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Linux, tradizionalmente visto come un sistema operativo principalmente per sviluppatori e appassionati di informatica, oggi si presenta come un’opzione molto più valida per i gamer rispetto al passato. Per anni, la sua diffusione del pinguino in ambito gaming è stata ostacolata dalla mancanza di driver ottimizzati, supporto limitato per i giochi più popolari e, non meno importante, difficoltà con i sistemi anti-cheat.
Tuttavia, nel 2025 la situazione è nettamente migliorata. Strumenti come Proton, DXVK, VKD3D e Vulkan hanno abbattuto molte barriere, permettendo a migliaia di giochi Windows di funzionare su Linux con performance comparabili, o in alcuni casi superiori. Inoltre, la diffusione di dispositivi come lo Steam Deck e distribuzioni Linux dedicate al gaming, come Bazzite, sono la cartina tornasole di un ecosistema sempre più orientato al videogioco.
L’era di Proton: 7 anni di rivoluzione
Un evento cardine in questa evoluzione è senza dubbio il lancio di Proton, sette anni fa, da parte di Valve (questo lo storico messaggio pubblicato il 21 agosto 2018). Proton è un livello di compatibilità che permette l’esecuzione di giochi Windows su sistemi Linux in modo molto più fluido e accessibile rispetto al passato.
Se all’inizio Linux poteva vantare solo pochi giochi indie o qualche titolo AAA portato con fatica, oggi la situazione è profondamente diversa: secondo ProtonDB, circa 16.000 giochi sono considerati “giocabili” da almeno due report differenti, mentre il sistema Deck Verified di Valve certifica oltre 21.000 titoli almeno giocabili su SteamOS e Steam Deck.
Numeri sorprendenti che testimoniano come Proton abbia concretamente aperto un mondo di possibilità, liberando l’utente dalla necessità di un sistema Windows per godersi titoli di grande appeal, se non in presenza di particolari impedimenti come codec video proprietari o sistemi anti-cheat a basso livello, ancora problematici su Linux.
Cos’è e come funziona Proton
Proton è essenzialmente un fork di Wine, sviluppato da Valve in collaborazione con CodeWeavers, con l’obiettivo specifico di eseguire giochi Windows su Linux (SteamOS e non solo) senza configurazioni complicate. Mentre Wine è un layer di compatibilità generale, Proton è focalizzato sul gaming e integra patch e componenti aggiuntivi che non facevano parte del ramo principale di Wine (almeno inizialmente).
Già a inizio 2024, gli ingegneri di CodeWeavers invitavano gli utenti a dimenticarsi delle prestazioni scadenti di Wine in ambito gaming. E a luglio 2025, a coronamento degli sforzi sin qui profusi, Valve ha deciso di attivare Proton in modo predefinito su Steam per Linux.
Il contributo più significativo riguarda l’integrazione di DXVK e vkd3d-proton, che traducono le chiamate Direct3D in Vulkan, consentendo ai giochi Windows di girare su Linux con fluidità e qualità grafica molto vicine a quelle native.
Sono stati poi introdotti miglioramenti fondamentali nella gestione dell’audio tramite FAudio e nel supporto dei controller grazie all’integrazione con Steam Input, oltre a ottimizzazioni del multithreading con Esync e FSync, capaci di ridurre la latenza e aumentare gli FPS.
Proton ha inoltre raffinato la gestione del filesystem, l’esecuzione dei launcher e il supporto a DRM e middleware comuni, includendo soluzioni come Wine-Mono e patch per Media Foundation, così da garantire un funzionamento stabile anche coi titoli più complessi.
Molte di queste innovazioni risultano riversate a monte in Wine, accelerandone lo sviluppo, ma l’approccio di Valve ha reso il tutto più accessibile: al giocatore non resta che premere “Gioca” su Steam, mentre Proton lavora in background per colmare il divario tra Windows e Linux nel mondo del gaming.
La visione di Valve: ecosistema Linux e hardware proprietario
Naturalmente, questo impegno da parte di Valve nel supporto Linux non è esclusivamente filantropico: è parte di un progetto più ampio per creare un ecosistema hardware-software proprietario incentrato su Linux, con prodotti come lo Steam Deck e SteamOS. Gli utenti della desktop Linux tradizionale stanno beneficiando indirettamente di questo lavoro, che talvolta sembra più un vantaggio collaterale di una strategia di mercato. Nonostante ciò, Linux come piattaforma guadagna visibilità e stabilità anche grazie a questo approccio.
Dal punto di vista statistico, proprio per effetto di Proton e Steam Deck, la quota di utenti Linux su Steam è sul punto di superare il 3%, una soglia impressionante se pensiamo all’immensa diffusione di Windows e alla sua storica posizione dominante.
