Recensione Arctic Xtender VG: un ritorno molto gradito

Recensione Arctic Xtender VG: un ritorno molto gradito

Sono passati oltre dieci anni dall’ultima volta che abbiamo visto sul mercato consumer un case marchiato Arctic: la leggendaria società tedesca, che aveva avuto un ruolo decisamente nel mondo dei PC enthusiast diversi anni fa, ha fatto un periodo piuttosto lungo di rilevanza più marginale – una ritirata strategica, potremmo dire: concentrandosi di più sul mercato server, Arctic ha avuto modo di sviluppare e affinare tecniche e soluzioni per fare un ritorno in pompa magna.

L’occasione è stata il Computex 2025, dove Arctic ha presentato diversi prodotti per il settore privato – più “tradizionali”, come dissipatori AiO, dissipatori ad aria, miniPC, ventole e, appunto, la famiglia di case Xtender. I modelli sono sostanzialmente due: Xtender e Xtender VG, che immaginiamo significhi “vertical GPU” perché è l’unica differenza tra i due.

A costo di perdere sostanzialmente accesso a tutti gli slot PCIe aggiuntivi, è possibile montare la scheda in verticale grazie a un particolare supporto preinstallato e un cavo prolunga PCIe che supporta le specifiche 4.0 del protocollo. Entrambi i case sono disponibili in bianco e in nero. In questa prova ci occupiamo, come mostrano le foto, dell’Xtender VG bianco.

DESIGN

Potremmo definire il design generale ormai piuttosto tradizionale: un parallelepipedo di dimensioni molto regolari e squadrate, farcito di pannelli traforati per ottimizzare il flusso d’aria, e vetro sia sul davanti sia sul lato, per mettere in bella mostra la propria configurazione. Sa molto di NZXT, a dirla tutta. “Tradizionale” non è certo un’accezione negativa, soprattutto se l’esecuzione è centrata, e possiamo dire che questo è il caso. È evidente fin da subito che Arctic sarà rimasta fuori dai giochi per qualche tempo ma non ha certo perso il suo knowhow, anzi.

Xtender è un case imponente: è formalmente un midi-tower con supporto eATX (motherboard fino a 28,5 cm di larghezza), fino a otto ventole e due dissipatori fino a 420 mm. I pannelli hanno un design molto razionale e semplice, con una perforatura molto larga e di forma squadrata, che nel caso di quello superiore incorporano alla perfezione il pulsante di accensione e le porte USB.

La “star” del case dal punto di vista estetico è il pannello in vetro con il logo di Arctic smerigliato: si posiziona davanti alla gabbia dell’alimentatore, e grazie a una striscia LED RGB sapientemente posizionata sotto crea degli effetti di illuminazione molto interessanti, che rendono un po’ meno “noiosa” quell’area che è un po’ il tallone d’Achille dei case non dual-chamber.

Il case arriva super carrozzato: ben cinque ventole RGB, due da 120 mm sul retro e tre da 140 mm a fianco della motherboard. Il cluster posteriore è montato in iniezione, mentre quello frontale in estrazione – senza compromessi sull’estetica grazie all’uso di ventole reverse. Sul pannello superiore troviamo due porte USB Type-A, una USB-C e un jack audio da 3,5 mm.

Il supporto verticale per schede grafiche permette di alloggiare virtualmente qualsiasi scheda sul mercato, anche un “mostro” da 3 slot di spessore come la GeForce RTX 4090 di NVIDIA, senza che rimangano troppo attaccate al vetro laterale a discapito della dissipazione del calore. Se si monta un radiatore sul davanti il limite di lunghezza per le schede è di 33,7 cm, se si lascia in configurazione predefinita con le ventole si arriva vicino ai 50 cm, che è chiaramente perfino esagerato.

Naturalmente stiamo parlando di un case tutt’altro che compatto e leggero, ma per chi ha lo spazio è un piacere da vedere e, come vedremo tra poco, da montare.

