Vi è un’opinione diffusa che spesso associa la produzione video professionale esclusivamente a sistemi operativi come macOS o Windows. In realtà è possibile realizzare contenuti di alta qualità interamente su piattaforme basate su Linux, contenendo i costi e ottenendo risultati di altissima qualità. Per creare video professionali su Linux si segue la procedura comune alle altre piattaforme: acquisizione del materiale, editing vero e proprio, post-produzione con l’aggiunta di elementi grafici e testuali, rendering del prodotto finito.
Nel caso dei sistemi GNU/Linux, ogni fase si avvale di software open source robusto e affidabile, integrato con hardware specifico per garantire prestazioni ottimali.
Strumenti software open source al servizio della creazione di video su Linux
La spina dorsale del workflow video su Linux è costituita da una suite di applicazioni open source, ciascuna specializzata in una fase specifica del processo.
Il “re” degli editor video che ci sentiamo di consigliare è Kdenlive. Si tratta di un software libero che si propone come applicazione principale per chi desidera produrre video in proprio.
Sviluppato dal progetto KDE e basato sul framework open source MLT, Kdenlive è un editor video non lineare. Questo significa che i clip importati sono disposti su una timeline, consentendo di riorganizzarli liberamente, tagliarli e combinarli in una sequenza finale senza alterare i file originali. La sequenza finale è poi “renderizzata” o unita in un unico nuovo file video.
Il ruolo di MLT
MLT (Media Lovin’ Toolkit) è un framework multimediale open source pensato per l’editing video non lineare, usato come motore backend da diversi software di montaggio video, tra cui Kdenlive e OpenShot. È stato sviluppato originariamente da Dan Dennedy e continua a essere attivamente mantenuto.
“Sotto il cofano”, MLT è una libreria C/C++ progettata per fornire un’infrastruttura potente e flessibile per:
- l’elaborazione di flussi video e audio
- la composizione di effetti visivi
- la gestione di timeline multi-traccia
- l’input/output multimediale tramite FFmpeg
- la gestione degli asset multimediali (immagini, clip, audio, transizioni, titoli,…).
MLT supporta anche uno scripting XML proprietario per descrivere timeline ed effetti, oltre a essere accessibile da altri linguaggi tramite binding (ad esempio, Python).
Utilizzo di base e sincronizzazione audio/video con Kdenlive
L’uso fondamentale di Kdenlive prevede l’importazione di tutti i clip video rilevanti in un progetto e la loro successiva riorganizzazione e taglio per formare l’ordine artistico desiderato. Per questo compito di base, ovvero la fusione di più file video e il loro taglio in un ordine specifico, Kdenlive non delude mai.
Una procedura comune utilizzata da chi crea video professionali, consiste nella registrazione di una traccia audio separata (spesso usando software come Ardour o Audacity su Linux) mentre la telecamera registra il video.
Kdenlive facilita l’allineamento di questo audio separato con il file video (che tipicamente ha audio di qualità inferiore registrato dalla telecamera stessa) grazie a un’opzione chiamata “Align audio to reference“. Questa funzione sfrutta “creste e valli” presenti nelle forme d’onda dell’audio acquisito per sincronizzare automaticamente le due tracce, anche se l’audio della telecamera è di bassa qualità. Successivamente, l’audio scadente della telecamera è eliminabile dalla timeline e il video può essere gestito la traccia audio di alta qualità.
Pulizia del video, aggiunta di titoli e overlay
L’altra attività cruciale che Kdenlive semplifica notevolmente, ha a che fare con la rimozione dal video dei segmenti indesiderati. Si possono effettuare comodamente i tagli e rimuovere eventuali “silenzi” presenti nel flusso.
Concluso l’editing di base, si può provvedere con l’aggiunta di elementi overlay. Ad esempio screenshot statici, filmati aggiuntivi o titoli trasparenti. A questo proposito, Kdenlive integra un editor titoli funzionale che tuttavia, ai più esperti ed esigenti, può apparire migliorabile.
Kdenlive, ad esempio, non permette ancora di creare gruppi di livelli all’interno della finestra dei titoli per gestire più facilmente i cambiamenti e applicarli in blocco ai vari gruppi.
La mancanza più grave: accelerazione GPU
Uno dei maggiori svantaggi di Kdenlive, è la mancanza del supporto per il rendering accelerato via GPU. La mancanza di accelerazione hardware porta ovviamente con sé diversi inconvenienti che possono tradursi in tempi di elaborazione dilatati e nella creazione di contenuti “scattosi”.
