Nintendo è stata hackerata? Cosa si sa al momento

Nintendo sarebbe stata hackerata dallo stesso collettivo hacker che a settembre ha bucato Red Hat. Al momento, però, nessuna conferma né smentita ufficiale.
Nintendo è stata hackerata? Cosa si sa al momento

Un famoso e potente gruppo di hacker, il Crimson Collective, dichiara pubblicamente di essere riuscito a bucare i server di Nintendo e di avere a disposizione una notevole quantità di dati del colosso giapponese: materiali di produzione dei giochi, file degli sviluppatori, backup. Nintendo non conferma né smentisce e a rendere credibile questa notizia c’è solo la fama degli hacker: sono gli stessi che hanno hackerato anche Red Hat a settembre.

I file di Nintendo

La società di cybersicurezza Hackmanac ha pubblicato su X un post con uno screenshot delle cartelle del presunto hacking, dando credibilità alla vicenda. Non è chiaro di quanti dati stiamo parlando, ma dai nomi delle cartelle sembra confermato che si tratti di materiale interno per lo sviluppo di giochi.


Come è noto Nintendo è gelosissima dei suoi segreti industriali e non si fa molte remore a denunciare chiunque riesca a far trapelare anche il minimo dettaglio. Proprio per questo molti fan hanno persino accolto con favore la notizia della violazione da parte del Crimson Collective: sarebbe l’unico modo per avere qualche notizia in anteprima sui giochi in fase di sviluppo.

Che succede adesso ai dati Nintendo

Tutta la vicenda è avvolta nel mistero, quindi è al momento impossibile dire se questi dati saranno svelati al pubblico o usati per ricattare Nintendo. Sappiamo, però, che quando il Crimson Collective ha violato il repository di Red Hat su GitHub ha poi chiesto un riscatto per non pubblicare i dati.

Sappiamo anche che Red Hat ha risposto picche (o almeno così dichiara) rivolgendosi piuttosto alle autorità. In quel caso si trattava di ben 570 GB di dati, compresi anche dati sensibili.

Il rischio, per Nintendo, è che gli hacker decidano di pubblicare almeno parte dei dati rubati per danneggiare l’azienda. Nell’estate 2024 la software house Game Freak, che sviluppa i giochi dei Pokémon, era rimasta vittima di un attacco simile e, in quel caso, molti dati divennero pubblici, compresi i costi di sviluppo di alcuni titoli.

Questo dimostra come e quanto gli hacker siano sempre più interessati ad attaccare le aziende di gaming, che vengono considerate degli ottimi bersagli ai quali estorcere fiumi di denaro. Quanto questa strategia funzioni veramente, però, non è mai del tutto chiaro.

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