Un buon numero di creator, amministratori di altrettanti canali YouTube, stanno contestando Google chiedendo che sia fatta luce su una serie di operazioni di “censura” che la piattaforma ha messo in opera negli ultimi giorni. Gli youtuber hanno denunciato la scomparsa di alcuni loro video che insegnavano agli utenti come installare Windows 11 senza account Microsoft e come caricare il sistema operativo su macchine che non rispettano i requisiti minimi fissati dall’azienda guidata da Satya Nadella.
Sono temi triti e ritriti che però nell’ultimo periodo sono tornati centrali in quanto Redmond ha deciso di rimuovere un’altra delle modalità più popolari per installare Windows 11 con un account locale, senza dover obbligatoriamente usare un account Microsoft.
L’antefatto: Microsoft rimuove alcuni espedienti per l’installazione di Windows 11 senza account locale
A inizio ottobre 2025, Amanda Langowski – responsabile del programma Microsoft Windows Insider – aveva confermato la rimozione di un trucco (comando start ms-cxh:localonly) che consentiva di installare Windows 11 in pochi istanti superando tutta la fase OOBE (la parte finale dell’installazione di Windows 11) e avvalendosi di un account locale.
Non è la prima volta che Microsoft fa qualcosa del genere: in precedenza aveva rimosso il file oobe\bypassnro.cmd che permetteva di scavalcare la richiesta dell’account Microsoft durante il caricamento di Windows 11.
Va detto che permangono molteplici modi per installare Windows 11 su PC non compatibili e per evitare l’uso di un account Microsoft. In un altro articolo spieghiamo come usare Windows 11 con un account locale: quali trucchi funzionano e quali non sono più efficaci.
In nessun caso sono effettuate modifiche sui file di sistema di Windows 11 (i.e. eseguibili e/o librerie) con meccanismi di patching realizzati da terzi. Tutti gli interventi, invece, prendono le mosse da funzionalità che Microsoft stessa ha integrato in Windows 11 e che gli utenti possono usare in modo consapevole.
YouTube sostiene che effettuare il bypass dell’account Microsoft o installare Windows 11 senza requisiti può provocare “danni personali”
I canali tecnologici su YouTube si trovano ad affrontare un periodo di profonda incertezza, con i creatori che non riescono più a identificare quali argomenti siano sicuri per i contenuti video.
In queste ore, infatti, diversi creator confermano di aver subìto la rimozione di alcuni video che spiegavano proprio come bypassare il requisito dell’account Microsoft per l’installazione di Windows 11 e degli altri requisiti fissati dall’azienda di Redmond.
Con riferimento alle norme e alle linee guida della piattaforma, YouTube accusa i creator in questione di aver pubblicato “contenuti che incoraggiano o promuovono comportamenti che istigano attività pericolose o illegali che comportano il rischio di gravi lesioni fisiche o morte“.
Avete letto bene. La tesi è che l’utilizzo di un account locale per Windows 11 potrebbe provocare lesioni fisiche.
Dito puntato contro l’uso indiscriminato dell’AI nella gestione delle contestazioni online
I gestori dei canali che si sono visti rimuovere alcuni video e che rischiano la chiusura, raccontano di aver presentato appello e di aver ricevuto una risposta negativa appena dopo pochi minuti.
Poiché i video durano oltre 10-15 minuti, i creatori ritengono estremamente improbabile che, se l’appello fosse stato visionato da un essere umano come affermato da YouTube, la revisione, la visione completa e il diniego potessero essere avvenuti nell’arco di soli 10-20 minuti. In alcuni casi, il rifiuto dell’appello è pervenuto soltanto 1 minuto dopo la presentazione. Considerata la durata dei video, ciò suggerisce che l’intero workflow sia gestito mediante l’uso dell’AI.
Anche le risposte ricevute, in gran parte basate sul medesimo cliché, sembrano confermare la completa assenza di un intervento umano.
I dati del recente rapporto sulla trasparenza di YouTube per il 2025 indicano che il 94% delle rimozioni di video finora è stato effettuato solo dall’AI, senza intervento umano. Inoltre, il 25% dei flag affibbiati dall’AI risulta poi successivamente annullato dopo una revisione umana, un tasso di errore piuttosto elevato.
