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Quando la tecnologia del passato incontra quella del presente, il risultato può essere sorprendente. Durante una curiosa sfida che ha visto il sofisticato modello di Intelligenza Artificiale ChatGPT cedere il passo a un’icona degli anni ’80: la console Atari 2600. Equipaggiata con un processore a 8-bit, 128 byte di RAM e un gioco di scacchi del 1977, Video Chess, questa macchina vintage ha messo in crisi una delle IA più avanzate del nostro tempo.
L’esperimento, condotto dall’ingegnere Robert Jr. Caruso, ha messo in luce alcune sorprendenti debolezze del modello di OpenAI. Sebbene ChatGPT eccella in compiti complessi di ragionamento astratto e generazione di testo, si è trovato in seria difficoltà nel gestire una partita contro un software a dir poco rudimentale. Il problema principale? Il riconoscimento visivo dei pezzi sulla scacchiera.
Nonostante la capacità del modello di comprendere la struttura della scacchiera e di elaborare strategie di gioco, la rappresentazione grafica dei pezzi ha creato confusione. Durante la partita, ChatGPT ha commesso errori evidenti, scambiando ripetutamente torri per alfieri e mancando di riconoscere situazioni strategiche elementari. Questi limiti hanno portato a una serie di decisioni sbagliate che, infine, hanno determinato la sua sconfitta.
Perché ChatGPT ha perso una partita a scacchi con l’Atari 2600?
Per cercare di migliorare le prestazioni dell’AI, Robert Jr. Caruso ha tentato di semplificare la sfida. Ha sostituito le icone grafiche dei pezzi con la notazione standard degli scacchi, ma anche questo approccio si è rivelato infruttuoso. L’AI ha continuato a dimenticare la posizione dei pezzi sulla scacchiera, compiendo errori tanto gravi da rendere inevitabile la sua resa.
La vicenda è stata riportata dalla testata tecnologica Tom’s Hardware, che ha definito l’episodio emblematico delle contraddizioni sulle reali potenzialità dell’attuale AI. Da un lato, modelli come ChatGPT dimostrano straordinarie capacità in compiti di alto livello, dall’altro evidenziano lacune significative in situazioni che richiedono una comprensione contestuale e un riconoscimento visivo accurato.
La sconfitta contro l’Atari 2600 e il suo semplice software rappresenta un paradosso: una tecnologia di quasi mezzo secolo fa è riuscita a superare una delle più avanzate manifestazioni dell’AI moderna. Questo risultato, sebbene curioso, è un chiaro promemoria delle limitazioni che questa tecnologia deve ancora affrontare.