Windows 11 25H2: nessun miglioramento delle prestazioni

Windows 11 25H2 non introduce reali ottimizzazioni di performance, a differenza della release 24H2 che aveva segnato un netto salto qualitativo. Si tratta di un aggiornamento leggero, mentre Linux mantiene un vantaggio consistente nei carichi creativi e scientifici.

L’arrivo di Windows 11 25H2, previsto per ottobre 2025, non rappresenterà un punto di svolta in termini prestazionali. Come invece fu Windows 11 24H2: il feature update di un anno fa, infatti, introdusse un deciso balzo in avanti sul piano delle performance rispetto alle precedenti versioni. Tanto che a fine settembre 2024 scrivevamo: “Windows 11 24H2 funziona bene anche sulle CPU Celeron di 10 anni fa“. Ulteriore dimostrazione di come l’imposizione di requisiti minimi molto più severi rispetto a Windows 10 sia una decisione presa a tavolino, senza un reale legame con le effettive necessità prestazionali del sistema operativo, ma piuttosto orientata a favorire il ricambio dell’hardware e a rafforzare il controllo dell’ecosistema.

Nell’articolo sul perché Microsoft sbaglia con Windows 11 abbiamo fatto riferimento al canale Hard Floor, inizialmente previsto da Microsoft per l’aggiornamento a Windows 11 dei PC più vecchi, datati anche 2015.

Perché Windows 11 25H2 non migliora le prestazioni

Messo alla prova Windows 11 25H2 con oltre 40 benchmark contraddistinti da carichi tipici dei flussi di lavoro creativi e scientifici (LuxCoreRender, Embree, Intel Open Image Denoise, OSPRay, IndigoBench, ASTC Encoder, Stockfish Chess Benchmark,…), la nuova versione del sistema operativo Microsoft ormai ai blocchi di partenza non ha fatto registrare miglioramenti delle prestazioni.

Il comportamento di Windows 11 25H2 trova spiegazione nella sua natura: si tratta di un enablement package, cioè un aggiornamento incrementale che abilita funzionalità già presenti in 24H2 ma tenute al momento disattivate.

A differenza della transizione da 23H2 a 24H2, che aveva introdotto cambiamenti strutturali (ad esempio parti del sistema riscritte in linguaggio Rust e ottimizzazioni profonde), 25H2 non porta modifiche sostanziali al kernel o al sottosistema di gestione delle performance. Di fatto, Microsoft concentra questa release su:

Il risultato è un aggiornamento “leggero” e focalizzato sulla manutenzione più che sull’innovazione.

Performance al top con Linux

Mentre Windows 11 25H2 si posiziona sostanzialmente in linea con 24H2, senza portare alcun guadagno tangibile in termini di prestazioni, sul fronte workload CPU-oriented, Linux continua a mantenere un vantaggio consistente.

Il dominio di Ubuntu nei test non sorprende. Linux, soprattutto in scenari HPC (High Performance Computing) e creator workloads, beneficia di:

  • Scheduler a livello kernel più efficiente nel gestire architetture multi-core come AMD Zen 5.
  • Stack software ottimizzato per librerie grafiche e di calcolo (Embree, OSPRay, LLVM).
  • Minor overhead di sistema rispetto a Windows, che continua a portare con sé livelli multipli di compatibilità e servizi in background.

Va anche notato che, sebbene Ubuntu rappresenti un riferimento stabile e diffuso, distribuzioni più aggressive come CachyOS o l’ormai defunta distribuzione Intel Clear Linux possono spingere ancora oltre le prestazioni grazie a build del kernel e librerie ottimizzate.

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