YouTube si trova ad affrontare un volume di contenuti enorme. Tra il 2019 e il 2024, la piattaforma ha rimosso 178 milioni di video, una media di quasi 30 milioni all’anno. Questo si traduce in circa 81.000 video rimossi ogni giorno. Sono numeri che rendono complicati gli interventi umani, portando a dinieghi automatici in massa. L’importante, a questo punto, sarebbe riconoscere e risolvere l’errore.
Può esserci Microsoft dietro la rimozione dei “video incriminati”?
Gli youtuber si sono ovviamente posti anche questa domanda ma è altamente improbabile che i contenuti siano rimossi da YouTube a valle di una segnalazione Microsoft.
È vero che l’azienda di Redmond ha posto dei requisiti stringenti per l’installazione e l’utilizzo di Windows 11 ma i tanti workaround che circolano, alla fine contribuiscono a promuovere l’adozione di Windows 11 (aumentandone la quota di mercato) e, nel tempo, incoraggeranno gli utenti ad aggiornare l’hardware o ad abbracciare gli account Microsoft.
Se davvero si scoprisse che vi fosse un lavoro di Microsoft “dietro le quinte” allora si tratterebbe di un autogol di proporzioni epiche in termini di immagine, di comunicazione e di pubbliche relazioni.
Oltretutto, come abbiamo spesso ricordato, ci sono metodologie pienamente supportate da Microsoft che permettono di scavalcare i requisiti. La documentazione Microsoft guida all’uso del file autounattend.xml che permette di impostare un’installazione automatizzata di Windows 11 scavalcando ogni requisito e superando la fase OOBE.
Per non parlare della cosiddetta Audit Mode di Windows 11 (comune anche alle precedenti versioni del sistema operativo) che, premendo una semplice combinazione di tasti, permette di scavalcare la fase OOBE e concludere la configurazione in pochi istanti.
Se Microsoft volesse davvero “chiudere i rubinetti” modificherebbe direttamente il sorgente di Windows 11 (come annunciato dalla Langowski per casi molto specifici) e interverrebbe sui contenuti pubblicati su GitHub, ovvero sulle tante applicazioni e script che permettono di bypassare i requisiti. Nulla di tutto questo.
Conclusioni
La vicenda dei video rimossi da YouTube apre uno scenario complesso che va ben oltre il singolo episodio di “censura” denunciato dai creator. Da un lato c’è la volontà, sempre più marcata, delle grandi piattaforme di applicare in modo automatizzato regole di moderazione, nel tentativo di gestire un flusso di contenuti ormai ingestibile dall’uomo. Dall’altro, emerge il rischio di un’eccessiva delega all’intelligenza artificiale, con risultati che possono ledere la libertà di informazione e la corretta divulgazione tecnica.
Il paradosso di definire “pericolosi” i video che spiegano come installare Windows 11 con un account locale dimostra quanto fragile sia l’attuale equilibrio tra automazione, buon senso e responsabilità editoriale. È evidente che i sistemi di moderazione automatica di YouTube, pur indispensabili per la scala della piattaforma, necessitino di un controllo umano più consistente, capace di distinguere tra contenuti potenzialmente dannosi e semplice divulgazione tecnologica.
Il tema della trasparenza, in attesa delle spiegazioni di Google
Resta infine il tema della trasparenza: finché non sarà chiaro come e perché certi video vengano rimossi, e quale sia il reale peso dell’AI nei processi decisionali, la fiducia dei creator continuerà a erodersi. Le piattaforme digitali devono trovare un equilibrio tra tutela e libertà, tra controllo e competenza, evitando che la tecnologia diventi essa stessa un filtro arbitrario alla conoscenza.
Infine, la policy citata (“contenuti dannosi o pericolosi“) è destinata a video realmente dannosi ma è diventata un ombrello al di sotto del quale sono raccolti anche argomenti come la pirateria informatica. Usare un account locale invece di un account Microsoft, tuttavia, non è certo pirateria: è una scelta consapevole che qualunque utente dovrebbe poter compiere. E come spiegato in precedenza, Windows 11 permette di applicare questa scelta usando gli strumenti integrati, senza certo indossare il cappello dell’hacker.
Vale la pena sottolineare, inoltre, che la policy YouTube citata contiene un’eccezione esplicita per i contenuti educativi, documentari, scientifici e artistici. Come quelli di specie.
A questo punto urge un chiarimento da parte di Google. E probabilmente anche delle scuse.