Commodore rinasce: comunità compra il brand storico e svela il futuro che sorprenderà tutti

Christian Simpson annuncia l’acquisizione della storica Commodore Corporation BV, segnando un ritorno del marchio che passa sotto il controllo della comunità. Il progetto punta a un rilancio innovativo con il concetto di “digital detox” e prodotti come il Commodore 64 Ultimate, con l’obiettivo di coniugare passato e futuro in chiave retro-futuristica.

Christian ‘Peri Fractic’ Simpson, noto YouTuber appassionato di retro computing e voce influente nella scena degli appassionati di tecnologia vintage, ha annunciato ufficialmente il completamento dell’acquisizione della storica Commodore Corporation BV. Dopo mesi di attesa e raccolta fondi, l’accordo è giunto in porto e siglato con largo anticipo rispetto alla tabella di marcia. Un traguardo epocale che segna il ritorno di Commodore nelle mani di una comunità che ne ha sempre sostenuto il valore culturale e tecnologico.

L’acquisizione: un’impresa comunitaria con volti storici

L’annuncio è arrivato direttamente dalle strade dei Paesi Bassi, dove Simpson, affiancato da figure leggendarie del passato di Commodore come David Pleasance, Leo Nigro e Colin Proudfoot, ha dichiarato: “Abbiamo fatto la storia. Insieme abbiamo firmato il contratto finale e pagato per intero l’acquisizione di tutta la Commodore Corporation BV, inclusi tutti i 47 marchi originali, alcuni risalenti addirittura al 1983“.

Questa operazione non rappresenta solo un cambio di proprietà, ma il ritorno del brand a chi ne conosce e apprezza profondamente la storia e il valore, ovvero la comunità degli appassionati e degli ex dipendenti storici. È un passaggio di testimone che vuole mantenere viva l’eredità di un’epoca e al contempo preparare il terreno per una nuova stagione.

Il nuovo capitolo di Commodore

Simpson ha delineato una visione chiara per il futuro di Commodore, che va ben oltre il semplice revival nostalgico. Il brand si propone di posizionarsi come un’alternativa concreta alla “tecnologia tossica” che caratterizza il presente digitale.

Si parla infatti di un “digital detox brand” che mira a riportare la gioia nell’esperienza informatica, recuperando l’approccio e lo spirito degli anni ’90 e dell’era Y2K, con prodotti e filosofie che invitano a un uso più sano e consapevole della tecnologia.

Sul sito Commodore.net, la strategia è ulteriormente esplicitata con il concetto di “retro futurism”: un approccio che non si limita alla nostalgia ma che guarda avanti, combinando il fascino retrò con idee e soluzioni contemporanee per un pubblico moderno.

I primi prodotti: Commodore 64 Ultimate

Il primo frutto concreto della nuova gestione è il Commodore 64 Ultimate, un dispositivo che raccoglie diversi progetti di appassionati, integrandoli in un prodotto commercialmente accessibile (a partire da 299 dollari). Nonostante l’estetica sobria, con la classica livrea beige, il progetto dimostra la volontà di riportare in auge la filosofia di Commodore con prodotti tangibili e pensati per la comunità. Su YouTube la pubblicità del primo Commodore dopo 30 anni.

Pur essendo il passato di Commodore legato soprattutto all’era degli 8 bit e 16 bit, la nuova gestione sembra consapevole della necessità di evolvere e di innovare, pur rispettando la storia. Il futuro di Commodore potrebbe quindi muoversi su più piani: da un lato il consolidamento della propria identità storica e dall’altro lo sviluppo di nuovi progetti e prodotti che integrino design, funzionalità e filosofie di “digital detox” con una spinta verso una modernità retro-futuristica.

Commodore 64 Ultimate

I principali tentativi di riportare in vita il mito di Commodore

Negli ultimi anni, numerosi tentativi hanno cercato di riportare in auge il mito di Commodore, ognuno con approcci diversi ma con un comune denominatore: mantenere viva la passione per il computing vintage unita alle tecnologie moderne.

Tra le iniziative più conosciute c’è stata Commodore USA, che ha realizzato PC moderni dal design ispirato al Commodore 64, dotati di hardware contemporaneo ma con un forte richiamo estetico agli anni ’80.

Parallelamente, il progetto THEC64 ha proposto una versione miniaturizzata e plug & play del Commodore 64 originale, offrendo un’esperienza autentica con componenti moderni, molto apprezzata dagli appassionati.

Un altro importante passo è rappresentato da Commodore OS Vision, una distribuzione Linux sviluppata per portare l’esperienza Commodore su hardware attuale, con un’interfaccia che unisce nostalgia e funzionalità moderne, inclusi emulatori integrati per i modelli storici.

Sempre lato software, è interessante osservare come Visual Studio Code permetta di programmare il Commodore 64, su qualunque piattaforma.

Progetti come C64 Reloaded e il recente Commodore 64 Ultimate hanno ulteriormente ampliato questa offerta, proponendo macchine che combinano la compatibilità software classica con componenti aggiornati e una commercializzazione più strutturata.

Ora, con l’acquisizione ufficiale della Commodore Corporation BV da parte della comunità guidata da Simpson, si apre una nuova fase durante la quale si cercherà di coniugare passato e futuro con una visione innovativa.

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