Google: multa da 250 milioni di euro a causa di Gemini

Altre grane per Google che avrebbe alimentato Gemini in modo scorretto: ecco come si sono mosse le autorità francesi.
Google: multa da 250 milioni di euro a causa di Gemini

Alti guai in arrivo per Google che, dopo le recenti controversie legate all’App Store, con il colosso tecnologico costretto a sborsare ben 700 milioni di dollari, deve far fronte a un’altra multa salata.

Ad emettere il giudizio è stata l’Autorité de la Concurrence (ADLC) francese che, nel corso di un’udienza dello scorso 20 marzo, ha sancito come Google dovrà pagare una multa da 250 milioni di euro a causa di Gemini. Nello specifico, il modello IA sembra essere stato alimentato attraverso articoli dei media, senza alcun tipo di negoziazione o risarcimento. Secondo l’ADLC, Google ha eluso buona parte degli impegni che aveva preso per trattare con gli editori in precedenza.

Google, dal canto suo, si è detta in disaccordo con quanto sancito dalle autorità francesi, definendo la multa come “Non proporzionata“. Secondo gli avvocati che difendono il colosso di Mountain View, infatti, la sentenza non tiene conto degli sforzi che l’azienda ha compiuto per andare incontro agli editori.

La compagnia ha affermato di aver introdotto una nuova soluzione, battezzata Google-Extended, proprio per rendere più semplice la gestione di rapporti tra chi produce i contenuti e chi alimenta l’IA.

ADLC francese contro Google e Gemini: per il colosso tech mancano normative chiare

Nonostante le proteste, Google non rifiutato eventuali ricorsi accettando la sentenza per concentrarsi su altri obiettivi.

Sul suo blog, l’azienda ha confermato come la multa si riferisce prevalentemente su una differente percezione di quanto valore Google ottenga dai contenuti a cui accede, specificando poi come “La mancanza di una guida normativa chiara e di ripetute azioni di controllo hanno reso difficile condurre trattative con gli editori, o pianificare come investiremo nell’informazione in Francia nel futuro“.

Il caso tra Google e l’ADLC non è il primo di questo tipo e, presumibilmente, neanche l’ultimo. Il più famoso, almeno finora, è quello legato al New York Times e alla querelle con Microsoft e OpenAI, una sfida tra classici editori e tecnologie emergenti che è destinata a far discutere molto.

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