Valve gioca quindi una partita a lungo termine, costruendo basi solide per futuri device come un possibile Steam Deck 2 o una console Steam Machine TV che garantiranno la compatibilità su larga scala, senza separare le librerie di giochi dall’utenza.
Inoltre l’interesse crescente da parte di grandi publisher come Microsoft e Sony nel pubblicare i loro titoli su Steam amplia ulteriormente le possibilità per i giocatori Linux.
Driver, emulatori e strumenti avanzati
La maturità di Linux in ambito gaming passa anche per la qualità e disponibilità dei driver. Per gli utenti con GPU AMD o Intel, spesso non è più necessario alcun intervento manuale: i driver open source sono integrati nei principali kernel e distribuzioni, permettendo il gioco immediato anche con periferiche come controller.
D’altro canto, la gestione delle GPU NVIDIA è migliorata molto (ne è passata di acqua sotto i ponti dal “dito medio” di Linus Torvalds…), grazie a nuovi driver (come nvidia-open-dkms
), ma ancora restano problemi di compatibilità con i nuovi sistemi grafici come Wayland, a dispetto dei notevoli passi avanti.
Per il gaming retro, Linux offre un parco emulatori vastissimo per console come PS1, PS2, GameCube, SNES, Xbox e altri, spesso reperibili nei repository delle distribuzioni e facili da installare e configurare.
Strumenti come MangoHud consentono agli utenti di monitorare in tempo reale le prestazioni hardware e di sistema durante il gioco, supportando la personalizzazione e l’ottimizzazione dell’esperienza ludica.
Un aspetto evidenziato in molte discussioni è il recente ridimensionamento dell’impegno di Intel nello sviluppo di driver dedicati, con tagli significativi al personale impegnato nel kernel Linux e nel supporto grafico. Potremmo assistere a un rallentamento dei progressi futuri, soprattutto per i sistemi basati su tecnologia Intel. Vedremo.
Per i giocatori professionisti e i content creator, d’altra parte, l’assenza di supporto ufficiale per molte periferiche di alto livello rappresenta un problema. Software per la configurazione avanzata di tastiere, mouse, joystick con force feedback, e dispositivi di streaming come Elgato Stream Deck o Korg nanoKONTROL spesso non sono disponibili o richiedono workaround poco eleganti o insoddisfacenti.
Il tallone d’Achille: anti-cheat e multiplayer competitivo
Il problema più rilevante per l’adozione di Linux in ambito gaming rimane senza dubbio il supporto anti-cheat. Tanti titoli multiplayer molto popolari (come Battlefield 6, Destiny 2, e altri titoli di grandi publisher come EA o Ubisoft) non funzionano correttamente su Linux a causa dell’assenza di integrazioni con i loro sistemi anti-cheat, che spesso non supportano Linux e talvolta bannano gli utenti che giocano su questa piattaforma.
Una situazione che rende Linux ancora una piattaforma poco praticabile per un’ampia platea di utenti.
Performance e compatibilità
Se da un lato molti giochi girano fluidamente su Linux anche meglio che su Windows (ad esempio in certi titoli strategici o simulatori), dall’altro la frammentazione delle distribuzioni e la necessità di modifiche a livello di librerie e configurazioni possono rappresentare un ostacolo per l’utente medio.
L’esperienza varia inoltre a seconda dell’hardware: configurazioni con GPU AMD tendono ad offrire un supporto più uniforme grazie ai driver open source, mentre chi usa NVIDIA deve spesso affidarsi a driver proprietari che, pur in miglioramento, non sono esenti da problemi occasionali.
La possibilità di configurare il sistema in modo estremamente personalizzato è un pregio per utenti esperti, ma può scoraggiare chi cerca una esperienza “clicca e gioca”. Un aspetto che per il momento ha rallentato una diffusione di massa, rendendo Linux una scelta soprattutto per utenti determinati o “nerd” del software libero.
Prospettive future e considerazioni finali
Nel complesso, Linux nel 2025 si configura come una piattaforma di gioco matura, ricca di opportunità e strumenti, in continua crescita. Pur senza poter ancora competere completamente con Windows in termini di semplicità d’uso, compatibilità universale e supporto anti-cheat, rappresenta una valida alternativa e un ambiente ideale per chi punta su privacy, controllo e libertà d’uso.
La combinazione di Proton, l’espansione della libreria di giochi giocabili, l’attenzione di Valve e dei publisher più importanti, unita alla comunità e alla continua evoluzione tecnologica, rende più che mai interessante il futuro del gaming su Linux.
Grazie a Proton, a Valve e al lavoro incessante sullo Steam Deck e SteamOS, Linux è passato dall’essere una piattaforma di nicchia a uno dei protagonisti del mondo videoludico. Sebbene rimangano sfide importanti da superare, la strada è tracciata e il potenziale altissimo.