Sony sta lavorando alla sua AI: focus sull'etica

Sony punta sull’AI per velocizzare lo sviluppo di videogiochi, proteggere i creator e migliorare l’esperienza audio-video, tutelando il copyright.
Sony sta lavorando alla sua AI: focus sull'etica

Secondo i vertici di Sony l’intelligenza artificiale non è destinata a sostituire la creatività umana, ma piuttosto ad amplificarla, offrendo strumenti in grado di ridefinire il concetto stesso di sviluppo dei videogiochi e di produzione audiovisiva. Questa filosofia emerge chiaramente dal recente Corporate Report 2025, in cui la società giapponese illustra come stia ridefinendo i propri processi produttivi, senza mai perdere di vista la tutela creatori e la qualità dei contenuti.

Cosa pensa Sony dell’AI

Il cambiamento più significativo in casa Sony riguarda l’adozione massiva della piattaforma Enterprise LLM, un sistema proprietario che integra soluzioni avanzate di AI nelle attività quotidiane di oltre 50.000 dipendenti. La diffusione di questa tecnologia è impressionante: ben 210 team aziendali stanno già sfruttando attivamente le sue potenzialità, mentre sono 300 i progetti basati sull’intelligenza artificiale avviati e 50 quelli ormai entrati a pieno regime nelle routine operative.

L’obiettivo non è solo l’ottimizzazione dei flussi di lavoro, ma anche la protezione della proprietà intellettuale attraverso sofisticati sistemi in grado di identificare rapidamente plagi e utilizzi non autorizzati dei contenuti, offrendo così una solida tutela creatori.

Le applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale all’interno dell’ecosistema Sony sono molteplici e variegate. Uno degli esempi più eclatanti è rappresentato dallo sviluppo di Spider Man 2, un titolo che incarna l’eccellenza tecnica raggiunta grazie all’integrazione dell’AI. Questa tecnologia ha consentito di ridurre sensibilmente i tempi di produzione, mantenendo però elevatissimi standard qualitativi. Non si tratta di un caso isolato: la multinazionale nipponica impiega soluzioni AI anche per migliorare la qualità audiovisiva di pellicole storiche e per potenziare le performance grafiche della console di punta, come dimostra il continuo lavoro di upscaling su PS5 che consente di offrire ai giocatori esperienze visive sempre più immersive.

Nel contesto di questa rivoluzione tecnologica, il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore videoludico è quanto mai acceso. Personalità di spicco come Masahiro Sakurai, creatore di saghe iconiche quali Kirby e Super Smash Bros., hanno sottolineato come lo sviluppo tradizionale dei giochi AAA sia ormai diventato economicamente insostenibile. Secondo Sakurai, l’adozione dell’AI rappresenta una necessità imprescindibile per garantire competitività e sostenibilità all’industria, permettendo di affrontare le crescenti sfide del mercato globale.

Chi ha paura dell’AI

Tuttavia, non mancano le voci critiche. Figure come Samantha Beart, interprete di Baldur’s Gate 3, esprimono profonde preoccupazioni circa una possibile adozione indiscriminata dell’AI. Secondo Beart, il rischio è quello di compromettere la qualità artistica delle opere e di mettere a repentaglio numerosi posti di lavoro nel settore creativo. Proprio per questo motivo, il sindacato SAG AFTRA si è attivato per garantire adeguate tutele agli attori coinvolti nei processi di digitalizzazione e replica vocale, come dimostrano le recenti battaglie sindacali seguite a controversie sulla riproduzione digitale delle voci degli artisti.

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