Era il 20 novembre 1985 quando Microsoft lanciò sul mercato Windows 1.0, la prima versione del suo sistema operativo. In realtà, quella prima release, così come tutte quelle fino al rilascio di Windows 95, erano semplicemente ambienti operativi. Microsoft aveva realizzato un’interfaccia grafica (GUI) che funzionava al di sopra di MS-DOS. Gli utenti potevano interagire con il computer attraverso finestre, icone e menu, un’evoluzione rispetto alla fredda riga di comando di MS-DOS. Il kernel, tuttavia, era sempre quello dello storico sistema operativo e Windows non aggiungeva assolutamente nulla.
Bill Gates annunciò l’uscita di Windows 1.0 due anni prima, il 10 novembre 1983. Il debutto sul mercato avvenne però soltanto a novembre 1985 con le prime versioni di Windows, dalla 1.0 alla 3.11, che erano shell grafiche eseguite da MS-DOS.
Oltre a ricordare brevemente le innovazioni introdotte da Microsoft con le varie versioni di Windows, in questo articolo vi presentiamo anche tutte le schermate di boot che si sono susseguite negli anni, da una versione all’altra. E in questo video YouTube trovate tutti gli spot commerciali che si sono susseguiti in quattro decenni, da Windows 1.0 fino a Windows 11.
39 anni di Windows: le origini con Windows 1.0
Sebbene rudimentale, il Windows 1.0 del 1985 offriva un’interfaccia grafica, finestre ridimensionabili e il supporto per mouse, aspetti rivoluzionari per l’epoca.
La prima versione di Windows includeva un semplice programma di disegno grafico chiamato Windows Paint; Windows Write, un semplice word processor; un calendario degli appuntamenti; un schedario; un blocco note; un orologio; il pannello di controllo; una finestra del terminale; il supporto per gli Appunti.
Nei primi anni ’80, Microsoft e Apple intrattennero una collaborazione strategica. Bill Gates, fondatore di Microsoft, aveva intuito il potenziale del sistema operativo grafico sviluppato da Apple per il suo sistema Lisa e, successivamente, per il Macintosh. La cooperazione portò Microsoft a sviluppare software, come Word e Excel per Macintosh, contribuendo al successo di Apple.
Durante quel periodo, Apple e Microsoft stabilirono accordi per l’accesso alla tecnologia del sistema grafico Apple. Secondo questi accordi, Microsoft aveva ottenuto una licenza per utilizzare alcuni elementi grafici del Macintosh nel suo progetto emergente, Windows 1.0. Tuttavia, i dettagli dell’accordo lasciarono spazio a interpretazioni divergenti, che sarebbero state al centro di una successiva controversia legale.
L’arrivo di Windows 2.0 e la vertenza con Apple
Nel 1987, Windows 2.0 migliorò l’esperienza utente introducendo la sovrapposizione delle finestre, le scorciatoie da tastiera e un supporto grafico potenziato. Fu con questa versione che applicazioni come Word e Excel iniziarono a guadagnare popolarità. Questa versione segnò anche l’inizio della competizione con Apple, poiché Microsoft iniziò a guadagnare terreno.
Nel 1988, Apple portò Microsoft in tribunale, sostenendo che Windows 2.0 andava ben oltre i termini della licenza concessa per Windows 1.0, replicando il “look and feel” del sistema operativo Macintosh.
Microsoft riuscì a dimostrare che Apple non possedeva il copyright su concetti generali come le finestre sovrapponibili o le barre degli strumenti, che erano stati precedentemente esplorati da altre aziende, come Xerox. Così, dopo anni di battaglie legali, Microsoft nel 1994 ebbe definitivamente la meglio sulla rivale Apple.
Windows 3.x: la svolta grafica
Con Windows 3.0 (1990) e Windows 3.1 (1992), Microsoft cominciò ad aggredire davvero il mercato dei PC. Le nuove versioni di Windows per l’epoca introdussero il File Manager, il Program Manager e il supporto per la modalità a 256 colori, rendendo Windows una piattaforma versatile per software aziendali e applicazioni ludiche.
