Discord e monetizzazione: commissioni dimezzate per gli sviluppatori

Le commissioni per gli sviluppatori scendono dal 30% al 15%: ecco come Discord cerca di attirare nuovi professionisti sulla piattaforma.

La popolare app di messaggistica nota come Discord ha introdotto nuove funzionalità per gli sviluppatori di app che riguarda la monetizzazione degli utenti.

Per dare una spinta in tal senso, inoltre, la compagnia che gestisce la piattaforma ha dimezzato le percentuali di guadagno sulle attività degli stessi sviluppatori, chiedendo agli stessi il 15% sul primo milione di dollari guadagnato. I professionisti che operano in questo settore pagano a Discord una commissione pari a una percentuale delle loro entrate e, in precedenza, l’app tratteneva il 30% per sé.

Dalla giornata di ieri, come accennato, la società ha deciso di abbassare le tariffe, perlomeno fino a quanto il singolo sviluppatore non supera il milione di dollari in entrate.

Discord dimezza le commissioni: ecco come ciò può influenzare la piattaforma

Le tecniche di monetizzazione su Discord passano dagli accessi ad abbonamento fino ai giochi integrati, passando a vari add-on (come skin o risorse premium) di titoli videoludici. La modifica alle commissioni è già attiva in UE, Stati Uniti e Regno Unito ma, a quanto pare, nei prossimi giorni si estenderà in tutto il resto del mondo.

Questo tipo di iniziativa dovrebbe dare maggiore respiro agli sviluppatori medio-piccoli che operano sulla piattaforma e, nelle intenzioni di Discord, dovrebbe anche attirare nuovi professionisti sulla piattaforma. L’app di messaggistica lanciata nell’ormai lontano 2015 è, di recente, stata soggetto a numerose modifiche sostanziali. Giusto un paio di mesi fa, per esempio, è stato implementato un nuovo sistema pubblicitario, introducendo anche altri elementi di “gamification” per attirare e trattenere un maggior numero di utenti possibili.

Anche sotto il punto di vista della sicurezza, Discord si è dimostrata un servizio attento ai propri utenti, intervenendo per bloccare il servizio noto come Spy.pet, che scansionava le chat della piattaforma per estrarre dati sensibili dalle chat degli utenti.

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