Uno studio condotto da Deezer e Ipsos ha messo in luce risultati sorprendenti riguardanti la capacità degli ascoltatori di riconoscere la musica generata da AI.
Coinvolgendo 9.000 persone, intervistate in otto paesi differenti e presentando loro due brani generati da Intelligenza Artificiale e uno creato da un musicista tradizionale, la ricerca rivela numeri impressionanti. La stragrande maggioranza degli ascoltatori non riesce a riconoscere l’origine sintetica della musica, alimentando così un dibattito urgente su trasparenza, diritti d’autore e sopravvivenza economica dei creatori musicali in un’era dominata dall’AI.
I dati impressionanti della ricerca
Le percezioni rimangono tuttavia frammentate e complesse. Una metà del campione ritiene con ottimismo che l’AI avrà un ruolo determinante e positivo nella produzione musicale nei prossimi decenni, rappresentando una vera e propria rivoluzione creativa.
La medesima percentuale teme però un’ondata di contenuti generici e di scarsa qualità sulle piattaforme di streaming, manifestando così una visione più pessimistica del futuro musicale. Ancora più critico risulta il dato sulla creatività autentica: il 64% degli intervistati esprime preoccupazione per un progressivo appiattimento artistico, temendo una omogeneizzazione della produzione culturale.
Le istanze etiche occupano un posto centrale nelle risposte raccolte dagli intervistati. Il 65% si oppone fermamente all’utilizzo di materiale protetto da copyright per l’addestramento dei modelli senza autorizzazione degli autori originali, sottolineando l’importanza della proprietà intellettuale. Un dato ancora più critico riguarda il 70% che percepisce come concreto e tangibile il rischio di erosione dei redditi di musicisti, compositori e artisti emergenti, segnalando una preoccupazione economica fondata e legittima.
Consapevole del fenomeno in crescita esponenziale—con circa 50 mila brani generati quotidianamente e il 34% dei caricamenti giornalieri di provenienza sintetica—Deezer ha intrapreso contromisure concrete e significative: l’implementazione di sistemi di rilevamento per identificare i brani completamente generati da AI, con conseguente etichettatura appropriata e esclusione dai circuiti di raccomandazione algoritmici.
La richiesta di trasparenza da parte degli utenti è inequivocabile: l’80% chiede chiarezza attraverso etichette esplicite e facilmente identificabili, mentre il 73% domanda una maggiore trasparenza sugli algoritmi di promozione applicati ai contenuti sintetici. Rimangono tuttavia questioni irrisolte e complesse: i sistemi di rilevamento, sebbene utili e innovativi, non garantiscono infallibilità totale, e il fronte giuridico esige ancora normative più solide a tutela della proprietà intellettuale e della remunerazione equa per i creatori.