Windows 3.1, in particolare, fu la prima versione a includere i font TrueType (TTF) garantendo una migliore resa tipografica per la stampa e la grafica.
Nel 1992 e nel 1993, Microsoft ha rilasciato Windows for Workgroups (WfW), disponibile sia come componente aggiuntivo per le installazioni Windows 3.1 esistenti, sia come versione che includeva l’ambiente Windows di base e le estensioni di rete, tutto in un unico pacchetto.
WfW fu una versione di Windows cruciale perché includeva driver di rete e stack di protocollo migliorati. Un download facoltativo, lo stack TCP/IP “Wolverine“, consentiva un facile accesso a Internet tramite reti aziendali.
Windows NT: la base per l’informatica moderna in salsa Microsoft
Windows NT (New Technology), lanciato da Microsoft nel 1993, rappresentò un’importante svolta nella storia dei sistemi operativi. Fu concepito come un sistema professionale, stabile e sicuro, progettato per ambienti aziendali e server, ma con una struttura che avrebbe influenzato tutte le future versioni di Windows. Sviluppato parallelamente alle versioni consumer di Windows (come Windows 3.x e, successivamente, Windows 95), NT introdusse innovazioni tecniche fondamentali.
Allontanandosi dal concetto di ambiente operativo, Windows NT fu il primo sistema operativo Microsoft progettato interamente su architettura a 32 bit. Questo passaggio consentiva un maggiore supporto per applicazioni complesse, una migliore gestione della memoria e una maggiore stabilità.
Windows NT fu costruito su un kernel ibrido, una combinazione tra il modello monolitico e quello a microkernel. Il design consentiva di ottenere il meglio dei due mondi: stabilità e isolamento dei processi del microkernel, alte prestazioni del modello monolitico. Il kernel era modulare e altamente scalabile, progettato per supportare molteplici piattaforme hardware, tra cui x86, MIPS e Alpha.
In un altro articolo abbiamo visto perché Windows NT uscì vittorioso rispetto a Unix e perché Windows NT 3.51 avvia i programmi più rapidamente rispetto alle versioni di Windows moderne.
Windows 95: un nuovo inizio
Il 1995 segnò l’arrivo di Windows 95, una pietra miliare per l’informatica. Caratterizzato dall’introduzione del menu Start, della barra delle applicazioni e di un sistema (ibrido) a 32 bit, Windows 95 offriva multitasking preemptive e, con una successiva specifica versione (chiamata OSR2), anche il supporto nativo per il file system FAT32. Fu anche la prima versione a includere il browser Internet Explorer.
All’epoca gli ingegneri Microsoft compirono veri e propri equilibrismi per consentire l’installazione di Windows 95 da tre sistemi operativi diversi, evitando qualunque possibile problema.
Windows 95 fu un successo senza precedenti: alla base di Windows 95 c’era un’architettura ibrida a 16/32 bit che consentiva di sfruttare appieno le capacità dei processori più avanzati dell’epoca. Rispetto ai sistemi a 16 bit di Windows 3.1, la nuova struttura garantiva prestazioni migliori e una maggiore stabilità. Un’altra innovazione fondamentale fu l’introduzione della tecnologia Plug and Play, che semplificò l’installazione e la configurazione dell’hardware.
Windows NT 4.0: un vero capolavoro con qualche difetto
A metà anni ’90 i sistemi Microsoft della famiglia NT si mettevano in grande spolvero in termini di scelte a livello architetturale. Veder funzionare Windows NT 4.0 su un moderno sistema Intel fa davvero impressione: la piattaforma si comporta benissimo.
Lanciato nell’estate del 1996, Windows NT 4.0 rappresentò un nuovo punto di svolta. Il sistema operativo univa infatti la robustezza della famiglia NT all’usabilità dell’interfaccia grafica introdotta con Windows 95. Il giusto equilibrio tra stabilità, sicurezza ed esperienza utente che Microsoft riuscì a trovare, consacrò Windows NT 4.0 come la scelta ideale per tante realtà aziendali.
Dal punto di vista architetturale, NT 4.0 mantenne il suo cuore basato su kernel a 32 bit, consentiva la gestione efficiente di processi multipli e a differenza di Windows 95, era completamente indipendente da MS-DOS, eliminando le limitazioni storiche dei sistemi operativi consumer e abbracciando un modello più moderno e orientato al futuro.
