Microsoft lancia un nuovo chatbot IA per lo spionaggio

Un chatbot isolato da Internet per le operazioni di spionaggio è già pienamente in funzione negli USA: ecco di cosa si tratta.

Microsoft sarebbe a lavoro per realizzare un modello di Intelligenza Artificiale ideato appositamente per le agenzie di intelligence statunitensi, dunque operante nel contesto dello spionaggio.

Questo è quanto viene sostenuto su un articolo della prestigiosa testata giornalistica di Bloomberg, si parla di un modello capace di operare in modo autonomo, senza necessità di accesso a Internet.

Lo strumento, a quanto pare, consentirebbe alle agenzie di spionaggio di poter analizzare informazioni riservate in un ambiente sicuro, interagendo con l’IA attraverso un chatbot in modo molto simile a quanto avviene con ChatGPT.

Il nuovo servizio, che non ha ancora un nome ufficiale, è la risposta del colosso di Redmond alla crescente necessità delle agenzie di intelligenze di sfruttare l’IA per elaborare i propri database e, in tale contesto, all’esigenza di lavorare in un ambiente sicuro che escluda tentativi di hacking o fenomeni simili. Il già nominato ChatGPT, infatti, viene eseguito su server cloud che, per loro stessa natura, sono potenzialmente soggetti a intromissioni di terze parti.

In tal senso, in passato la CIA ha già espresso il suo desiderio di creare una sorta di chatbot interno, anche se sembra che tale progetto sia scollegato dalla proposta di Microsoft di cui stiamo parlando.

Un chatbot per lo spionaggio è già attivo negli Stati Uniti con un sistema isolato da Internet

Stando a quanto accennato da Bloomberg, il progetto del chatbot IA per lo spionaggio ha richiesto agli sviluppatori Microsoft 18 mesi di lavoro su un super computer.

Su di esso, poi, è stato installato un modello GPT-4 appositamente modificato, progettato per non poter in alcun modo avere accesso a Internet. A quanto pare, il progetto è già pienamente attivo, disponibile a un personale di circa 10.000 professionisti, tutte facenti parti dell’intelligence statunitense.

Nonostante tutto, restano dei dubbi riguardo l’applicazione di GPT-4 nel contesto dello spionaggio. L’IA, infatti, in alcuni casi può ancora offrire risposte imprecise ai prompt e ciò potrebbe causare malintesi e problemi non da poco alle agenzie. La speranza è che, in tal senso, vi sia un sistema di supervisione efficace e che lo strumento in questione sia utilizzato con consapevolezza.

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