Windows 11: addio alla schermata blu di errore (BSoD). Perché diventa nera?

La schermata blu di Windows (BSoD, Blue Screen of Death) cambia dopo tanti anni e si presenta in una vesta completamente rinnovata, di colore nero.

La schermata blu o Blue Screen of Death (BSoD) è un errore critico di sistema che si verifica quando Windows rileva una condizione irreversibile che compromette il funzionamento del sistema operativo a livello di kernel. L’errore è solitamente causato da problemi hardware, driver difettosi, corruzione della memoria o errori manifestatisi nella modalità kernel. Quando si verifica un BSoD, Windows interrompe immediatamente tutte le operazioni per prevenire danni ai dati e mostra una schermata contenente alcune informazioni diagnostiche.

I primi esempi di schermate blu si sono avuti con l’introduzione di Windows NT 3.1, nel 1993, ma qualcuno dei nostri lettori si ricorderà certamente che anche Windows 3.1 aveva una primitiva forma di BSoD quando un’applicazione DOS causava un crash.

A partire da Windows 8, il contenuto della schermata blu è stato semplificata con un’interfaccia più chiara, una faccina triste :(, un messaggio descrittivo e un codice QR per ottenere informazioni dettagliate online. Purtroppo, con Windows 11, le schermate BSoD sono diventate più avare di dettagli, come abbiamo nell’articolo sulle 10 cose assurde di Windows 11 da conoscere assolutamente.

Perché, dopo oltre 32 anni, la schermata blu diventa nera in Windows 11?

Il fatto che i messaggi di errore BSoD fossero mostrati su sfondo blu era ormai qualcosa di scontato per i sistemi Windows. E adesso che anche Linux sta adottando la sua schermata blu, ecco che Microsoft, improvvisamente, cambia tutto.

I tecnici dell’azienda di Redmond hanno annunciato un profondo rinnovamento delle schermate blu in Windows 11. “Stiamo introducendo in anteprima una nuova interfaccia utente più snella per i riavvii imprevisti che si allinea meglio con i principi di progettazione di Windows 11 e supporta il nostro obiettivo di riportare gli utenti alla produttività il più velocemente possibile. Abbiamo semplificato l’esperienza preservando le informazioni tecniche sullo schermo“, si legge in una nota a firma di Amanda Langowski e Brandon LeBlanc sul blog di Microsoft.

BSoD, Black Screen of Death

La piattaforma Microsoft si limita a informare l’utente che si è verificato un errore critico e che la macchina deve essere necessariamente riavviata. Nella parte inferiore della schermata, si leggono lo Stop code (ovvero il codice dell’errore) e un riferimento al file che causato il problema.

La novità rientra nella più ampia Windows Resiliency Initiative (WRI), il nuovo programma annunciato da Microsoft per migliorare la resilienza, la sicurezza e il recupero automatico del sistema operativo Windows.

Da Blue Screen of Death a Black Screen of Death, sempre di BSoD si parla

Sebbene l’acronimo BSoD sia destinato a rimanere invariato (si passa da Blue Screen of Death a Black Screen of Death…), l’intervento applicato da Microsoft sembra essere soltanto “cosmetico”. Tra l’altro, la scelta di usare uno sfondo nero e una soluzione grafica in linea con quella adottata, ad esempio, per l’installazione degli aggiornamenti di sistema non appare per nulla convincente.

Invece di modificare le combinazioni cromatiche, si sarebbe dovuto a nostro avviso lavorare nel fornire agli utenti uno strumento di diagnosi avanzato per risalire alla causa del problema.

Nel caso dell’errore generico Critical Process Died in Windows 10 e Windows 11, abbiamo presentato l’ottimo software MiniDumper che si occupa di analizzare il dump della memoria (ossia lo stato della memoria nel momento in cui si è verificato il crash) e fornire indicazioni preziose per la risoluzione dell’evento critico. Perché non adoperarsi affinché gli utenti possano eventualmente accedere a uno strumento diagnostico evoluto?

Microsoft si concentra sulla risoluzione delle schermate blu a distanza e sulla prevenzione dei BSoD

Dell’iniziativa WRI fanno parte altre strategie che l’azienda di Redmond ha messo in campo nell’ultimo periodo.

Come più volte sottolineato, Microsoft sta cercando di accantonare qualunque driver e componente software non strettamente indispensabile in grado di lavorare in modalità kernel. Chi passa da Windows 10 a Windows 11, spesso incappa nel messaggio Impossibile caricare un driver su questo dispositivo proprio perché alcuni driver sono considerati potenzialmente problematici e quindi automaticamente disabilitati.

Dopo l’incidente CrowdStrike di luglio 2024, Microsoft sta cercando di evitare le schermate blu in Windows, in particolare quelle che possono interferire con la normale procedura di avvio del sistema operativo.

Così, l’azienda di Redmond ha tirato fuori dal cappello il ripristino remoto di Windows 11, strumento che permette di recuperare un sistema che non si avvia più normalmente, presentando una schermata blu a ogni avvio. Battezzato Quick Machine Recovery, il nuovo sistema fa il suo ingresso nel menu di avvio avanzato di Windows 11. L’inedita funzionalità si occupa di interrogare i server Microsoft e applicare automaticamente gli interventi correttivi che consentano al sistema Windows di tornare ad avviarsi.

Un’architettura resiliente per professionisti e imprese

Microsoft intende costruire un sistema operativo che sia in grado di autoproteggersi, recuperare e analizzare i problemi, riducendo al minimo l’intervento manuale. Così, sempre nell’ambito di WRI, la società guidata da Satya Nadella si sta concentrando sulle seguenti aree:

  • Telemetria migliorata, per comprendere la causa dei crash in tempo reale.
  • Ottimizzazione della raccolta dei dump della memoria, per una diagnosi più precisa.
  • Integrazione con piattaforme di sicurezza e strumenti di gestione IT, per automatizzare i flussi di risposta e ripristino.

In uno scenario sempre più orientato alla continuità operativa, dove anche pochi minuti di inattività possono tradursi in significative perdite economiche o danni reputazionali, la resilienza diventa un valore chiave per aziende ed enti pubblici.

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