Per mitigare questa mancanza, è possibile ricorrere alle cosiddette proxy clip. Il concetto consiste nell’utilizzo di una pre-renderizzazione dei file video 4K originali in formati più piccoli, pensati nello specifico per la fase di editing. Kdenlive è in grado di fare automaticamente riferimento ai file originali durante il rendering finale, semplificando notevolmente il processo di creazione video.
Sottotitoli automatici: è possibile usare l’intelligenza artificiale
Un software come Kdenlive permette di interfacciarsi con modelli speech-to-text (STT) come VOSK e Whisper per la conversione del parlato in testo. Questa funzionalità, tuttavia, presenta ancora significative imprecisioni, in particolare con il gergo tecnico. Il risultato è un’ortografia scorretta e una punteggiatura gestita in maniera approssimativa.
Anche utilizzando questi strumenti, è necessario revisionare e correggere i sottotitoli in modo significativo. Nonostante ciò, l’impegno è giustificato, poiché sottotitoli di buona qualità non solo aiutano gli spettatori a comprendere meglio il video, ma possono anche aumentare la visibilità del contenuto, dato che la trascrizione è “scansionata” alla ricerca di specifiche parole chiave.
OBS Studio: acquisizione e live Streaming
Accanto a Kdenlive, uno strumento che risulta ormai scontato è OBS Studio. Ne abbiamo parlato tanto in passato ed è così diffuso nel settore tanto da imporsi come standard de facto per la cattura video e il live streaming. Molte sessioni live stream sono realizzate proprio con OBS o con software basato su OBS.
OBS utilizza un workflow basato su canvas: le fonti video sono disposte in modo indipendente all’interno di una finestra. Le fonti video possono includere una webcam, una scheda di acquisizione (che accetta video HDMI e rende disponibile il flusso come una webcam). Frequente è anche l’uso dello schermo del computer stesso come fonte video, utile per catturare l’interfaccia di macchine virtuali, il desktop, le applicazioni in esecuzione, comprese le schermate del browser Web.
In termini di fonti audio, OBS supporta diversi dispositivi di input, come un microfono esterno. È disponibile anche una rudimentale elaborazione degli effetti audio.
Quello che si fa di solito è connettere l’uscita HDMI del PC o di un laptop a una scheda di acquisizione. Per la cattura video da “computer vintage”, si può ricorrere a modifiche che elaborano un’uscita “RGB to HDMI” o all’uso di dispositivi hardware “ad hoc”. In entrambi i casi, si ottiene un segnale HDMI pulito che può essere facilmente collegato alla scheda di acquisizione.
OBS si mette in evidenza, diversamente rispetto a Kdenlive, per l’eccellente supporto in fatto di accelerazione hardware su Linux. L’importante è scaricare e installare la versione nativa di OBS presente nei repository della distribuzione. La versione FlatHub non supporta alcuni dispositivi di acquisizione.
Creazione di elementi grafici e miniature con Inkscape
Software di lungo corso (la prima versione risale ormai al 2003) scaricabile da qui, Inkscape è un editor di grafica vettoriale. La manipolazione del testo, in particolare, è certamente molto più semplice in un programma di grafica vettoriale rispetto a un editor raster. Ciò permette di ottenere rapidamente l’aspetto desiderato per le forme che si stanno elaborando.
Il processo per creare una miniatura da usare nei video professionali creati su Linux è relativamente semplice con Inkscape. Di solito, basta acquisire un frame del video realizzato esportandola direttamente dall’interfaccia di Kdenlive come file PNG (tasto destro, Take screenshot). L’immagine può essere trattata applicando un ridimensionamento quindi inserendo il testo desiderato in sovraimpressione.
Inkscape integra un’utile funzionalità che permette di ritagliare un elemento (ad esempio lo speaker ritratto nel video) per inserirlo all’interno della miniatura. Si disegna un percorso intorno alla figura esso e si imposta una clip su quel percorso.
Conclusioni
Sebbene un workflow basato su Linux per l’editing video possa sembrare insolito o difficile da immaginare per alcuni, l’esperienza dimostra inequivocabilmente che Linux è in grado di gestire i compiti richiesti per la creazione di contenuti professionali.
La filosofia di base è che la scelta degli strumenti (che siano basati su Windows, macOS o Linux) è una questione legata alle preferenze personali. Tenendo ben presente che i software open source citati sono utilizzabili senza restrizioni, ad esempio, anche su Windows.
Ciò che conta veramente è ciò che si crea, piuttosto che come lo si crea. Tuttavia, chi dubita delle capacità di Linux nella produzione multimediale, dovrà ricredersi.