La sicurezza fu un pilastro fondamentale di NT 4.0 che includeva un controllo degli accessi basato su ACL (Access Control List) per gestire le autorizzazioni a livello di file e directory.
Il supporto per i protocolli di rete avanzati, come TCP/IP, contribuì a consolidare la posizione di NT 4.0 come sistema operativo di riferimento per i server, favorendo la connessione sicura e scalabile tra reti locali e globali. Con NT 4.0, inoltre, Microsoft introdusse il concetto di domini: gli amministratori potevano finalmente controllare utenti e risorse in una rete distribuita.
Funzionalità come il server DHCP e il supporto per il protocollo WINS semplificarono ulteriormente la configurazione e la gestione delle reti, riducendo i costi operativi per le aziende.
Nonostante i suoi numerosi pregi, NT 4.0 non era privo di limitazioni. L’assenza del Plug and Play, introdotto in Windows 95, rese più complessa l’installazione di alcuni dispositivi hardware, richiedendo competenze tecniche specifiche.
Windows 98 e Windows Me: epoca di transizioni in ambito consumer
Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, Microsoft introdusse Windows 98 (1998) e Windows Me (Millennium Edition, 2000). Il primo ebbe il merito di consolidare l’esperienza d’uso introdotta qualche anno prima con Windows 95. La gestione del file system vide l’introduzione in pianta stabile di FAT32, arrivò Internet Explorer 4 e strumenti come Windows Update aggiunsero per la prima volta il concetto di aggiornamenti online.
Sul piano hardware, il supporto per i dispositivi USB fu esteso, aprendo la strada a una maggiore versatilità e facilità d’uso per periferiche e accessori. Non fu un percorso esente da problemi. Basti pensare allo storico crash che “funestò” la presentazione di Windows 98 tenuta da Bill Gates in persona. E alla creazione del poco conosciuto carrello UBS della morte che da quel momento Microsoft iniziò a usare nei suoi laboratori.
Nel 2000, Microsoft rilasciò Windows Me, una versione pensata per essere l’ultimo sistema operativo basato su MS-DOS rivolto esclusivamente al mercato consumer. Windows Me introdusse innovazioni come il Ripristino configurazione di sistema, che permetteva e consente ancor oggi di riportare il sistema a uno stato precedente in caso di problemi. L’integrazione di funzionalità multimediali avanzate, come Windows Movie Maker e miglioramenti per il supporto delle reti domestiche, sono altre innovazioni degne di nota.
Tuttavia, Windows Me non raggiunse lo stesso successo di Windows 98. Afflitto da problemi di stabilità e prestazioni, il sistema operativo faticò a soddisfare le aspettative, manifestando spesso crash e incompatibilità hardware. La cattiva esperienza maturata con Windows Me, portò tanti a scegliere Windows 2000 che seppur più prosumer era un sistema in grado di beneficiare della stabilità e della robustezza NT.
Windows 2000: base solida per i successivi sistemi operativi Microsoft
Lanciato il 17 febbraio 2000, Windows 2000 rappresentò un’evoluzione fondamentale nella linea dei sistemi operativi di Microsoft, consolidando quel connubio tra affidabilità e usabilità promosso con il predecessore Windows NT 4.0.
Uno dei principali punti di forza di Windows 2000 fu la sua stabilità. L’introduzione di un’architettura di driver più avanzata migliorò il supporto hardware, mentre il multitasking e la protezione della memoria lo resero ideale per tutte le applicazioni mission-critical.
L’implementazione di un sistema di gestione degli utenti avanzato, basato su Active Directory, permise un controllo centralizzato delle risorse e delle autorizzazioni, rendendolo un punto di riferimento per la gestione delle reti aziendali.
Il supporto esteso per il Plug and Play, che mancava in Windows NT 4.0, facilitò la configurazione dei dispositivi, mentre l’integrazione nativa di TCP/IP semplificò le connessioni alle reti locali e globali. Fu introdotto anche il supporto per il file system NTFS 3.0 che garantì maggiore sicurezza e funzionalità avanzate come la compressione dei dati e il journaling.
