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Nel vasto ecosistema delle distribuzioni basate su Red Hat Enterprise Linux (RHEL), il concetto di “stabilità enterprise” è sempre stato sinonimo di affidabilità, prevedibilità e supporto a lungo termine. Dalla nascita di CentOS nel 2004 fino a progetti più recenti come AlmaLinux e Rocky Linux, l’obiettivo è sempre stato lo stesso: offrire la solidità di RHEL senza i costi di licenza, mantenendo la compatibilità binaria per garantire un ambiente sicuro e testato. Oreon 10 (download) nasce come derivata di AlmaLinux, proponendosi al segmento degli utenti professionali e tecnici che desiderano un sistema stabile ma più moderno, versatile e pronto all’uso desktop.
Forse complice anche quel numero di versione, Oreon 10 strizza l’occhio agli utenti di Windows 10 che non possono o non vogliono passare al più recente Windows 11. L’interfaccia di Oreon 10, basata su GNOME, si distingue per un’impostazione immediatamente riconoscibile da chi proviene dall’ambiente Microsoft. Il desktop, la barra delle applicazioni, il menu Start e la disposizione degli elementi ricordano Windows, ma sotto la superficie pulsa un sistema solido, flessibile e altamente personalizzabile.
Dal modello enterprise al desktop professionale
Come parzialmente anticipato in precedenza, l’obiettivo dichiarato dagli sviluppatori è offrire una piattaforma che unisca l’affidabilità tipica delle distribuzioni enterprise come AlmaLinux alla facilità di configurazione di un ambiente consumer-oriented. Oreon 10 consente infatti di installare e gestire pacchetti in modo semplice grazie a DNF, il package manager ottimizzato per selezionare automaticamente il mirror più vicino e veloce, riducendo drasticamente i tempi di download e aggiornamento dei software.
Mentre AlmaLinux e Rocky Linux nascono come cloni funzionali di RHEL, Oreon rappresenta un ramo evolutivo. Il suo obiettivo non è replicare RHEL, ma rendere utilizzabile la sua stabilità anche in ambito desktop, workstation e hybrid (dove si alternano produttività, test, sviluppo e intrattenimento).
Se AlmaLinux offre patch extra e Rocky Linux resta fedele al principio “bug-for-bug”, Oreon si posiziona sopra. Usa sì la base AlmaLinux come fondamento tecnico solido ma la arricchisce con una esperienza utente ottimizzata. Driver e codec multimediali sono già inclusi e il kernel Linux è aggiornato per supportare l’hardware più recente. Inoltre, Oreon 10 propone una dotazione software che guarda al futuro: Flatpak, Wine, Proton e il desktop environment GNOME personalizzato.
Tra gli obiettivi dichiarati di Oreon 10, il supporto a lungo termine per ogni versione (LTS): gli utenti riceveranno gli aggiornamenti di sicurezza fino al 1° luglio 2035.
Oreon 10: evoluzione, non fork
Abbiamo detto che Oreon prende la robusta base di AlmaLinux e “la reinterpreta”. Il progetto si definisce come un sistema enterprise-grade, ma “user-first”, pensato per chi lavora con Linux ogni giorno e non vuole però spendere ore nella configurazione iniziale.
Le principali differenze rispetto ad AlmaLinux sono le seguenti:
Aspetto | AlmaLinux | Oreon Linux |
---|---|---|
Target primario | Server, infrastrutture, cloud | Desktop professionali, workstation e ambienti ibridi |
Esperienza desktop | GNOME standard, minimale | GNOME personalizzato (estensioni, menu, blur, dock), pronto all’uso |
Supporto hardware | Allineato a RHEL | Kernel più recente, firmware e driver NVIDIA/AMD preconfigurati |
Software aggiuntivo | EPEL opzionale | Flatpak, RPM Fusion e Wine integrati di default |
Sicurezza | SELinux standard | Strumenti grafici per gestione policy e sicurezza user-friendly |
Gaming e compatibilità Windows | Non previsto | Wine, Proton e DXVK inclusi |
Aggiornamenti | Conservative | “Stable-fast”: frequenti ma controllati |
Roadmap futura | Dipendenza da RHEL | Progetto indipendente con gestore pacchetti Eon e formato .EPK |
L’obiettivo dichiarato del team Oreon è proprio quello di rafforzare il concetto di distribuzione indipendente, mantenendo la stabilità enterprise ma con un’infrastruttura propria.
Con la futura versione Oreon 11, il progetto introdurrà un suo formato di pacchetto (.EPK) e un package manager proprietario (Eon), rendendo così la piattaforma più flessibile e autonoma nel lungo termine.