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Che Apple sia pericolosamente indietro nello sviluppo di una sua AI proprietaria (al momento c’è solo il nome: Apple Intelligence), ormai lo sanno un po’ tutti. Gli utenti iPhone se ne sono anche accorti, visto che non hanno a disposizione quasi nessuna funzione AI nemmeno sugli ultimi iPhone 17 da più di mille euro.
Tutti attendono il lancio di iOS 26.4, previsto nei prossimi 5-6 mesi, che dovrebbe finalmente portare al debutto del nuovo Siri con AI avanzata. Ma forse bisognerà attendere ancora oltre, se quanto ha riportato Mark Gurman nella sua newsletter su Bloomberg si rivelerà vero.
Siri con AI non convince
Secondo Bloomberg la nuova Siri è già inserita nelle release di iOS 26.4 che sono in fase di test all’interno di Apple. Ma non sarebbe affatto in grado di competere con i chatbot concorrenti, da ChatGPT di OpenAI a Google Gemini AI.
Gli stessi dipendenti di Appe, incaricati dei test interni, sarebbero “preoccupati” per l’attuale stato di sviluppo del servizio, ritenuto molto lontano dalle capacità già mostrate dagli altri chatbot.
Tutto ciò nonostante l’introduzione della “on-screen awarness“, cioè la capacità di Siri di leggere lo schermo dell’utente e fornirgli risposte sul contenuto che sta guardando, o sui file sui quali sta lavorando.
Apple ha un grosso problema con l’AI
Da diversi mesi si parla di possibili accordi tra Apple e OpenAI, Anthropic e persino Google per inserire le rispettive AI all’interno di Siri. Lo sviluppo dell’AI made in Apple, infatti, sarebbe così indietro da far temere la brutta figura ad Apple.
Di contro, però, Apple non può più aspettare: tutti gli smartphone Android di fascia premium ormai hanno diverse funzioni AI, che cominciano a funzionare anche bene. Per non parlare delle funzioni AI di Windows e di ChromeOS, che permettono agli utenti di lavorare in modo molto più smart e con meno sforzo.
Quasi nulla di tutto ciò è oggi disponibile su iOS e macOS, ma gli utenti cominciano a chiedere queste funzioni. Parte dei ritardi è dovuta anche al fatto che molti talenti di Apple sono stati letteralmente “comprati” da Meta e da altre aziende che, al contrario della mela morsicata, sono disposte a fare di tutto pur di conquistare il loro posto al sole nel mondo dell’AI.