Gli altri dettagli sulla licenza GPLv3 in versione finale

Come anticipato nei giorni scorsi, la licenza GNU GPL v3 è stata ufficialmente rilasciata nella sua veste definitiva.

Come anticipato nei giorni scorsi, la licenza GNU GPL v3 è stata ufficialmente rilasciata nella sua veste definitiva. L’annuncio pone fine alle tante polemiche ed alle interminabili discussioni che si sono susseguite in più di un anno e mezzo (tanto è durato il processo di approvazione della nuova licenza). Secondo quanto dichiarato nel comunicato stampa, Free Software Foundation osserva come GPLv3 tuteli principalmente la libertà dell’utente permettendogli di modificare il software libero scaricato da Internet od incluso nei tanti dispositivi che già lo adottano. FSF critica anche i modelli di “trusted computing” che la GPLv3 rigetta completamente. All’utente, secondo FSF, devono essere permesse modifiche sul codice e non gli può essere impedito di usare software “alternativo”. La nuova licenza GPL, di fatto, non impedisce l’uso della tecnologia DRM (“Digital Rights Management”), ad esempio, ma esclude – da parte degli sviluppatori – l’impiego di “paletti” atti a limitare il raggio d’azione dell’utente.
Linus Torvalds, “padre” di Linux, aveva aspramente criticato – nei mesi scorsi – la GPLv3 considerando la precedente versione della licenza “molto meno integralista”. E’ possibile, quindi, che sia proprio il sistema operativo del pinguino a restare per il momento ancora legato alla GPLv2.

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