Ecco come Meta vorrebbe risolvere il problema della verifica dell'età dei minori

Meta è a favore di un limite di età per l'uso delle app nell'UE, ma non vuole essere lei a doverlo far rispettare.
Ecco come Meta vorrebbe risolvere il problema della verifica dell'età dei minori

Meta, proprietario di Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp, ha espresso il suo favore per l’introduzione di un limite di età unico nell’Unione Europea per l’installazione di app sugli smartphone. Secondo Meta, però, a controllare l’età dei ragazzi online non devono essere le app ma i genitori o, al limite, gli app store.

Verifica dell’età: a chi spetta?

Secondo un sondaggio condotto da Morning Consult, circa il 75% degli adulti europei ritiene che siano i genitori a dover decidere quali app i loro figli possano scaricare. Meta preferisce un approccio basato su controlli parentali piuttosto che su divieti governativi assoluti per i minori. La proposta include l’implementazione di sistemi di verifica dell’età che siano intuitivi e rispettosi della privacy, integrati nei sistemi operativi o negli store digitali. Questo consentirebbe ai genitori di monitorare le applicazioni che i loro figli tentano di installare, migliorando così la trasparenza e la sicurezza.

Meta ha già introdotto misure protettive sui suoi prodotti, come i Teen Accounts, che includono promemoria temporali, limiti alle notifiche e controlli parentali. Tuttavia, queste soluzioni si applicano solo alle piattaforme di proprietà dell’azienda. L’introduzione di un sistema di verifica universale potrebbe invece garantire una protezione estesa a tutte le piattaforme, incluse quelle popolari come Reddit, Discord o Telegram.

La proposta di Meta arriva in un momento in cui la regolamentazione dell’accesso giovanile alle piattaforme digitali è al centro del dibattito internazionale. Il Regno Unito sta considerando di vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni, mentre l’Australia ha già avanzato legislazioni simili. Questi sviluppi riflettono una crescente preoccupazione per la protezione dei minori online, spingendo governi e aziende a collaborare per creare un ambiente digitale più sicuro.

Un elemento chiave della proposta di Meta è l’utilizzo di tecnologie avanzate come gli zero-knowledge proof, recentemente rese open-source da Google. Queste tecnologie permettono verifiche dell’età che rispettano la privacy degli utenti, mantenendo un equilibrio tra protezione dei minori e diritto alla riservatezza. L’adozione di queste soluzioni potrebbe rappresentare un punto di svolta nella gestione della sicurezza online per i giovani utenti.

Cosa vorrebbe Meta

Oltre a migliorare la sicurezza, questa iniziativa rappresenta un tentativo di Meta di migliorare la propria immagine pubblica. L’azienda è stata spesso criticata per la gestione della privacy e per il mancato rispetto delle normative europee. Recentemente, Meta ha contestato una multa dell’Unione Europea, definendo alcune regolamentazioni eccessive per il settore tecnologico. Questa proposta potrebbe quindi essere vista anche come un passo strategico per rafforzare la reputazione dell’azienda e dimostrare il suo impegno verso la responsabilità sociale.

Il dibattito sull’accesso dei giovani alle piattaforme digitali si inserisce in un contesto di crescente pressione normativa e sociale. Meta sta cercando di anticipare queste dinamiche proponendo soluzioni che spostano la responsabilità dei controlli su persone, aziende o enti diversi da Meta, tutelando i propri interessi aziendali.

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