In un’epoca in cui la sovranità digitale è al centro delle strategie nazionali europee, l’esperienza della Gendarmeria nazionale francese rappresenta uno dei casi più emblematici di migrazione su larga scala verso il software libero. Il percorso non è stato solo una scelta tecnica, ma un atto di “indipendenza informatica”: l’operazione ha coinvolto oltre 100.000 PC, culminando nella creazione e adozione di una distribuzione GNU/Linux personalizzata, chiamata GendBuntu.
Un cambiamento graduale, diventato storico con il superamento del traguardo dei 100.000 PC
La transizione non è avvenuta dall’oggi al domani. La Gendarmeria ha avviato il suo percorso nel 2005, in un momento in cui la Pubblica Amministrazione iniziava timidamente a valutare alternative ai software proprietari, spinti da considerazioni di costo, sicurezza e interoperabilità.
Il punto di svolta si è avuto quando Microsoft annunciò la dismissione del supporto per Windows XP (aprile 2014), obbligando a considerare una migrazione verso versioni più recenti del sistema operativo. Invece di affrontare nuove spese e con l’intento di rompere la dipendenza da fornitori esterni, la Gendarmeria ha scelto una strada alternativa.
Già nel 2005 l’ente francese aveva adottato OpenOffice.org come suite d’ufficio predefinita, introducendo lo standard OpenDocument Format (.odf) come formato ufficiale per tutti i documenti interni, in linea con le raccomandazioni europee in tema di interoperabilità. Si iniziarono quindi a sostituire software chiave come Microsoft Office, Internet Explorer e Outlook con soluzioni aperte come OpenOffice.org, Firefox e Thunderbird.
GendBuntu: più di una semplice distribuzione
La creazione di GendBuntu, una versione personalizzata di Ubuntu adattata ai bisogni operativi e di sicurezza della Gendarmeria, rappresenta una delle chiavi di volta. Non si trattava solo di installare un sistema operativo alternativo, ma di costruire un ecosistema coerente, che includesse strumenti di amministrazione centralizzata, software per la produttività, sistemi di cifratura e aggiornamenti automatizzati.
Entro la fine del 2011, oltre 35.000 PC erano già migrati a GendBuntu. Oggi, più del 97% delle 103.000 postazioni informatiche della Gendarmeria francese utilizzano questa piattaforma. Un risultato impressionante che mostra come sia possibile garantire stabilità e operatività anche in ambiti sensibili come quelli delle forze dell’ordine.
Secondo le stime ufficiali, la Gendarmeria ha ottenuto una riduzione del 40% del TCO (Total Cost of Ownership), traducendosi in un risparmio diretto di circa 2 milioni di euro all’anno e oltre 50 milioni di euro complessivi in meno di due decenni.
Oltre al risparmio, il passaggio all’open source ha portato un maggiore controllo sui sistemi, una riduzione delle dipendenze dai fornitori esterni (vendor lock-in) e la possibilità di adattare il software ai bisogni specifici delle unità operative.
Non è un progetto “pubblico”
GendBuntu non è distribuita pubblicamente: la distribuzione è progettata per uso interno della Gendarmeria francese e non è resa disponibile come ISO scaricabile dal pubblico o dalla comunità open source. Non esistono repository ufficiali o siti Web da cui poter scaricare legalmente una copia di GendBuntu. Eventuali versioni che dovessero circolare su siti non ufficiali non sono autorizzate e potrebbero non essere sicure o aggiornate.
Gli interessati a distribuzioni Linux simili, possono valutare Ubuntu o una delle sue derivate ufficiali, che sono liberamente scaricabili. In alternativa, si possono scegliere distribuzioni Linux orientate alla sicurezza, come Qubes OS o Tails, oppure versioni di Ubuntu modificate per la Pubblica Amministrazione (ad esempio, alcune personalizzazioni italiane o europee).
È inoltre possibile partire dalla base di Ubuntu puoi e applicare personalizzazioni di sicurezza e gestione secondo le proprie specifiche esigenze.