Windows XP: l’esperienza dell’utente al centro
Dopo il fiasco totale di Windows Me, Windows XP si presentò (in versione finale il 25 ottobre 2001) come sistema operativo spiccatamente consumer seppur basato sulla robustezza dei sistemi enterprise. La presenza di un’interfaccia grafica moderna e funzionalità avanzate contribuì a rendere Windows XP uno dei sistemi operativi più longevi e amati nella storia dell’informatica.
Dal punto di vista tecnico, XP offrì stabilità e prestazioni grazie al kernel NT. Il multitasking migliorato e la gestione avanzata della memoria resero il sistema operativo adatto sia per il lavoro quotidiano che per le applicazioni professionali più complesse. La compatibilità hardware fu ampliata, rendendo XP ideale per una vasta gamma di dispositivi.
Il nuovo Windows Firewall offriva una protezione integrata contro le minacce esterne, mentre l’implementazione del protocollo WPA (Wi-Fi Protected Access) migliorò la sicurezza delle reti wireless.
Con Windows XP debuttarono i profili utente separati, consentendo a più persone di condividere lo stesso computer. La funzione Ripristino configurazione di sistema fu ulteriormente migliorata, garantendo agli utenti un modo semplice per recuperare il sistema in caso di errori.
La nascita di Windows Server: fondamenti e sviluppi nel tempo
Con l’arrivo di Windows Server 2003, basato sul codice di Windows XP, si consolidò il modello di sviluppo parallelo tra sistemi server e consumer. Windows Server 2003 migliorò la scalabilità e le prestazioni, fornendo strumenti specifici per le applicazioni aziendali, come terminal server, Web server e funzionalità di clustering per garantire la continuità operativa.
Già 10 anni prima, con Windows NT 3.1 Advanced Server, Microsoft aveva presentato una versione di NT specificamente orientata all’uso nelle reti aziendali. E nel 2000 arrivò Windows 2000 Server, pietra miliare per l’integrazione aziendale. È con Windows Server 2003, tuttavia, che si consolida il parallelismo tra versioni consumer e server proseguito successivamente con Windows Server 2008, a sua volta basato sul kernel di Windows Vista.
Nonostante i problemi incontrati da Vista (ne parliamo più avanti), la versione server ottenne un’ottima accoglienza grazie a innovazioni come Hyper-V, che rese nativa la virtualizzazione, e a miglioramenti nella gestione della rete e della sicurezza. Il salto generazionale proseguì con Windows Server 2012, il quale introdusse un’interfaccia modernizzata e strumenti avanzati per il cloud computing, adattandosi all’espansione dei servizi online.
Negli anni successivi, Microsoft affinò ulteriormente il proprio approccio con Windows Server 2016, basato su Windows 10, e i più recenti Windows Server 2022 e Windows Server 2025, che riflettono l’evoluzione verso infrastrutture cloud-native e ibride. Le funzionalità avanzate, come i container basati su Docker e un supporto esteso alla sicurezza con strumenti come Secured Core Server, dimostrano come la piattaforma server si sia adattata a un mondo sempre più connesso e orientato al cloud.
Windows Vista, un flop che permise di introdurre innovazioni importanti
Presentato ufficialmente il 30 gennaio 2007, Windows Vista rappresentò un passo ambizioso per Microsoft, introducendo nuove tecnologie e un’interfaccia utente modernizzata. Tuttavia, il sistema operativo è ricordato più che altro per i forti mal di testa che ingenerò nell’utenza.
Vista segnò una svolta estetica con Aero, nuova interfaccia grafica caratterizzata da trasparenze, effetti tridimensionali e animazioni fluide. Il design visivo era accompagnato da miglioramenti funzionali, come la barra di ricerca integrata nel menu Start, che rendeva più veloce l’accesso ai file e alle applicazioni.
Sul piano della sicurezza, Vista introdusse User Account Control (UAC), un sistema che chiedeva conferma per le operazioni che potevano modificare in profondità il sistema. Le troppe (continue) richieste causarono frustrazione tra gli utenti e Microsoft dovette correre ai ripari in vista del lancio del successivo Windows 7.
