Cina svela regole provvisorie per IA generativa: quanti limiti!

La Cina ha già posto numerosi paletti all'intelligenza artificiale: tante regole tra divieti e regime di licenze.
Cina svela regole provvisorie per IA generativa: quanti limiti!

Se da un lato in Europa si intensificano i controlli per Google Bard e altri chatbot IA con l’obiettivo di tutelare la popolazione del Vecchio Continente dall’eventuale violazione della privacy, dall’altro la Cina si prepara a regolare come si deve l’IA generativa nel cyberspazio del Dragone. Il principale regolatore ha svelato in queste ore una serie di norme provvisorie per limitare i servizi di intelligenza artificiale – inclusi i fornitori delle API – che guardano agli utenti entro i confini del Paese.

Cina svela regole provvisorie per IA generativa

La volontà di frenare il boom dell’intelligenza artificiale da parte della Cina è evidente, in quanto il Partito Comunista Cinese teme la diffusione di idee occidentali e l’uso improprio di tali strumenti. Proprio per questo motivo i responsabili politici hanno pensato a una lista di norme che “bilanciare sviluppo e sicurezza”, a partire dalla necessità per le aziende di aderire ai valori socialisti fondamentali. Di conseguenza, le IA non potranno parlare di temi come razzismo, terrorismo, pornografia e qualsiasi altro contenuto che può minacciare la sicurezza nazionale.

Al contempo, gli algoritmi che possono influenzare la opinione pubblica dovranno essere registrati presso l’autorità competente. Inoltre, i fornitori dei servizi con IA generativa dovranno ottenere una licenza amministrativa in conformità con la legge.

Intelligenza Artificiale

La protezione degli utenti voluta dal Governo cinese implica che gli algoritmi non dovranno discriminare il pubblico per etnia, sesso, età, occupazione o salute e non devono essere utilizzati per comportamenti anticoncorrenziali. Ne consegue, pertanto, che l’utilizzo non conforme alle norme può portare a problemi legali per i cittadini coinvolti nell’illecito.

Ancora, le autorità hanno il diritto di essere al corrente delle specifiche di un modello IA, dai dati di addestramento alle dimensioni, passando per il codice dell’algoritmo. Infine, il documento prevede la creazione di una piattaforma pubblica di formazione sui dati e la condivisione della potenza di calcolo da parte delle società.

Fonte: TechCrunch

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