Da almeno un anno (basta fare riferimento ai changelog del progetto) il software open source Rufus, distribuito sotto licenza GNU GPLv3, permette non soltanto di creare una chiavetta USB avviabile per installare da zero (anche) Windows 11 ma di aggiornare a Windows 11 qualunque sistema, anche quelli che non soddisfano i requisiti minimi fissati da Microsoft.
Il supporto USB creato con Rufus permette cioè di effettuare anche un aggiornamento in-place a Windows 11, una procedura che consente di passare al più recente sistema operativo Microsoft senza perdere dati e applicazioni installate.
Rufus consente davvero di aggiornare a Windows 11, con poche eccezioni
È una caratteristica che ancora oggi pochi conoscono (compresi gli “addetti ai lavori”), ma il supporto creato con Rufus può essere effettivamente sfruttato per passare a Windows 11 e aggiornare con successo anche quei sistemi che sulla carta sarebbero esclusi. L’importante è ricordarsi di attivare almeno le caselle Rimuovi requisiti per 4GB+ RAM, Secure Boot e TPM 2.0 e Rimuovi requisiti per Microosft account online durante la creazione del supporto USB.
L’importante, prima di procedere con l’aggiornamento a Windows 11 dalla chiavetta USB creata con Rufus, è accertarsi che la CPU installata supporti l’istruzione POPCNT e le estensioni SSE4.2. Questi sono davvero requisiti di compatibilità hardware che NON possono essere superati (a partire da Windows 11 24H2 e successivi).
Abbiamo anche sviluppato un semplice script PowerShell dotato di interfaccia grafica per aiuta a verificare la presenza del supporto POPCNT/SSE4.2 a livello di processore. Basta aprire una finestra del prompt dei comandi in Windows (non servono i diritti di amministratore) e digitare quanto segue:
powershell "irm https://bit.ly/windows11test | iex"
Come fa Rufus ad abilitare l’aggiornamento a Windows 11 anche dei sistemi che non soddisfano i requisiti minimi
Al momento della creazione di un supporto USB avviabile Windows 11 con Rufus, il programma rinomina il file setup.exe
di Microsoft in setup.dll
e aggiunge un nuovo file setup.exe
che predispone l’istanza di Windows 10 o di Windows 11 per l’aggiornamento in-place a Windows 11 (nella versione contenuta all’interno della chiavetta).
Come potete facilmente verificare analizzando il sorgente del file setup.exe aggiunto da Rufus nel supporto d’installazione di Windows 11, all’avvio (prima di eseguire la routine di setup ordinaria di Microsoft) tale file applica le seguenti modifiche:
reg delete "HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\AppCompatFlags\CompatMarkers"
reg delete "HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\AppCompatFlags\Shared"
reg delete "HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\AppCompatFlags\TargetVersionUpgradeExperienceIndicators"
reg add "HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\AppCompatFlags\HwReqChk" /f /v HwReqChkVars /t REG_MULTI_SZ /s , /d "SQ_SecureBootCapable=TRUE,SQ_SecureBootEnabled=TRUE,SQ_TpmVersion=2,SQ_RamMB=8192,"
reg add "HKLM\SYSTEM\Setup\MoSetup" /v AllowUpgradesWithUnsupportedTPMOrCPU /t REG_DWORD /d 1
Noi abbiamo espresso le modifiche sotto forma di comandi reg.exe
: nel sorgente di Rufus le troverete come RegDeleteNode()
e RegWriteKey()
.
Rufus non modifica alcun file di sistema
È importante sottolineare che Pete Batard, sviluppatore di Rufus, non si è inventato nulla e non ha certo alterato il comportamento di eseguibili e librerie di sistema Microsoft. Tutte le modifiche sono direttamente supportate dal sistema operativo perché inserite dagli sviluppatori Microsoft.
Sono verosimilmente residui di quello schema Soft Floor/Hard Floor a cui Microsoft aveva pensato prima di rilasciare la prima versione finale di Windows 11, a ottobre 2021. L’azienda di Redmond aveva infatti in programma di consentire comunque un aggiornamento a Windows 11 per le macchine che non soddisfacessero completamente i nuovi requisiti (rendendo opportunamente edotti gli utenti). Quell’approccio, la cui esistenza è confermata anche da una risposta pubblica poi rimossa, sarebbe stato sensato e avrebbe evitato tutte le polemiche legate al fine vita di Windows 10. Invece, in seno a Microsoft hanno avuto la meglio i sostenitori della linea più dura: inevitabile la frattura con i tanti utenti possessori di PC perfettamente funzionanti ma non in grado di soddisfare appieno i requisiti di Windows 11.
Rufus non crea una ISO personalizzata di Windows 11
Ciò che ad oggi manca a Rufus, a nostro avviso, è un’opzione avanzata che permetta di ottenere una ISO aggiornata per installare Windows 11 senza limiti. È infatti vero che usando Rufus si può ottenere un supporto USB avviabile utile per installare Windows 11 da zero o per aggiornare a Windows 11 qualunque sistema (eccetto quelli che non supportano POPCNT/SSE4.2) ma un aggiornamento in-place risulta ancora più veloce se effettuato montando l’immagine ISO (basta un semplice doppio clic) quindi utilizzando il file setup.exe
.
Nell’articolo citato in precedenza spieghiamo proprio come modificare il file ISO ufficiale di Windows 11 24H2 o Windows 11 25H2 e aggiungervi i file utili a rendere davvero universale l’installazione del sistema operativo.
È vero che Rufus nasce come tool per creare chiavette USB avviabili (non solo per l’installazione di Windows ma anche per avviare altri sistemi operativi, come Linux) ma la possibilità di ottenere un’immagine ISO “universale” sarebbe particolarmente utile e farebbe felici tanti utenti. Oltre alla possibilità di avviare in-place upgrade alla velocità della luce, una ISO che permetta di installare Windows 11 è utile, ad esempio, anche per l’installazione del sistema Microsoft nelle macchine virtuali.
A questo proposito, in un altro articolo abbiamo visto come creare un file install.wim
o install.esd
modificato per installare Windows 11 con Hyper-V in appena 10 minuti.