Il sistema operativo integrava comunque diverse tecnologie avanzate, come il Windows Driver Model (WDM), BitLocker ovvero il sistema crittografico per proteggere i dati degli utenti e DirectX 10.
Windows 7: grande successo tra stabilità e usabilità
Confermando l’adagio secondo cui Microsoft rilasciava negli anni un sistema operativo di successo per poi distribuirne uno fallimentare, Windows 7 raccolse subito il favore dell’utenza.
Rilasciato il 22 ottobre 2009, Windows 7 rappresentò una rinascita per Microsoft dopo le difficoltà incontrate con Vista. Progettato per migliorare le prestazioni, la stabilità e l’esperienza utente, divenne rapidamente uno dei sistemi operativi più apprezzati della storia di Windows, guadagnandosi la fiducia sia degli utenti consumer che delle aziende.
Tra le principali novità, spicca la riprogettazione della barra delle applicazioni, che introdusse le jumplist per un accesso rapido alle funzioni e ai file recenti delle applicazioni.
La funzionalità Aero Snap che consentiva di organizzare facilmente le finestre trascinandole ai bordi dello schermo e l’interfaccia grafica nel suo complesso si metteva in evidenza per i miglioramenti significativi in termini di fluidità e semplicità.
Windows 7 si distinse per la sua maggiore compatibilità hardware e software, risolvendo molte delle criticità di Vista. Con un uso più efficiente delle risorse, il sistema operativo garantiva migliori prestazioni anche su macchine meno potenti, rendendolo accessibile a una gamma più ampia di utenti.
Il sistema operativo introdusse Windows Action Center, che centralizzava notifiche e strumenti di manutenzione, e un perfezionato Windows Defender per proteggere gli utenti da malware.
Windows 8.x e la scommessa (fallita miseramente) sulle interfacce touch
Rilasciato nel 2012, Windows 8 rappresentava la volontà di Microsoft di adattarsi al crescente mercato dei dispositivi mobili, come tablet e touchscreen. La Modern UI (precedentemente conosciuta come Metro) sostituì il tradizionale menu Start con una schermata iniziale basata su piastrelle dinamiche. Questo cambiamento mirava a rendere il sistema operativo più adatto a una varietà di dispositivi, ma fu accolto con molta criticità da parte degli utenti desktop tradizionali, che trovavano la nuova interfaccia un’inutile e fastidiosissima forzatura.
Windows 8 prese a spallate la classica esperienza desktop provando a cavalcare l’onda smartscreen che, di fatto, non arrivò mai. Il sistema operativo fu progettato per offrire un’interazione più naturale attraverso tocchi, swipe e gesti. Tutto troppo presto e fatto in maniera approssimativa.
L’integrazione con Windows Store portò le app moderne nel cuore dell’ecosistema, spingendo Microsoft verso un modello più simile a quello di Apple e Google, con applicazioni dedicate per PC e dispositivi mobili.
Dal punto di vista della sicurezza, Windows 8 fu il primo sistema a supportare nativamente Secure Boot, funzione di sicurezza diventata requisito essenziale per Windows 11 che impedisce l’avvio di software dannosi durante il processo di boot.
Nel 2013, Microsoft rilasciò Windows 8.1, un aggiornamento importante che cercava di correggere alcuni degli errori di progettazione di Windows 8. Tra le novità di Windows 8.1 c’era il ritorno del menu Start, seppur in una forma rinnovata, e il miglioramento della compatibilità con le applicazioni desktop tradizionali.
Windows 10 e Windows 11: il nuovo “status quo”
Il lancio di Windows 10 nel luglio del 2015 segnò una vera e propria evoluzione, segnando finalmente il ritorno a un’interfaccia più familiare per gli utenti dopo le difficoltà incontrate con Windows 8. Il sistema operativo cercò di unificare l’esperienza tra diversi dispositivi, con l’ambizione di creare un ecosistema coerente e versatile.
Una delle innovazioni più apprezzate fu il ritorno del menu Start, che, pur mantenendo una parte delle piastrelle introdotte in Windows 8, integrava un design più familiare e funzionale, con una disposizione dei programmi che richiamava la tradizione delle versioni precedenti.
