal suo debutto, molti ancora lo considerano uno dei sistemi più stabili, versatili e longevi della storia di Windows. E anche se Windows 11 ha preso il suo posto ufficialmente, Windows 10 continua a vivere su milioni di PC, con una community attiva e affezionata. Che adesso può beneficiare di aggiornamenti gratuiti almeno fino al 13 ottobre 2026, grazie al programma ESU (Extended Security Updates). Un anno in più, dopo la data di fine supporto, per capire come muoversi e – soprattutto – gestire i sistemi non ufficialmente aggiornabili a Windows 11.

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