Riemerge un video del 1998: il giovane Linus Torvalds presenta Linux e prevede il futuro dell’informatica

Nel 1998 un giovane Linus Torvalds presentava Linux al grande pubblico, illustrando la filosofia alla base del progetto e le potenzialità di Red Hat Linux 5.1.

C’è stato un tempo in cui l’informatica non era data per scontata. Un’epoca in cui tutto era così nuovo, stimolante, emozionante. Gli anni ’90 hanno rappresentato un periodo fondamentale con la presentazione del kernel Linux nel 1991; la diffusione di PC e sistemi operativi come Windows 95 e 98, che hanno reso l’informatica accessibile a un pubblico molto più vasto; l’utilizzo sempre più  esteso della rete Internet, passando da strumento di uso militare e accademico a un fenomeno globale grazie allo sviluppo del World Wide Web e dei browser. Su YouTube è apparso un video databile 1998 che ritrae un neanche 30enne Linus Torvalds impegnato a presentare Linux in una nota trasmissione televisiva d’Oltreoceano.

Visto oggi, il video rappresenta un prezioso frammento di storia che cattura l’essenza della nascita dell’alternativa. Pur essendosi da poco trasferito dalla Finlandia agli Stati Uniti, Torvalds irradiava la calma di chi aveva consegnato al mondo una creatura – Linux – pronta per vivere una “vita propria”.

Linus Torvalds presenta Red Hat Linux

Nel corso di una puntata del 1998 di “The Screen Savers“, un programma tecnologico condotto da Leo Laporte e Kate Botello, Torvalds ha parlato del sistema operativo Linux e ha menzionato positivamente Red Hat. L’azienda aveva appena lanciato Red Hat Linux 5.1 (maggio 1998) e l’ideatore del kernel la descrisse come una distribuzione accessibile per gli utenti.

L’episodio è importante perché è una delle rare dichiarazioni pubbliche del “re pinguino” in cui promuove esplicitamente una distribuzione Linux specifica come Red Hat, riconoscendo il suo ruolo nell’espansione del mercato nel mondo enterprise e nel segmento consumer.

All’epoca, come si vede nel video, Torvalds consigliava agli utenti di optare per una delle distribuzioni commerciali, avvertendo che scaricare il sistema completo non era l’ideale poiché piuttosto pesante. Tuttavia, per chi aveva la fortuna di trovarsi in un contesto come un’università con una connessione Internet veloce, era possibile scaricare e persino installare il sistema operativo senza complicazioni.

L’anima tecnica: CLI, X Window e la sfida a Microsoft ed Apple

Torvalds si presentava come un utente UNIX di vecchia data: avere a disposizione un’interfaccia a riga di comando in linea con una shell UNIX “era un piacere”, dichiarò. Prendendo come riferimento la distro Red Hat, Torvalds osservava che in background era in esecuzione X Window System, sistema che è in via di pensionamento soltanto oggi, con la sostituzione da parte di Wayland. X Windows formava la GUI (Graphical User Interface) standard e già all’epoca gli utenti non erano obbligati a servirsi della riga di comando.

L’ideatore del kernel Linux, inoltre, strizzava già l’occhio agli utenti di Windows e Mac: mostrò la suite per ufficio Applix, che includeva un elaboratore di testi, un foglio di calcolo e un database (anche se Torvalds confessò di non averlo mai usato). C’era anche un programma per la gestione di presentazioni che però non brillava per via del ridotto numero di colori disponibili.

Vantaggi operativi e curva di apprendimento

Come si vede nel video, già nel 1998, Torvalds sottolineava i vantaggi di Linux rispetto a Windows, compresa la capacità del pinguino di funzionare “sorprendentemente bene” su hardware più datato, come un 386 o un 486. Al contrario, Windows (si presume all’epoca Windows 95) “vuole davvero un Pentium” affermò Torvalds.

Per chi voleva affiancare Linux a un sistema esistente (come Windows 95), era già supportata la configurazione dual-boot. Linux era fornito con il suo boot manager, chiamato LILO (acrionimo di LInux LOader). LILO poteva essere istruito ad avviare qualsiasi numero di sistemi operativi, inclusi DOS, Windows, Windows NT e così via.

Il presentatore osserva che Linux “probabilmente non è per le persone che non sono tecnici“, poiché c’è una “curva di apprendimento” da superare per gli utenti abituati a Windows e DOS.

Torvalds, tuttavia, difende pazientemente il suo sistema sostenendo che Linux è in realtà più facile sia di Windows che di DOS perché “ci sono regole, c’è una filosofia” su come funzionano le cose.