Schermata di boot condivisa da Windows 8.x e Windows 10.
Altre funzionalità integrate in Windows 10
Windows 10 introdusse Cortana, un assistente vocale che non ha mai raccolto il successo sperato. Tanto da diventare prima uno strumento per coadiuvare i professionisti e poi essere eradicato del tutto dal sistema operativo. Il suo successore è divenuto Copilot, integrato in Windows 11 e basato sull’intelligenza artificiale (senza per forza richiedere un’interazione vocale).
Con Windows 10, Microsoft introdusse il modello di aggiornamenti continui (strategia Windows-as-a-Service): Windows Update, pur permettendo la personalizzazione del suo comportamento, è pensato per aggiornare il sistema continuamente (non appena le patch sono disponibili) e addirittura per far “cambiare pelle” alla piattaforma (con il download e l’applicazione dei feature update, aggiornamenti delle funzionalità biennali diventati poi annuali).
Il sistema operativo di casa Microsoft ha segnato anche il debutto di Windows Ink, per prendere appunti con una penna digitale, e dei Desktop virtuali, per consentire maggiore flessibilità nella gestione delle finestre.
Sul versante security, Windows 10 introduce Windows Hello, una funzionalità che pone l’accento sull’autenticazione biometrica tramite riconoscimento facciale o impronta digitale.
Merita una menzione speciale, infine, Windows Subsystem for Linux (WSL): completamente trasformato rispetto alla versione presentata in un primo tempo, consente di eseguire programmi Linux in Windows, anche con interfaccia grafica e anche dal menu Start (come dalla barra delle applicazioni!…).
Windows 11, una major release dettata dal desiderio di dare nuovo impulso alle vendite dei PC
L’approccio Windows-as-a-Service ha funzionato e i feature update hanno permesso, con il tempo, di trasformare Windows 10 in un sistema operativo veloce, affidabile e punto di riferimento anche in azienda. Ma gli aggiornamenti non permettono di vendere nuovi PC.
Così, l’arrivo di Windows 11 a ottobre 2021 sembrò dettato, a nostro avviso, proprio dalla volontà di “smuovere” il mercato PC. D’altra parte, i requisiti minimi per l’installazione di Windows 11 non sono giustificati da reali questioni di compatibilità. Una dimostrazione è che il nuovo Windows 11 24H2 funziona bene anche con le CPU Intel Celeron di 10 anni fa, avendo cura di eludere il controllo dei requisiti in fase d’installazione.
La schermata di boot utilizzata in Windows 11 22H2 e versioni successive.
Il ritorno di un design più fluido e minimale, con angoli arrotondati e un’interfaccia più pulita, è uno dei tratti distintivi di Windows 11. Che comunque non ha mancato di sollevare feroci critiche, anche tra gli “addetti ai lavori”. Andy Young ha definito ad esempio le prestazioni del menu Start di Windows 11 “comicamente scadenti”. Stessa posizione l’aveva manifestata nel 2022 Jensen Harris, con cui 16 anni di militanza nelle fila di Microsoft.
Le altre novità di Windows 11, con l’abbandono prematuro di WSA
Un’importante innovazione di Windows 11 consiste nel supporto avanzato per la gestione delle finestre. Snap Layout, ad esempio, permette agli utenti di organizzare facilmente più finestre sullo schermo scegliendo tra schemi predefiniti.
In termini di produttività, Windows 11 potenzia ulteriormente la collaborazione con il supporto per Microsoft Teams integrato direttamente nel sistema operativo, per semplificare la comunicazione sia sul piano professionale che personale.
Caratteristiche come Auto HDR e DirectStorage migliorano le performance di gioco, riducendo i tempi di caricamento e migliorando la qualità visiva, in particolare su hardware compatibile.
Tra le novità più importanti anche Windows Subsystem for Android (WSA), sottosistema che permette di eseguire applicazioni Android in Windows 11. Microsoft ha però già deciso di accantonare WSA a partire dal 5 marzo 2025. Sarebbe un errore, a nostro avviso.