SCHEDA TECNICA

  • Formato: eATX
  • Schede madri compatibili: eATX fino a 285 mm, ATX, micro ATX, mini ITX
  • Compatibilità ventole:
    • Retro: 2x120mm
    • Sopra: 3x120mm o 3x140mm (anche radiatore per AiO)
    • Lato: 3x120mm o 3x140mm (anche radiatore per AiO)
  • Compatibilità schede video:
    • Lunghezza massima con radiatore laterale: 337 mm
    • Lunghezza massima senza radiatore laterale: 482 mm
    • Spessore massimo (variante VG): 3 slot
  • Compatibilità dissipatore ad aria: 171 mm
  • Compatibilità alimentatore:
    • Senza gabbia per hard disk: ATX fino a 318 mm
    • Con gabbia per hard disk: ATX fino a 200 mm
  • Compatibilità hard disk: 4 slot per drive da 2,5”, 2 slot per drive da 3,5” (adattabili a 2,5”)
  • Porte frontali:
    • 2x USB-A 3.2 Gen 1 (5 Gbps)
    • 1x USB-C 3.2 Gen 2 (10 Gbps)
    • Jack audio da 3,5 mm
  • Varianti di colore:
    • bianco con vetri trasparenti
    • nero con vetri trasparenti
    • nero con vetri a specchio
  • Dimensioni: 529 x 231 x 529 mm

INSTALLAZIONE

L’esperienza di assemblaggio di una macchina su questo case è ottima. Tanto per cominciare perché lo spazio è ampio e quindi si possono evitare contorsionismi in fase di organizzazione dei cavi, poi perché tutto è stato progettato con grande cura e sapienza, fin nei minimi dettagli, e soprattutto perché è tutto di qualità impeccabile. Può sembrare una banalità, ma te ne accorgi appena inizi a lavorare con le viti: tutti i filetti sono precisi sia sul case sia sulle viti stesse. Non si fanno mai sforzi e non c’è mai il rischio di entrare storti. Le tipologie di viti sono peraltro poche (in generale se ne usano due).

Viti e altri accessori utili al montaggio (tante belle fascette di velcro, soprattutto, e gommini anti-vibrazione per i drive fisici) sono contenuti in un pratico astuccio per minuteria apribile in plastica, decisamente più pratico e comodo delle solite bustine nelle scatole di cartoncino che sono lo standard del giorno d’oggi.

Ottime anche le protezioni in gomma per le feritoie per il passaggio dei cavi, ben segmentate, spesse al punto giusto e con non troppo rigide. Sul lato dietro alla motherboard troviamo anche diverse feritoie e punti di ancoraggio per eventuali ulteriori fascette. Perfino le asole in concomitanza delle feritoie sono state progettate con cura, in modo che le fascette in velcro passino facilmente.

Non delude nemmeno l’area dedicata all’alimentatore. Subito si potrebbe storcere un po’ il naso perché il pannello inferiore non è traforato, ma in realtà ci si accorge rapidamente che in realtà l’alimentatore poggia su un paio di binari che lo mantengono sollevato di circa un paio di cm, permettendo all’aria di fuoriuscire comodamente dal pannello laterale.

Arctic ha implementato una soluzione molto comoda in cui l’alimentatore si fissa a uno sportello integrato nel case, e questo si avvita con viti particolarmente grosse che possono essere serrate a mano (tra l’altro sono anche prigioniere quindi non si rischia di perderle). Molto comodo soprattutto in caso di alimentatori completamente modulari in fase di cable management. In generale è evidente che Arctic si è impegnata molto per ridurre al minimo il ricorso ad attrezzi dove non è necessario – il pannello superiore è a incastro, per esempio, e i filtri per la polvere sono magnetici.

