Oltre due miliardi di dispositivi nel mondo stanno per ricevere un aggiornamento che trasformerà radicalmente il modo di cercare percorsi e scoprire luoghi. Google Maps si prepara a integrare Gemini, l’AI di Google, rendendo la navigazione più naturale, conversazionale e adattata al contesto, con comandi vocali hands-free e indicazioni arricchite da riferimenti visivi lungo il tragitto.
Questa evoluzione rappresenta un cambio paradigmatico nel modo in cui gli utenti interagiscono con le app di localizzazione, trasformando una semplice ricerca di percorsi in un’esperienza immersiva e personalizzata. La novità centrale riguarda il dialogo naturale con l’app: attivando il comando vocale “Hey Google”, gli utenti potranno interagire con Gemini tramite un’icona a scintilla blu nella barra di ricerca.
Non si tratta solo di istruzioni stradali tradizionali: le indicazioni verranno personalizzate con suggerimenti su ristoranti, negozi e punti d’interesse, mentre la navigazione acquisirà caratteristiche fino ad ora assenti, come la possibilità di chiamare contatti, inviare messaggi o riprodurre musica. Questa integrazione consente agli utenti di mantenere un’esperienza completamente hands-free, garantendo una maggiore sicurezza durante la guida e riducendo le distrazioni dovute alla manipolazione del dispositivo.
Google Maps abbraccia la filosofia hands-free
La seconda è l’indicatore di corsia in tempo reale, già disponibile negli Stati Uniti e in Svezia: utilizza l’AI per identificare la corsia esatta del veicolo e fornire indicazioni di cambio corsia più precise, riducendo il rischio di mancare le uscite e migliorando significativamente la sicurezza stradale.
L’integrazione di modelli linguistici avanzati pone però questioni significative sulla privacy. Gli esperti sottolineano la necessità di una trasparenza totale su come vengono gestiti i dati di posizione, le richieste vocali e le preferenze personali. Sebbene Google abbia sempre offerto impostazioni per la raccolta dati e la gestione della cronologia, questa novità richiede che gli utenti comprendano chiaramente quale sia il confine tra elaborazione in cloud e locale. La raccolta e l’elaborazione di dati relativi alle abitudini di spostamento rappresenta una questione delicata che merita massima attenzione.