Google Discover e riassunti AI: editori temono crollo del traffico

Google avvia il rollout dei riassunti AI in Discover su iOS e Android negli USA. Editori segnalano cali di traffico e sollevano dubbi.
Google Discover e riassunti AI: editori temono crollo del traffico

Una minaccia esistenziale che trasforma i nostri contenuti in dati d’addestramento per l’Intelligenza Artificiale senza un giusto ritorno.

Così un dirigente di una grande testata americana commenta il lancio dei riassunti AI nella sezione Discover di Google. L’iniziativa rappresenta un momento cruciale che ha già fatto registrare una perdita di traffico tra il 15 e il 30% per le redazioni, con conseguenti riduzioni negli introiti pubblicitari e ripercussioni significative sulla visibilità dei brand editoriali.

La mossa di Google sostituisce i tradizionali titoli con brevi sintesi automatiche accompagnate dai loghi delle fonti e da un avviso sulla possibile scarsa accuratezza dell’AI. Sebbene l’azienda affermi che l’obiettivo sia facilitare la scelta degli articoli da parte degli utenti, gli editori denunciano quattro problematiche fondamentali che meritano attenzione.

AI e Google Discover: colpo definitivo all’editoria online?

In primo luogo, il calo delle visite e dei ricavi pubblicitari rappresenta una conseguenza immediata e misurabile. Gli editori segnalano che la riduzione del traffico verso i loro siti web incide direttamente sulla capacità di mantenere operazioni redazionali di qualità e di sostenere le loro attività economiche. In secondo luogo, c’è l’indebolimento dell’identità editoriale: quando i contenuti vengono ridotti a sintesi automatiche, la voce distintiva e la personalità della testata rischiano di dissolversi nel flusso informativo.

Il terzo aspetto critico riguarda il rischio di rappresentazioni errate di contenuti complessi. Non tutti gli argomenti giornalistici possono essere sintetizzati efficacemente da algoritmi, specialmente quando si tratta di inchieste investigative, analisi approfondite o questioni che richiedono contesto. Infine, gli editori sottolineano l’assenza di consenso informato sull’uso dei loro articoli per l’addestramento e la generazione automatica di testi.

La questione solleva interrogativi legittimi sulla legittimità dell’utilizzo di contenuti altrui per l’addestramento e la generazione automatica di testi, senza forme di compenso o accordi commerciali espliciti. Un dibattito che non tocca solo aspetti economici immediati, ma anche profili normativi e contrattuali potenzialmente destinati a diventare terreno di confronto regolamentare. Le autorità competenti potrebbero presto trovarsi a dover affrontare questioni complesse riguardanti i diritti d’autore, la proprietà intellettuale e le modalità di utilizzo dei dati da parte delle grandi piattaforme tecnologiche.

Verso un equilibrio sostenibile

La sfida reale rimane trovare un equilibrio sostenibile tra innovazione tecnologica e sopravvivenza economica dell’industria editoriale.

I prossimi sviluppi potrebbero includere negoziati diretti tra Google e i publisher, modifiche editoriali alle modalità di presentazione dei contenuti, o azioni collettive da parte degli editori per difendere i loro interessi. Quello che è certo è che il settore giornalistico dovrà adattarsi rapidamente a questo nuovo scenario, trovando strategie innovative per mantenere la propria rilevanza e sostenibilità economica in un panorama sempre più dominato dall’AI.

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