La staffa per il montaggio verticale della scheda grafica è interamente removibile – sostanzialmente chi compra un case “VG” può fare il “downgrade” alla versione normale (i copri slot PCI sono inclusi tra gli accessori). La staffa va per forza rimossa in fase di montaggio della motherboard perché uno dei punti di supporto si avvita a uno dei punti ATX della scheda.

È in effetti preferibile prima montare la scheda sulla staffa e poi montare tutto nel case. Il cavo riser include un meccanismo in plastica per ancorare la scheda allo slot, ma è un po’ troppo fragile: si è rotto dopo averlo azionato giusto qualche volta facendo test con schede varie.

Sul retro, dicevamo, lo spazio per il cable management è davvero tanto, con canali profondi qualche centimetro. Si lavora sempre molto comodi e il rischio di creare grovigli è tutto sommato remoto. Ironicamente il problema principale sono le ventole preinstallate: Arctic ha previsto un sistema di daisy chaining sia per il cavo di alimentazione sia per quello dei LED RGB, ma diciamo che è in questi casi che si apprezzano i progressi fatti da soluzioni come iCUE di Corsair, che riducono drasticamente la quantità di cavi in circolazione per ventole e dissipatori. Vale la pena precisare che Arctic produce anche hub per ventole, ma non ne ha incluso uno in questo case. Altro piccolo appunto: i connettori individuali per i vari componenti del pannello frontale. Ormai sono davvero anacronistici.

Sono comunque appunti molto secondari e che in ultimo inficiano davvero poco sul bilancio finale dell’esperienza di installazione. Non è certo un caso se il “german engineering” è famoso in tutto il mondo, e questo Xtender ne è un’ulteriore riprova: pragmatico, razionale, intelligente, non ci stupiremmo se diventasse un nuovo preferito degli assemblatori.

PRESTAZIONI

Un design con così tanti pannelli traforati, peraltro con così tante ventole a bordo, è facilmente paragonabile a un open bench – delle volte ci sono pure dei vantaggi. Sia negli stress test sia nelle sessioni di gioco si osservano temperature praticamente identiche a parità di condizioni ambientali e di velocità delle ventole, e in alcuni casi, soprattutto per i valori più “ambientali" (sensori motherboard, chipset) nel case l’hardware sta addirittura più al fresco.

La configurazione di prova è la seguente:

  • CPU: AMD Ryzen 7 9800X3D (uno vero, garantito!)
  • GPU: NVIDIA GeForce RTX 4090 Founders Edition
  • Motherboard: Asus ProArt X870E-Creator
  • RAM:  Kingston FURY Beast DDR5 – 32 GB (2×16) / 6000 MHz / CL40
  • SSD: Samsung 990 EVO Plus PCIe 5.0/4.0 2TB / WD Black SN850 PCIe 4.0 1 TB
  • Dissipatore CPU: Asus Ryujin III 360
  • OS: Windows 11 Professional

Nel gaming abbiamo scelto la remaster di Oblivion perché da una parte riesce a spingere a fondo la GPU, soprattutto abilitando tutte le opzioni di ray tracing, e dall’altra il tipico sistema di fast travel e open world “slegato” di Bethesda produce diversi picchi di lavoro intenso anche sulla CPU.

Le ventole sono le P12 Pro sul retro e le P14 Pro Reverse sul lato, entrambe in variante aRGB, le più recenti presentate dalla società e con significativi miglioramenti dal punto di vista della pressione statica rispetto ai modelli antecedenti. Non sono proprio le più silenziose sul mercato, ma valgono decisamente più di quanto costano, e se vengono fatte girare a velocità basse non danno alcun fastidio.

In generale abbiamo usato questo case per un paio di settimane con assoluta soddisfazione. Tra i pochi difetti che vale la pena segnalare c’è che sul retro la traforatura del pannello è piuttosto grande e non ci sono  filtri mesh, il che non offre una gran protezione contro la polvere o, per chi abita fuori città, contro gli insetti.

