WhatsApp aggiorna di nuovo i termini di servizio per provare a riottenere il favore degli utenti

Le modifiche che avrebbero dovuto essere applicate a inizio febbraio sono state posticipate a metà maggio. WhatsApp ha voluto fare chiarezza sul tema della privacy policy e dei termini di utilizzo.

WhatsApp si lamenta delle informazioni false o fuorvianti che sono circolate nelle scorse settimane dopo la decisione dell’azienda controllata da Facebook di mettere mano alla sua policy sulla privacy: Avviso privacy WhatsApp: cosa cambia davvero e cosa non viene detto.

Eppure è innegabile che WhatsApp abbia commesso un errore applicando modifiche alla privacy policy e ai termini di utilizzo del servizio che sono parse poco chiare sia “agli addetti ai lavori” figuriamoci agli utenti finali.

Così, vista la crescita tumultuosa di applicazione alternative a WhatsApp come Telegram e Signal, la società ha dapprima deciso di gettare acqua sul fuoco confermando che nessun messaggio è accessibile né da parte sua né da soggetti terzi (WhatsApp rassicura: le conversazioni sono crittografate end-to-end e rimarranno sicure) per poi implementare un meccanismo basato sull’utilizzo della scheda Stato che permette di informare più velocemente gli utenti sulle novità del servizio e, in particolare, sul trattamento dei dati: WhatsApp mostra i suoi stati per informare gli utenti sulla privacy e sulle ultime novità.

Come annunciato in precedenza, abbiamo intenzione di implementare nuove funzioni, del tutto facoltative, per chattare e fare acquisti con le aziende su WhatsApp“, si fa presente in una breve nota.

Le modifiche sulla privacy policy e il trattamento dei dati che avrebbero dovuto essere introdotte lo scorso 8 febbraio sono state quindi posticipate di ulteriori 3 mesi, fino al 15 maggio 2021. Verrà quindi mostrato un nuovo banner in cui le novità saranno riassunte in maniera decisamente più chiara rispetto a quanto fatto fino ad oggi.

Come abbiamo visto in passato (WhatsApp Business: in arrivo il pulsante per vendere prodotti e servizi dall’app di messaggistica) WhatsApp vuole diventare sempre più uno strumento utile per sviluppare attività di ecommerce: professionisti e piccole imprese potranno far acquistare i loro prodotti direttamente all’interno dell’app di messaggistica che si farà anche carico della gestione dei pagamenti.
Per fornire questo servizio WhatsApp deve necessariamente condividere alcune informazioni aggiuntive: ma è sempre l’utente – si spiega – ad accordare o meno l’autorizzazione che è in ogni caso facoltativa (WhatsApp ne parla qui).

Senza citarla esplicitamente WhatsApp lancia una stoccata a Telegram: “alcune applicazioni concorrenti dichiarano di non poter vedere i messaggi degli utenti. Tuttavia, se un’applicazione non offre la crittografia end-to-end come impostazione predefinita, significa che può leggere i messaggi“.
Ricordiamo infatti che Telegram non usa per default la crittografia end-to-end che può essere abilitata soltanto scegliendo Nuova chat segreta.

D’altra parte Pavel Durov, l’ideatore di Telegram, ha da sempre ferocemente criticato WhatsApp sostenendo che agitare come una clava l’utilizzo della crittografia end-to-end non serve. Da sola l’utilizzo della crittografia end-to-end non può assicurare massima sicurezza e privacy per gli utenti: WhatsApp non è sicuro: Pavel Durov accusa di nuovo l’app di Facebook.
Durov ha sempre chiesto perché il sorgente di WhatsApp non sia pubblicamente disponibile e perché, addirittura, porzioni di codice dell’app risultino offuscate.

Altre applicazioni affermano di essere migliori perché hanno accesso a una quantità inferiore di dati rispetto a WhatsApp“, si legge nel comunicato diramato dall’azienda entrata nel 2014 nel portafoglio di Facebook. “Riteniamo che le persone siano alla ricerca di applicazioni che siano allo stesso tempo sicure e affidabili, ed è per questo che WhatsApp ha accesso a una quantità limitata di dati. Ci impegniamo a prendere sempre decisioni ben ponderate e continueremo a cercare nuove soluzioni per adempiere alle nostre responsabilità usando sempre meno dati“.

È tuttavia innegabile come a fronte dell’utilizzo della crittografia end-to-end, quindi della riservatezza accordata a messaggi e allegati, i metadati che WhatsApp può comunque raccogliere sono notevoli per mole e per tipologia: L’etichetta sulla privacy di Apple mostra quali e quanti dati vengono raccolti da WhatsApp.

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