Google Foto integra nuova scorciatoia per trovare persone e animali

Google Foto integra una scorciatoia che sfrutta i Face Groups per trovare persone e animali. Funzionamento e riflessioni sulla privacy.
Google Foto integra nuova scorciatoia per trovare persone e animali

Avere migliaia di fotografie archiviate sul proprio smartphone è ormai la normalità, ma trovare uno scatto specifico tra i tanti può diventare una vera impresa.

Ecco perché Google Foto si è evoluto ancora una volta, offrendo una soluzione innovativa che promette di rivoluzionare la gestione dei ricordi digitali. La nuova funzionalità, disponibile sia su Android che su iOS, punta tutto sulla rapidità: bastano pochi tocchi per ritrovare immagini e video legati ai volti più importanti della nostra vita, senza più perdere tempo tra menu e tag manuali.

Al centro di questa rivoluzione troviamo i Face Groups, una tecnologia che affonda le radici nel già collaudato riconoscimento facciale, ma che ora si presenta con un approccio più diretto e accessibile. Dimenticate la fatica di scorrere lunghe gallerie: la barra di ricerca dell’app si trasforma in una vera scorciatoia visiva, dove i volti delle persone più fotografate compaiono in primo piano, pronti per essere selezionati. Non solo: con la possibilità di includere anche gli animali domestici tra i soggetti riconosciuti, la funzione si apre a un pubblico ancora più ampio, soddisfacendo chi desidera ritrovare facilmente le immagini dei propri amici a quattro zampe.

Con Face Groups la ricerca di soggetti precisi è molto più facile

L’attivazione della funzione è semplice e intuitiva. Dopo aver effettuato l’accesso al proprio profilo, è sufficiente navigare nelle impostazioni di privacy e abilitare l’opzione dedicata ai Face Groups. Chi lo desidera può personalizzare ulteriormente l’esperienza, scegliendo se visualizzare i volti degli animali accanto a quelli delle persone care. Durante la configurazione iniziale, vengono richiesti alcuni dettagli che permettono di affinare i raggruppamenti in base alle preferenze personali, rendendo l’intero processo altamente adattabile alle esigenze di ciascun utente.

Una volta completata la configurazione, la nuova funzionalità entra subito in azione: nella sezione ricerca o nella scheda Ask dell’app, compaiono automaticamente i volti suggeriti, selezionati in base alla frequenza con cui appaiono nella libreria fotografica. Questo significa che, per chi gestisce archivi contenenti migliaia di scatti, la ricerca di una foto specifica diventa un’operazione quasi istantanea. Basta un tap sul volto desiderato per accedere immediatamente a tutti i ricordi collegati, trasformando una potenziale fonte di stress in un’esperienza piacevole e senza sforzo.

Questione privacy

Tuttavia, non tutto è rose e fiori. L’adozione di sistemi basati su riconoscimento facciale solleva, inevitabilmente, interrogativi legati alla privacy e alla gestione dei dati personali. Anche se la funzione è opzionale e richiede l’attivazione consapevole da parte dell’utente, permangono dubbi su come vengano trattati i metadati associati ai volti e su dove avvenga effettivamente l’elaborazione delle informazioni: in locale sul dispositivo o tramite server cloud? E per quanto tempo questi dati rimangono archiviati nei sistemi di Google?

L’azienda, nelle sue documentazioni ufficiali, sottolinea come le impostazioni di privacy siano completamente personalizzabili, offrendo agli utenti il controllo su quali informazioni condividere e per quanto tempo. Tuttavia, il divario tra le promesse teoriche e il comportamento effettivo dell’applicazione continua a generare preoccupazione tra gli utenti più attenti a questi aspetti. La richiesta di maggiore trasparenza resta un tema caldo: molti desiderano sapere esattamente quali dati vengono raccolti, come vengono utilizzati e se esiste la possibilità di eliminarli in modo definitivo.

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