Google Search ora corregge anche gli errori grammaticali

Google Search svolge anche il ruolo di professore: la funzione Grammar Check analizza e corregge errori grammaticali o ortografici.
Google Search ora corregge anche gli errori grammaticali

Google Search vanta un bel po’ di strumenti integrati che l’utente può sfruttare al meglio per le sue ricerche in rete. Alcuni sono attualmente in fase di test e disponibili solo per quei naviganti che vogliono provare in anteprima le novità, con tutti i limiti e i bug del caso. Altri invece vengono lanciati un po’ in sordina e gradualmente, come il correttore grammaticale.

Il grammar checker, spiega Big G, attraverso l’analisi di una frase è in grado non solo di scovare eventuali errori (compresi quelli ortografici), ma anche di suggerire soluzioni valide per correggerla. Al momento il correttore funziona solo con le frasi in inglese e in alcuni mercati, ma presto il colosso di Mountain View potrebbe renderlo compatibile anche con altre lingue e disponibile al di fuori dei confini statunitensi.

Per affidarsi al professor Google, basta scrivere una frase nella barra di ricerca di Google seguita da “grammar check”, “check grammar” o “grammar checker”. In caso di errori, come primo risultato viene mostrata la scheda “Grammar Check”: questa include la frase scritta nel modo giusto e con alcune parole evidenziate in grassetto per far rapidamente capire all’utente quali sono state le correzioni applicate.

Google Search - Grammar Check - Esempio

Come facilmente intuibile, le correzioni proposte da Google sono possibili grazie a sistemi di intelligenza artificiale che vengono costantemente allenati per analizzare la lingua. L’azienda però ci tiene a precisare che il suo correttore grammaticale in alcuni casi potrebbe non essere preciso al 100%, soprattutto con frasi incomplete.

Il grammar check, si legge nel documento di supporto, non può essere utilizzato quando vengono violate le norme generali della Ricerca Google oppure quando vengono trattati determinati argomenti come contenuti molesti, contenuti che incitano all’odio e contenuti di natura terroristica.

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