Nonostante ciò, Torvalds ha la forza di ammettere che gli utenti che hanno usato Windows e DOS per almeno 5 anni non si curano delle regole o della filosofia, ma vogliono il sistema a cui sono abituati, e Linux non era ancora pienamente quello che si aspettavano.

Supporto tecnico, interoperabilità e futuro di Linux

Un aspetto rivoluzionario di Linux è la sua infrastruttura di supporto. Una importante rivista di PC aveva nominato Linux “prodotto dell’anno per il supporto tecnico“. Il successo derivava dalla comunità che si è sviluppata intorno al sistema operativo.

L’interoperabilità (la capacità di scambiare file e lavorare di concerto con altre piattaforme) era inoltre considerata una priorità per Linux. Anche se non era perfetta all’epoca, l’avanzamento del networking ha reso l’interoperabilità molto più semplice.

Riguardo al futuro, Torvalds ammette nel video di voler vedere Linux come sistema più popolare in assoluto. Tuttavia, il suo vero auspicio consisteva nella rimozione dello “squilibrio” dell’epoca: Microsoft (definita “gorilla da 500 libbre“) dominava il 95% del desktop, una situazione non riscontrabile in nessun altro mercato (come l’acquisto di automobili, dove la scelta è cruciale).

Linux ha vinto in tanti segmenti, tranne che sul desktop

Nel 2025, Windows conferma la sua presenza prominente in ambito desktop (il 72% del mercato è appannaggio dei sistemi operativi Microsoft) ma Linux è onnipresente lato server, alimentando oltre il 77% dei server Web pubblici e circa l’80% delle istanze cloud globali. La sua presenza si estende dai data center enterprise alle piattaforme di virtualizzazione e containerizzazione, dove distribuzioni come Ubuntu Server, Debian, RHEL, Rocky Linux e AlmaLinux rappresentano lo standard de facto per gli ambienti di produzione.

Nei servizi cloud, Linux domina con oltre il 96% delle macchine virtuali in esecuzione su AWS, più del 90% su Google Cloud Platform e circa l’85% su Microsoft Azure. Anche nel settore supercomputing, la leadership è assoluta: tutti i 500 supercomputer presenti nella classifica TOP500 utilizzano una qualche forma di Linux, con distribuzioni personalizzate ottimizzate per l’hardware HPC.

Sul fronte IoT ed embedded, il kernel Linux alimenta oltre l’80% dei dispositivi connessi — da router e NAS a veicoli autonomi e sistemi industriali — grazie alla sua flessibilità e al supporto a lungo termine delle versioni LTS. Nel settore mobile, Android (basato su kernel Linux) mantiene una quota superiore al 70% del mercato mondiale degli smartphone, confermando la centralità del sistema operativo anche in ambito consumer.

In ambito enterprise e DevOps, Linux rappresenta la spina dorsale delle infrastrutture containerizzate: Docker, Kubernetes, OpenShift e le piattaforme CI/CD moderne sono costruite attorno al suo ecosistema. La maggior parte delle organizzazioni IT nel 2025 lo adotta come sistema primario per i server di produzione, per motivi di sicurezza, scalabilità e controllo dei costi.

Conclusioni

Il percorso di Linux, iniziato come esperimento personale di Linus Torvalds nei primi anni ’90, ha finito per cambiare radicalmente gli equilibri dell’informatica moderna.

Dopo il video del 1998, sarebbe arrivato lo scontro frontale con Microsoft: da un lato, l’ecosistema Linux che incarnava la filosofia dell’open source e della collaborazione comunitaria; dall’altro, il colosso di Redmond, simbolo del software proprietario e del dominio sul mercato desktop.

Per anni le due visioni si sono contrapposte, fino a quando il mondo IT — spinto dalla crescita del cloud e dalla necessità di interoperabilità — ha imposto un cambio di passo. Microsoft, da antagonista storica, ha profondamente rivisto la sua posizione: ha integrato Linux nella sua piattaforma cloud Azure, è entrata nella Linux Foundation come Platinum Member, ha sviluppato una propria distribuzione Linux e introdotto il Windows Subsystem for Linux (WSL), permettendo di eseguire nativamente distro Linux all’interno di Windows.

Un’evoluzione impensabile nel 1998, ma perfettamente coerente con la trasformazione del settore IT verso modelli aperti, ibridi e interoperabili. Oggi Linux non è più soltanto “l’alternativa”, ma la base imprescindibile su cui si regge la quasi totalità dell’infrastruttura digitale globale. Un traguardo che, forse, nemmeno Torvalds avrebbe immaginato con tanta chiarezza quel giorno davanti alle telecamere.

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