Riconoscimento facciale: Facebook guarda a Face.com

Si stanno susseguendo una serie di indiscrezioni che suggerirebbero un'imminente acquisizione di Face.

Si stanno susseguendo una serie di indiscrezioni che suggerirebbero un’imminente acquisizione di Face.com, piattaforma che consente il riconoscimento automatico dei volti raffigurati nelle foto digitali, da parte di Facebook. Nonostante il cattivo andamento in borsa, Facebook potrebbe quindi essere determinata a fare propria una società con la quale, in passato, ha già intessuto legami.

Photo Finder“, la prima applicazione sviluppata da Face.com, infatti, ha permesso agli utenti di Facebook di cercare negli album altrui le foto che raffiguravano il proprio volto. Battezzata sul social network in blu “Photo Tagger“, l’applicazione raggruppa ed identifica i volti rappresentati negli album personali suggerendo l’applicazione delle tag. A distanza di un anno dal lancio di “Photo Tagger“, a fine 2010, Facebook ha integrato una funzionalità analoga direttamente sul social network offrendola dapprima ai soli utenti americani. A distanza di alcuni mesi, la stessa caratteristica fu estesa a tutti gli utenti guadagnandosi anche qualche critica (suggeriamo la lettura di questo nostro articolo).

Sophos, ad esempio, aveva inviato ai vertici di Facebook una “lettera aperta” esortando l’azienda ad implementare le funzionalità con un notevole impatto in termini di privacy solamente a fronte di un esplicito assenso da parte dell’utente (opt-in) e non prevedendo la situazione inversa (ossia che debba essere l’utente a disabilitarle in modo manuale procedendo al cosiddetto opt-out).

Ad ogni modo, Facebook sembra voler continuare sulla sua strada ed indipendentemente che le voci di corridoio su una possibile acquisizione di Face.com trovino o meno riscontro, appare lampante come l’azienda voglia estendere l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale sul suo social network.

I detrattori temono che le nuove funzionalità possano essere sfruttate per effettuare ricerche mirate negli archivi dell’azienda alla ricerca di singoli individui e dalla loro rete relazionale. I profili e gli album fotografici di 900 milioni di utenti sarebbero un bottino enorme per chi è alla ricerca di un nome, a partire da un semplice volto.
Molte delle eccezioni già sollevate sono state oggetto di analisi da parte della FTC (Federal Trade Commission) statunitense.

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