Google posticipa il lancio di Bard AI in UE per problemi di privacy

Bard, il chatbot AI di Google, è stato temporaneamente bloccato in Unione Europea a causa delle leggi sulla privacy.

Google ha ritardato il rilascio di Bard nell’Unione Europea a causa di alcuni dubbi legati alla protezione dei dati.

Il colosso di Mountain View aveva annunciato che il suo chatbot sarebbe stato disponibile nel vecchio continente nel corso della scorsa settimana ma, tale finestra di lancio, ha lasciato poco tempo all’UE per verificare i requisiti legati alla privacy del nuovo sistema AI.

Secondo la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), Google non ha fornito abbastanza dati per poter consentire il funzionamento di Bard nel contesto UE. A tal proposito, il software in questione dovrà allinearsi alla legge sulla protezione dei dati personali, attiva dal 2018, per diventare effettivamente attivo.

Secondo quanto affermato da Graham Doyle, il vice commissario del DPC, a TechCrunchIl DPC non aveva avuto alcun briefing dettagliato di una DPIA (ndr. valutazione dell’impatto sulla protezione dei dati) o di alcuna documentazione di supporto […] Ciò ha sollevato una serie di ulteriori domande sulla protezione dei dati raccolti Google a cui è necessario attendere una risposta e Bard non verrà dunque rilasciato questa settimana“.

Google Bard, l’AI bloccata in UE per questioni di privacy: quando sarà disponibile?

Al di là del caso di ChatGPT in Italia, questa è la prima volta che un sistema di Intelligenza Artificiale viene bandita entro i confini dell’UE.

Nonostante quanto detto, però, questo blocco non suona del tutto inaspettato. Quando Google ha svelato al mondo Bard, infatti, il chatbot è stato presentato come disponibile in tre lingue e come prossimo al lancio in 180 paesi, guarda caso nessuno dei quali appartenenti all’UE.

Per chi non vede l’ora di mettere le mani sul nuovo sistema AI, molto probabilmente, si tratta solo di una questione di tempo. Come afferma Google stessa “A maggio abbiamo annunciato di voler rendere Bard disponibile in un maggior numero di aree del mondo, compresa l’Unione Europea, e di volerlo fare in modo responsabile, confrontandoci con esperti, autorità di regolamentazione e policy maker. Nell’ambito di questo percorso, ne stiamo discutendo con gli enti regolatori della privacy, per ascoltare le loro osservazioni e rispondere alle loro domande“.

Vista la situazione quasi del tutto inedita, la commissione DPC ha affermato che non è ancora in grado di indicare potenziali date per l’attivazione di Bard in UE.

In merito alla notizia pubblicata pubblichiamo una dichiarazione ricevuta dall’ufficio stampa di Google:

“A maggio abbiamo annunciato di voler rendere Bard disponibile in un maggior numero di aree del mondo, compresa l’Unione Europea, e di volerlo fare in modo responsabile, confrontandoci con esperti, autorità di regolamentazione e policy maker. Nell’ambito di questo percorso, ne stiamo discutendo con gli enti regolatori della privacy, per ascoltare le loro osservazioni e rispondere alle loro domande.”

Fonte: techcrunch.com

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