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L’intelligenza artificiale si dimostra sempre più capace di risolvere problemi complessi e offrire nuove prospettive: solo una settimana fa è emerso che l’AI potrebbe aver scoperto un segreto in un dipinto di Raffaello, ora si viene a sapere che l’intelligenza artificiale avrebbe scoperto, addirittura, alcuni segreti della Bibbia.
L’AI ha letto la Bibbia
Un team di ricercatori della Duke University di Durham, negli Stati Uniti, ha usato l’AI, i modelli statistici e l’analisi linquistica per scoprire uno dei principali segreti della Bibbia: chi sono i suoi autori?
Grazie a tecniche di linguistica computazionale, è possibile analizzare stili di scrittura, scelte lessicali e strutture grammaticali, individuando somiglianze e differenze che potrebbero indicare la mano di autori diversi. Questo tipo di analisi richiede una enorme mole di lavoro, ma è proprio il tipo di lavoro che l’AI di solito fa molto bene.
Il team di ricercatori ha usato questi metodi scientifici coadiuvati dall’AI per analizzare i primi 5 libri della Bibbia, con il risultato che i primissimi libri sono molto più simili tra di loro di quanto non lo siano con gli altri. Questo giudizio è già condiviso tra gli studiosi, da ben prima delle analisi con l’AI.
Ma questo studio è riuscito ad andare oltre, identificando precisi stili di scrittura di specifici gruppi di autori dei libri della Bibbia. Per testare questo modello, gli autori dello studio hanno selezionato 50 capitoli dai primi 9 libri della Bibbia, tutti già analizzati e catalogati da altri studiosi. Ne è uscita fuori una formula per assegnare ad ogni capitolo uno dei tre possibili stili di scrittura individuati.
Nella seconda parte dello studio, invece, il team di scienziati ha applicato questo modello ai capitoli per i quali non c’è ancora un autore certo, con il risultato che l’AI ha fatto delle proposte di attribuzione di ogni capitolo ad un autore, molto credibili.
Un metodo che farà scuola
Uno degli obiettivi principali di questi studi è creare modelli che possano essere utilizzati anche in altri ambiti. Ad esempio, le tecniche sviluppate per l’analisi dei testi biblici potrebbero essere applicate a manoscritti di altre culture, contribuendo a una comprensione più ampia del patrimonio letterario e storico globale. Questo approccio interdisciplinare dimostra come l’intelligenza artificiale possa essere un ponte tra passato e futuro, unendo tradizione e innovazione.
Con il giusto equilibrio tra tecnologia e responsabilità umana, queste ricerche hanno il potenziale di trasformare il nostro modo di comprendere il passato, gettando al contempo le basi per un futuro di scoperte ancora più straordinarie.