Infine, dobbiamo segnalare che in fase di spedizione si dev’essere sganciato il pannello di vetro decorativo, che quindi era libero di muoversi in giro per il case. Fortunatamente non si è rotto ma qualche piccolo difetto estetico se l’è procurato. A nostro avviso ci vorrebbe un imballaggio più sicuro per questo componente, che per quanto solido è comunque delicato; vero è che la nostra è una review unit quindi non è detto che fosse sigillato dalla fabbrica.

CONCLUSIONI

Come abbiamo detto già nel titolo, quello di Arctic è un gradito ritorno nel mondo dei case, che di questi tempi è molto affollato ma significa solo più scelta per l’appassionato. Il case ha un design piuttosto tradizionale di questi tempi, con impostazione ottimizzata per la circolazione dell’aria (tante superfici traforate con pannelli mesh) e per l’esposizione delle proprie build (pannello in vetro temperato sul  lato e sul davanti. Nonostante ciò, Arctic è riuscita a implementare alcune modifiche e peculiarità che sono più che sufficienti non solo a distinguerlo dalla concorrenza, ma anche a renderlo un’alternativa più che appetitosa.

Il case è anche progettato e costruito molto bene, con la massima attenzione alla qualità, alle tolleranze, alla precisione dei pannelli e alla facilità d’installazione. Il formato eATX non è certo per tutti – per una pura questione di dimensioni e peso, precisiamo – Ma per chi ha lo spazio la build risulta ben distribuita, non affollata e molto piacevole come colpo d’occhio.

Ottime le prestazioni di dissipazione, pochi i difetti, più che altro riconducibili alle ventole. Non sono male, ma al giorno d’oggi le soluzioni senza cavi stile Corsair iCUE Link hanno reso immediatamente obsolete tutte quelle tradizionali – anche se, riconosciamo, è più un piccolo fastidio in fase di installazione/montaggio della build/cable management che altro.  A prescindere da ciò, osserveremmo che non sarebbe male se fossero un pochino più silenziose, soprattutto a velocità sostenute. Detto questo, è chiaro che sono ben 5 preinstallate e hanno dei costi piuttosto contenuti, ed essendo ventole da case non dovrebbero mai girare particolarmente forte.

L’altro unico appunto che vale la pena segnalare è di fare attenzione al pannello in vetro decorativo perché non sembra imballato molto bene di fabbrica e nel nostro caso nel trasporto si è un pochino scheggiato.

Infine, i prezzi. Arctic ha scelto uno schema piuttosto particolare: le sei varianti complessive  sono distanziate di appena 5€ l’una dall’altra. La nera lucida costa 5€ più della nera opaca, la bianca costa 5€ più della nera lucida. La variante con supporto per scheda grafica verticale costa 20€ più di quella normale per tutti i colori. Naturalmente il colore è una scelta personale, ma una volta scelto quello non c’è davvero ragione di preferire la variante “non VG”, anche se non pianificate di montare la scheda in verticale. Il solo cavo riser costa più di 10€. Alla peggio rimarrà inutilizzato. Lo schema completo è come segue:

  • Xtender Black: 199,99 | VG: 219,99
  • Xtender Mirror Black: 204,99 | VG: 224,99
  • Xtender White: 209,99 | VG: 229,99

In ogni caso, resta il fatto che 200€ sono una cifra importante per un case, di questi tempi. Vero è che se l’eATX è una scelta obbligata il campo si restringe molto. Le dimensioni contano, del resto, tra maggior quantità di materiali e in generale lavorazioni più complesse. Calcolando l’ottima dotazione di ventole e accessori, e la fantastica qualità di costruzione è realizzazione, è una cifra a nostro avviso più che giustificata. Da considerare l’acquisto presso il web shop ufficiale di Arctic, perché gli sconti sono significativi – il modello che abbiamo testato, per esempio, passa da 230€ a 185€.

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